L'inchiesta
martedì 30 Luglio, 2024
di Tommaso Di Giannantonio e Simone Casciano
L’emergenza casa è un fenomeno complesso, come un telaio con molti fili intrecciati tra loro. In questo ordito complicato, gli affitti turistici brevi sono solo una delle trame, ma hanno un impatto non indifferente, non solo sul mercato degli affitti destinati alle famiglie, ma anche sul tessuto urbano dei paesi e delle città. Le case vacanza, come raccontato nell’inchiesta pubblicata su il T di venerdì, sono diventate una fonte di guadagno (poco tassata) che ha attirato colossi esteri della finanza e del mercato turistico. In effetti gli affitti turistici appaiono in tutto e per tutto un’attività estremamente redditizia: i guadagni arrivano a superare i 30mila euro annui.
I dati
Nella prima puntata dell’inchiesta erano stato analizzato il numero degli annunci e degli host gestori in base ai dati raccolti dalla piattaforma «InsideAirBnb». Si tratta di un portale pensato per giornalisti, ricercatori e politici, che si occupa di tracciare il fenomeno. In questa seconda parte dell’inchiesta, invece, sono stati utilizzati i dati di «AirDna», un portale pensato per proprietari e professionisti del mercato turistico. La piattaforma fornisce una radiografia, non solo del numero di annunci (e non solo targati AirBnb) , ma anche dei guadagni medi giornalieri e annuali, oltre al tasso di occupazione degli alloggi. Ne emerge un quadro di lauti ricavi.
Val di Fassa regina di guadagni
Se si guarda al guadagno, la medaglia d’oro di questa disciplina, va a Canazei e Campitello di Fassa. Secondo l’analisi di mercato di AirDna, le due località fassane sono quelle che prevedono il guadagno medio annuale più alto: rispettivamente 32.700 e 34.000 euro. Questo sia grazie a un prezzo giornaliero medio sostanzioso (200 e 217 euro), ma anche a un tasso di occupazione particolarmente buono, il più elevato in Trentino: 66% e 64%. A testimonianza di come il territorio sia in grado di attrarre turisti sia d’inverno che d’estate. In generale in Val di Fassa, contando le varie località, si contano 1.331 annunci di affitti turistici brevi per un guadagno annuale medio pari a 28.500 euro e con un tasso di occupazione del 61%.
Alto Garda record di annunci
Non sarà al primo posto per i guadagni, ma l’Alto Garda per quantità di annunci non lo batte nessuno. Aggiungendo anche Ledro, infatti, il totale degli alloggi arriva a ben 2.369, mille in più rispetto alla Val di Fassa. Il guadagno annuale è più basso, 20.340 euro, così come il tasso di occupazione (56%). Ci sono, però, molte differenze tra le varie zone: Riva del Garda per esempio conta 927 annunci, un valore giornaliero della camera pari a 161 euro e un guadagno medio all’anno di 24.200 euro; segue Nago Torbole (23.000), Tenno (19.600), Arco (18.100 con 559 annunci) e infine Ledro (16.800). «Soprattutto nell’Alto Garda — spiega Manuela Faggioni, segretaria del sindacato degli inquilini Sunia (Cgil) — stiamo assistendo a un nuovo fenomeno: concluso il contratto d’affitto, alcuni proprietari sfrattano anche persone in là con gli anni per convertire la casa in un alloggio turistico».
In Val Rendena e Paganella
E com’è la situazione a Madonna di Campiglio? Non esiste il dato scorporato, ma solo quello aggregato con Pinzolo e le altre frazioni. In totale si contano 514 annunci, per un costo giornaliero pari a 212 euro (il secondo più alto del Trentino) e un guadagno annuo di 27mila euro.
A poco a poco sembra che la febbre dell’affitto turistico stia arrivando anche sull’Altopiano della Paganella. Per ora i dati sono bassi, se messi a confronto con altre realtà, ma sono in crescita. In totale si registrano 351 annunci, di cui 144 a testa ad Andalo e Molveno e 63 a Fai: guadagno annuo 25.300 euro, giornaliero 181 euro.
Il mercato di Trento e Rovereto
A Trento, infine, si contano ben 660 annunci. Il guadagno medio è tra i più bassi: 18.500 euro annui, 113 euro giornalieri, e un tasso di occupazione delle camere pari al 56%. Ultima Rovereto (97 annunci): 16.400 euro annuali, 102 giornalieri, e un’occupazione del 51%.
Il caro affitti
Il boom degli affitti turistici determina inevitabilmente una contrazione delle case per famiglie e lavoratori. E quando la domanda supera l’offerta, i prezzi tendono a salire. Certo, non è dovuto solo alle case vacanza, ma sempre più trentini dichiarano di avere problemi legati alla casa. Lo certifica l’Istituto provinciale di statistica (Ispat) in un report pubblicato ieri: il 43,3% delle famiglie riferisce di avere difficoltà a causa delle «spese per l’abitazione troppo alte». Il dato è relativo al 2022, ed è il più alto degli ultimi 20 anni: nel 2001 il 36,8% aveva un problema di questo tipo, nel 2015 il 38,4%, il 33,1% nel 2020 e il 35,5% nel 2021.
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