Il caso

giovedì 12 Settembre, 2024

Caso Camera di Commercio, Ebner e De Zordo all’attacco: «No alla legge sulla rappresentatività»

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I due presidenti bocciano l’iter legislativo e chiedono di accantonare il ddl de Bertolini: «Profili di incostituzionalità e pericolosa ingerenza»

«Di conseguenza si richiede che le proposte modifiche alla normativa ordinamentale vigente non vengano apportate. Confidando nella sua cortese attenzione, La preghiamo di voler condividere la presente comunicazione istituzionale con tutti i componenti dell’Assemblea regionale». È così che per protestare contro una, presunta, ingerenza del potere politico negli affari delle Camere di Commercio di Trento e Bolzano i rispettivi presidenti, Andrea De Zordo e Michl Ebner, hanno scritto una lunga lettera indirizzata al Consiglio regionale per chiedere di non procedere con il disegno di legge de Bertolini (Pd) – che aveva già ricevuto sostegni bipartisan – e di rinunciare al proprio compito legislativo. Questa lettera, firmata da entrambi i presidenti e diretta al presidente del Consiglio regionale Roberto Paccher e a tutti i consiglieri membri della prima Commissione, è l’ultimo passaggio del conflitto legato alla rappresentatività all’interno della Camera di Commercio.
L’antefatto
Tutto comincia infatti ad agosto con l’elezione del nuovo presidente e del nuovo consiglio d’amministrazione della Camera di Commercio di Trento. Quella di Bolzano era andata al voto invece nel 2023, ma quella è una pura formalità, visto che Ebner ne è il presidente ormai dal lontano 2008. Un’elezione in cui, a sorpresa, il presidente uscente Gianni Bort, legato a doppio filo proprio con quello altoatesino Ebner, si è fatto da parte, favorendo l’elezione di De Zordo, esponente degli Artigiani, ma estromettendo dal Consiglio di amministrazione Confindustria e Confesercenti, ossia il 30% del Pil Trentino. Un’elezione controversa che aveva lasciato lunghi strascichi, tanto che anche l’assessore provinciale Achille Spinelli aveva riconosciuto la necessità di garantire giusta rappresentanza a tutte le categorie economiche e chiesto discontinuità nell’operare della Camera di commercio.
Il ddl di de Bertolini
In questo contesto nasce il disegno di legge presentato dal consigliere del Partito Democratico Andrea de Bertolini in Regione. Un ddl che prevede «all’assegnazione dei seggi la presenza di almeno un esponente di ciascuno dei vari settori economici che partecipano alla composizione della Camera di commercio». Un testo scritto in punta di diritto da un esperto di giurisprudenza, su cui c’erano state aperture anche dalla maggioranza e che dovrebbe iniziare ora il suo iter legislativo, passando dalla prima commissione del Consiglio regionale e poi dall’assemblea legislativa.
La lettera congiunta
Per Ebner e De Zordo però questa discussione non si dovrebbe nemmeno tenere. Invece di attendere il momento delle audizioni per esprimere le proprie, legittime, perplessità sul ddl infatti, i due presidenti hanno preferito mandare una lettera ai consiglieri chiedendo di non andare avanti. Nella missiva i due spiegano che ci sono «profili di dubbia costituzionalità dell’iniziativa». I presidenti notano poi che «il disegno di legge riduce drasticamente l’autonomia che la legge nazionale e quella regionale riconoscono all’organo assembleare». Secondo Ebner e De Zordo con la nuova legge «la Camera si vedrebbe governata da un esecutivo in cui di fatto i settori economici di maggior rilievo avrebbero lo stesso peso dei più piccoli: una sorta di forum». La lettera continua poi spiegando come a detta dei presidenti la modifica proposta non semplificherebbe, ma anzi amplificherebbe i problemi di rappresentatività dell’ente. Infine, la precisazione che i settori economici non devono necessariamente collimare con le associazioni. In considerazione di questo quindi Ebner e De Zordo chiedono «che le proposte modifiche alla normativa ordinamentale vigente non vengano apportate». Uno stop richiesto su tutta la linea, prima ancora che inizi il confronto tra legislatori e poi il dibattito democratico in aula. Nel caso di Ebner è anche la pressione della voce più influente della Svp (quattro volte deputato e tre eurodeputato) e amministratore delegato del Gruppo Athesia per cercare di disinnescare sul nascere il dibattito e non ritrovarsi con un problema – quello camerale – che nato a Trento potrebbe nel futuro avere riverberi a Bolzano. Ora la parola passa alla politica.