Il caso
sabato 7 Ottobre, 2023
di Simone Casciano
Come Socrate sapeva di non sapere, così la Provincia sceglie di non scegliere e, dopo aver ufficializzato con una delibera ieri la nomina di Massimo Chini come quinto membro del cda del Centro servizi culturali Santa Chiara, ha deciso di non indicarne il presidente. Il motivo fanno sapere dalla Provincia, sarebbe tecnico. Prima un membro deve entrare ufficialmente in cda e solo dopo la Provincia indica il presidente. Quindi il primo momento utile sarebbe tra due settimane, troppo vicino alle elezioni. Il risultato però è che ora la Provincia si aspetta che un cda decapitato voti lunedì prossimo il finanziamento di 800mila euro a Edg, per gli eventi estivi della Trentino Music Arena, già sottoscritto dalla vicepresidente Sandra Matuella ad agosto, ben prima di avere le coperture finanziarie, salvandola dall’imbarazzo. Una scommessa rischiosa per Fugatti che potrebbe non pagare affatto. Si perché l’esito del voto è tutt’ altro che scontato in queste condizioni, nonostante con l’ultima nomina sia stata ristabilita la maggioranza della Provincia nel Cda: Matuella, Lazzeri e Chini da una parte, Cau (comune di Rovereto) e Zanatta (Trento) dall’altra.
L’affaire Matuella
La richiesta di soccorso incondizionato a Matuella infatti non convincerebbe l’altro consigliere di maggioranza presente da tempo in cda: Daniele Lazzeri. Non solo per i contorni poco chiari di questa vicenda nello specifico, ma perché si tratta dell’ultimo tassello del confusionario mosaico messo insieme dalla vicepresidente da quando è nel cda del Centro. Il primo caso accadde a luglio del 2021 quando Matuella si autosospese saltando varie riunioni del cda perché in aperto contrasto con l’allora presidente del Centro, Sergio Divina sul «caso Carollo». La vicepresidente infatti si era schierata a favore del Dj roveretano, e contro l’intero cda, che protestava, anche attraverso ricorsi al Tar, perché non gli veniva permesso di utilizzare gli spazi del Centro. Già in quell’occasione Divina ne chiese le dimissioni, ma anche quella volta Fugatti fece da scudo. A luglio di quest’anno poi era stata proprio Matuella a mettersi di traverso quando era stato il momento di votare a favore del primo finanziamento da 250mila euro a Edg. Ad agosto il ribaltone a 360 gradi e addirittura sul nuovo contratto firmato con l’agenzia privata c’è la sua firma. A tutto questo infine si aggiunge il fatto che la vicepresidente è candidata alle prossime elezioni proprio nelle file della Lega
Il peso delle carte
In una situazione politicamente così ingarbugliata a fare chiarezza possono essere solo le carte. E infatti gli altri consiglieri, Lazzeri, Cau e Zanatta, avevano chiesto una documentazione supplementare prima di esprimere un voto. In particolare un parere legale sulla legittimità dell’affidamento diretto di una somma così ingente e poi una rendicontazione puntuale delle spese sostenute da Edg. Il parere legale sarebbe arrivato, ma la documentazione su quanto speso ancora no. Se non arrivasse prima di lunedì sia i membri del cda, sia quelli del collegio dei revisori dei conti, non sarebbero in condizione di esprimere un parere adeguato.