Il caso
lunedì 18 Settembre, 2023
di Redazione
Dopo la sentenza con cui il giudice del lavoro ha ritenuto illegittimo il licenziamento di Saverio Tateo, l’ex dirigente del reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, l’azienda sanitaria ha pubblicato un comunicato a cui affida il suo giudizio della questione. E pur riconoscendo la legittimità della sentenza del giudice l’Apss avvisa che visto il rapporto di fiducia compromesso con il professionista la sua figura è incompatibile con la direzione del reparto. Di seguito il comunicato dell’azienda sanitaria.
«Letta la sentenza del Giudice del lavoro di Trento con la dovuta attenzione e ponderazione che la delicatezza del caso impone, Apss rileva che, nel merito, la sentenza accerta la correttezza formale dei procedimenti svolti dalla commissione interna e dall’ufficio procedimenti disciplinari di Apss nonché dal Comitato dei garanti.
La sentenza è molto articolata e conferma nel merito le contestazioni e i fatti principali addebitati al dottor Saverio Tateo in sede disciplinare da Apss. Il giudice ritiene però che, ai fini del licenziamento disciplinare per giusta causa, i fatti dovevano essere tempestivamente contestati al direttore di struttura complessa nel momento in cui la precedente Direzione aziendale ne era venuta a conoscenza e pertanto il licenziamento risulta tardivo rispetto ai fatti contestati e quindi non può essere considerato legittimo. Ma l’attuale direzione di Apss rileva che, quando ha avviato il procedimento disciplinare, non era a conoscenza che i fatti fossero stati già rappresentati alla direzione e all’Ordine dei medici della Provincia di Trento e, infatti, nulla di quanto emerge ora in sede giudiziale è presente negli atti depositati negli archivi aziendali.
Se è inoppugnabile che il Giudice abbia disposto la reintegra sul posto di lavoro del dottor Saverio Tateo, è altrettanto vero che ha convenuto nel merito su dieci contestazioni mosse da Apss nei suoi confronti che attestano l’avvelenamento del clima nell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Trento, imponendo approfondite considerazioni sulla compatibilità ambientale di un possibile ritorno del professionista alla direzione dell’Unità operativa. Tale incompatibilità non è evaporata, anzi, permane tutt’ora con caratteristiche più evidenti e forti, tali da farne elemento di attenta valutazione, in primis da parte della Direzione. Rimane inoltre attuale che il rapporto di fiducia tra la direzione di Apss e il professionista sia venuto meno.
Nell’esecuzione della sentenza si terrà conto della necessità di garantire continuità alle attività dell’Unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Trento e al contempo di garantire serenità di lavoro a tutto il personale medico, infermieristico, ostetrico e di supporto che nell’Unità operativa opera quotidianamente con abnegazione e professionalità.
Infine, vista la delicatezza delle questioni e il numero delle persone coinvolte, anche per garantire la necessaria serenità a coloro che operano in un reparto di eccellenza che assiste ogni anno migliaia di donne e bambini con grande professionalità e umanità, si auspica che tutti coloro che stanno intervenendo sul caso operino con maggiore prudenza nelle proprie dichiarazioni».