La storia
lunedì 15 Luglio, 2024
di Samanta Deflorian
Varcata la porta cessano i rumori e il delicato gorgoglio dell’acqua corrente raggiunge le orecchie. Fuori la strada principale di Cavalese, un via vai di persone e auto, dentro un piccolo rifugio di piacere per la vista e l’odorato: rose, gigli, petunie, margherite, dalie, piante verdi, piccoli vasi fioriti e maestosi cesti frondosi, ma anche profumazioni per l’ambiente, decori, bigliettini augurali, lanterne decorative, prodotti per l’orto e il giardino. Nella Fioreria Tondin di Cavalese sembra che la natura abbia preso il sopravvento. Ad accogliere i clienti c’è Alex, sorriso allegro e una buona parola per tutti. Alex e la sua famiglia hanno una lunga esperienza nel campo dei fiori. I suoi genitori gestiscono un negozio nel centro storico di Cembra già da 1982. Mamma Angela è il punto di riferimento, la profonda conoscitrice delle piante e dei fiori. Papà Fabio è il vulcanico, l’innovatore, quello sempre alla ricerca di novità. E con loro crescono circondati da questo mondo Alex e sua sorella Marzia. «Come tutti in famiglia, anche io e mia sorella siamo un po’ creativi, e con i fiori abbiamo trovato il nostro modo di esprimerci. Io mi occupo del negozio di Cavalese, seguo i clienti, partecipo alle fiere, e curo la parte burocratica e organizzativa dell’azienda, mentre Marzia si è specializzata negli allestimenti, soprattutto se si tratta di wedding, in regione ma anche in tutto il nord Italia, e crea oggetti decorativi di varie dimensioni composti con intrecci di fili metallici». Il mondo dei fiori è un universo variegato e che ormai non conosce più stagioni: è un mercato che fiorisce, letteralmente, tutti i mesi dell’anno. Secondo Alex negli anni il rapporto delle persone con i fiori è cambiato: negli anni ’80 i fiori si compravano, ma quasi di nascosto. Forse c’era ritrosia, soprattutto nell’uomo, a farsi vedere con un fiore. Poi i gusti e le mode hanno deviato verso le piante, fino ai primi anni del duemila, quando si è tornati ai mazzi di fiori. Il boom delle vendite in tutta Italia c’è stato durante gli anni più terribili, quelli del covid, quando tutti hanno fatto loro il motto «dillo con un fiore». Oggi il mazzo di fiori fresco è sempre più apprezzato e nella clientela c’è anche maggiore conoscenza delle varietà disponibili, il che porta anche a richieste particolari che in passato non avvenivano. «Comporre un mazzo di fiori è stimolante per me e porta a un risultato esclusivo per chi lo compra. C’è chi si fa consigliare e chi viene già con le idee chiare. Il linguaggio dei fiori permette di comunicare tante cose: quando scegli una dalia, esprimi gratitudine, con una strelitzia, l’uccello del paradiso, parli di fedeltà, amore e premura. Con la peonia ringrazi la persona che la riceve per la calma e la serenità che trasmette. Chi compra un mazzo di fiori sa di regalare qualcosa destinato a non durare, ma l’emozione di quel momento sì, quella entrerà nell’album dei ricordi della vita». L’inizio dell’avventura a Cavalese è iniziata nel 2021, quando c’è stata l’occasione di rilevare una storica impresa di onoranze funebri in aggiunta a quella di Cembra, attiva da oltre tre generazioni. Proprio durante questi due anni sono arrivati alcuni importanti traguardi per la famiglia Tondin: il 2022 ha sancito i 40 anni di attività e il 20 ottobre 2023 è stato il giorno in cui si sono celebrati i primi mille giorni a Cavalese, con uno sconto del 10% per tutti i clienti. «A Cavalese ci siamo sentiti accolti e apprezzati. Siamo stati aiutati a trovare il posto giusto per il nostro negozio, e con piacere notiamo che i clienti tornano, questo ci dà motivo per restare e cercare di fare sempre meglio». La Fioreria Tondin è un’azienda a marchio Family che non si occupa solo di «vendere», ma intercetta varie situazioni per offrire un servizio «sociale»: corsi per adulti, laboratori negli asili e nelle scuole, momenti informativi sulle erbe o sulla coltivazione degli orti, o ancora incontri su come creare un mazzo di fiori. «Vogliamo riprenderci quello spazio che il Covid ha costretto a interrompere e ricominciare a proporre momenti al di fuori del punto vendita. È il nostro modo di prenderci cura delle persone e trasmettere la nostra passione per il nostro lavoro».
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