la telefonata
giovedì 2 Gennaio, 2025
di Redazione
Condizioni difficili per la giornalista Cecilia Sala in cella a Evin, in Iran. A diffondere le informazioni è stato il compagno Daniele Raineri, che lavora al Post, che ha dato notizie dettagliate: «La giornalista italiana Cecilia Sala è sottoposta a un regime di carcere duro nella prigione iraniana di Evin. Dorme sul pavimento con due coperte, una per coprirsi e una sotto. Nella cella non c’è nulla, nemmeno una brandina, soltanto un faro sempre acceso. È in regime di isolamento completo da quattordici giorni e questo vuol dire che non ha contatti con nessuna persona e ha visto soltanto l’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, per trenta minuti» scrive il Post. Sala non ha finora ricevuto il pacco consegnato sabato dall’ambasciata alle autorità del carcere iraniano, che conteneva alcuni beni come articoli per l’igiene, libri, sigarette, un panettone e una mascherina per coprire gli occhi, poiché la luce in cella è sempre accesa. Il ministero degli Esteri italiano aveva sostenuto due giorni fa che il pacco fosse stato consegnato in cella. Queste informazioni vengono da persone vicine ai genitori di Sala, che la mattina del 1° gennaio hanno ricevuto una telefonata dalla figlia, scrive il Post. A chiedere l’immediato rilascio della giornalista anche l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas: «Chiedo l’immediato rilascio della giornalista italiana Cecilia Sala arrestata in Iran. Nessuno dovrebbe essere detenuto per aver svolto il proprio lavoro, il giornalismo non è un reato. Ogni giornalista deve avere la libertà di riferire senza timore di arresto o persecuzione».
il caso
di Redazione
L'aggressione verbale è avvenuta qualche giorno fa in Val di Non. La coppia ha deciso di denunciare il fatto alle autorità dopo aver annotato la targa del veicolo