Acqua ed energia
sabato 5 Agosto, 2023
di Margherita Montanari
I Comuni chiedevano garanzie per blindare la gestione di una fonte preziosa di energia e di gettito economico per i territori. Ma anche i privati, i consorzi elettrici e le municipalizzate erano in attesa di garanzie sul rinnovo delle concessioni delle piccole e medie centrali idroelettriche. La risposta è arrivata ieri. La Provincia, con la delibera approvata ieri, ha delineato le condizioni per assicurare il rinnovo alle centraline fino a 3.000 chilowatt per autoconsumo. Una soluzione che eviterà il passaggio dalla messa a gara. E garantirà quindi lo sfruttamento idroelettrico a oltre cento enti pubblici trentini.
Le piccole e piccolissime derivazioni interessate corrispondono a circa l’80% delle concessioni scadute in Provincia. Il loro futuro sarà regolato dalla nuova delibera provinciale, proposta dal vicepresidente e assessore all’urbanistica ambiente e cooperazione Mario Tonina. Presentata giovedì al Consiglio delle autonomie locali, ha ricevuto il via libera e la giunta l’ha licenziata. La strada percorsa vuole tutelare i Comuni e le società collegate nella gestione delle risorse idriche finalizzate alla produzione di energia, riconoscendo il valore sociale dell’utilizzo pubblico di questi impianti. Perché le risorse che arrivano alle amministrazioni dall’idroelettrico sono preziose per chiudere i bilanci. Si parla di circa 30 milioni di proventi che rimpinguano le casse dei territori di montagna.
Fino a qualche mese fa, l’obiettivo era trovare un’unica soluzione per garantire il rinnovo sia di piccole che di grandi centrali con concessioni scadute. Ma la soluzione per le grandi derivazioni tarda ad arrivare. È ancora in ballo, vincolata allo sblocco delle risorse del Pnrr. Motivo per cui Piazza Dante ha deciso di svincolare le piccole e piccolissime centrali e pensare a un provvedimento ad hoc. Ora, in sostanza, tutte le centrali idroelettriche da 220 chilowatt fino a 3.000 chilowatt che hanno concessioni scadute potranno chiedere di rientrare nell’insieme delle concessioni per autoconsumo per vedersi garantito il rinnovo senza passare da alcuna gara.
Gli impianti da considerarsi in questa categoria, come chiarisce la Provincia, sono quelli la cui attività non impatta sul mercato dell’energia elettrica, dal momento che rispondono interamente a soddisfare utenze locali. Sono tutti quei siti non connessi alla rete di distribuzione dell’energia elettrica (quindi impossibilitati a cedere in rete l’energia prodotta) e a forza motrice (nei quali l’energia elettrica generata serve interamente per far funzionare l’impianto stesso). Sono poi impianti in capo a comunità energetiche o società cooperative.
Gli step con cui procedere saranno tre. I soggetti con concessioni in scadenza riceveranno una comunicazione. Se riterranno di poter rientrare nell’impostazione, allora potranno presentare richiesta per il rinnovo all’Agenzia provinciale per l’energia (Aprie). A quel punto, verrà eseguita un’istruttoria che, in caso di riscontro di idoneità, porterà a staccare la concessione per circa trent’anni. Tenendo conto dei tempi tecnici richiesti, il rinnovo potrebbe essere operativo già dalla primavera prossima.
«Interessando una risorsa così vitale come quella dell’acqua – sottolinea il vicepresidente della provincia Tonina – e una materia ancora non pienamente disciplinata sul piano normativo, ma che avrà in futuro un’importanza sempre maggiore, la decisione di oggi è non solo innovativa, ma anche lungimirante». Per Tonina, con la delibera «la strada per tutelare chi vive e opera sulle nostre valli e montagne è stata imboccata». E Non è escluso che la norma ritenersi valida anche per le comunità energetiche, una volta che arriveranno i decreti attuativi.
In prospettiva, resta la partita delle grandi derivazioni. I negoziati a Roma per garantire il futuro di quelle centrali sono aperti. «Continuiamo il nostro impegno a dialogare con il governo, per posticipare almeno al 2029 la scadenza delle concessioni in essere, anche in merito alle grandi derivazioni. Per il mese di settembre potrebbe risolversi la partita del Pnrr – aggiunge l’assessore – Confidiamo in una soluzione. Le nostre richieste tecniche e politiche sono sempre state viste con interesse».
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