disagio mentale
sabato 9 Novembre, 2024
di Tommaso di Giannantonio
Negli ultimi dieci anni sono più che raddoppiati i giovani trentini che si rivolgono ai centri di salute mentale. Nel 2023 i nuovi utenti con un’età compresa tra i 14 e i 24 anni sono stati 472, in crescita del 140% rispetto ai 196 nel 2014. Crescono i bisogni, ma non cresce il personale. L’organico dei servizi psichiatrici sconta la mancanza di 15 operatori. Il quadro emerge dalla risposta dell’assessore provinciale alla salute Mario Tonina all’interrogazione della consigliera di minoranza Mariachiara Franzoia (Partito Democratico).
I nuovi utenti
L’andamento dei nuovi utenti risulta in aumento: dai 2.603 nel 2015 ai 3.150 stimati nel 2024 (+21%). «I dati — si legge nella risposta di Tonina — evidenziano un aumento dei disturbi psichici nella fascia giovanile (18-24 anni). L’impennata dei disturbi emotivi nella popolazione generale, in particolare nelle fasce adolescenziali, è peraltro documentata dai dati di accesso ai Servizi a livello internazionale e viene confermata a livello locale». Per quest’anno si stimano 426 nuovi utenti 14-24 anni.
Si registra una crescita dei bisogni anche nella popolazione 25-35 anni: si è passati dai 306 nuovi utenti nel 2015 ai 498 stimati nel 2024 (+62,7%). Si rileva invece un calo tra le persone dai 36 ai 50 anni: dai 751 nel 2015 ai 648 stimati per quest’anno (-13,7%). Mentre aumentano i nuovi utenti dai 51 ai 65 anni: dai 621 nel 2015 agli 886 quest’anno (+43,6%). Stabili, infine, gli over 65: 709 nel 2015, 692 nel 2024.
Gli utenti in carico
Questo è l’andamento dei nuovi utenti che entrano di anno in anno nel sistema dei servizi psichiatrici. Ora vediamo il trend degli utenti in carico: si è passati da 7.738 nel 2015 a 8.718 persone nel 2023 (+12,6%). Si riscontrano le stesse dinamiche di crescita o di calo nelle fasce anagrafiche. Gli utenti giovani sono aumentati drasticamente: da 355 a 829 nella fascia 14-24 anni (+133,5%) e da 827 a 1.215 nella fascia 25-35 anni (+47%).
La mappa delle carenze d’organico
Come detto, nonostante l’incremento significativo degli utenti, si riscontrano carenze d’organico. In totale, considerando tutte le 12 sedi territoriali, su una dotazione teorica di 140,5 figure professionali, attualmente sono in servizio 125,6 unità tra infermieri, tecnici della riabilitazione psichiatrica ed educatori professionali.
Ecco la mappa delle carenze: nel centro di salute mentale di Arco ci sono 8,49 operatori su 12, a Trento 30,76 su 35,5, a Mezzolombardo 7,87 su 9, a Cles 9,66 su 12, nel Primiero 3,83 su 4, a Borgo Valsugana 8,77 su 9, a Pergine Valsugana 13,94 su 16, a Cavalese 6,25 su 8, a Rovereto 16,73 su 17. Risultano in linea con la dotazione organica i centri di Tione (3 su 3), Malè (1,38 su 1) e Cles (15 su 14).
«Nell’ultimo decennio — spiega l’assessore — come in tutta Italia, è risultato difficile reperire specialisti psichiatri e infermieri, a queste carenze si è fatto fronte con operazioni di “task shifting e task sharing”, che prevedono per talune attività la ridistribuzione dei compiti fra professionisti e per altre che siano realizzate in modo collaborativo tra professionisti sanitari diversi. Queste operazioni hanno un limite nel fatto che alcune funzioni non possono essere sostituite ».
L’andamento dei suicidi
In relazione al disagio psichico, Franzoia ha chiesto informazioni anche sui suicidi. «Si evidenzia — è stata la risposta — che il trend è stabile (in media 48 suicidi l’anno), con un’impennata nel 2020 che fa pensare possa essere collegata alla pandemia». In quell’anno, in Trentino, i suicidi sono stati 59. Nel primo semestre del 2024 sono stati 23.