Il report

domenica 20 Ottobre, 2024

Cervelli in fuga, dal 2011 oltre 4mila giovani via dal Trentino verso i Paesi più ricchi del mondo

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Dagli stessi Stati sono arrivati in provincia solo 1.110 persone. Il report della Fondazione Nord Est

Nei dodici anni dal 2011 al 2023 oltre 4mila giovani trentini sono emigrati nei principali Stati avanzati del mondo, compreso il Brasile. Da questi Paesi, invece, nello stesso periodo sono arrivati soltanto 1.110 giovani, di cui oltre la metà proviene dal Brasile. Uno scambio ineguale certificato ieri dalla Fondazione Nord Est in una nota che denuncia, da un lato, la fuga dei cervelli e, dall’altro, la scarsa attrattività dell’Italia.

In Trentino
In Trentino, appunto, il rapporto tra espatriati e arrivi è di 3,9, sopra la media nazionale (3,6), del Nord (3,1) e del Centro (2,6). Questo significa che ogni immigrato proveniente dai dieci Paesi avanzati di destinazione (Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Brasile, Stati Uniti d’America, Paesi Bassi, Belgio e Australia), si contano 3,9 trentini tra i 18 e i 34 anni che sono fuggiti verso gli stessi Paesi.

Al Nord
Il Nord Italia non è inserito nella «circolazione dei cervelli» internazionale tra i Paesi più
avanzati. Infatti, per le prime nove nazioni (economicamente più avanzate) di destinazione dell’emigrazione giovanile italiana dal settentrione il rapporto tra il numero di giovani italiani che emigrano e quello dei giovani cittadini che arrivano da quelle stesse nazioni è pari a 7 (sette italiani ogni cittadino straniero).
Tra le dieci nazioni di maggiore destinazione c’è anche il Brasile: con il Brasile il rapporto scende a 3. Ma «il Brasile — si precisa nella nota — è ancora un Paese emergente (il suo Pil pro-capite è poco più di un terzo di quello dell’Italia)». In questi dieci Paesi sono emigrati 205mila giovani italiani dal Nord, che ha visto arrivare 67mila giovani cittadini di quelle stesse nazioni, 28mila senza il Brasile. Senza il Brasile, il rapporto in Trentino sale a 7,2.

Il quadro nazionale
Il rapporto differisce molto tra Nord e Mezzogiorno, area in cui sale a 20 a 1, sempre riferito alle prime dieci destinazioni al netto del Brasile. Tra le regioni italiane la peggiore è la Calabria con un rapporto di 30 e il migliore è l’Alto Adige con 4. Tuttavia l’Alto Adige ha elevati scambi con l’Austria che non è tra le dieci principali nazioni di destinazione per l’Italia intera. Il Veneto va peggio della media del Nord con 10, la Lombardia appena meglio con 6, come l’Emilia Romagna.
In tutte le macro regioni lo scompenso maggiore è nei confronti della Svizzera, seguita dall’Australia, dal Regno Unito e dalla Germania. Il caso del Regno Unito è singolare perché evidenzia il carattere di sistematica sottostima dei flussi, specialmente nei confronti dei paesi dell’Unione Europea.
Nel post-Brexit il flusso annuo di emigrati italiani duplica rapidamente, per poi ritracciare nell’ultimo triennio. La duplicazione è legata alla necessità di dimostrare la permanenza nel Regno Unito per potervi rimanere.