La storia

sabato 13 Gennaio, 2024

Charlie, l’orsetto abbandonato e curato a Spormaggiore ora è la mascotte di Belpark

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L’orso vive ancora in isolamento, sorvegliato dalle videocamere anche se in questo periodo è in letargo. Non potrà tornare in libertà perché, ormai, tutti questi mesi di isolamento lo hanno reso in stato di cattività

Alla grande famiglia dello zoo alpino ospitata al Belpark di Spormaggiore, in questi giorni si è unita un’altra volpe, proveniente da Modena. E nei prossimi giorni la famiglia aumenterà ancora con l’arrivo di un’esemplare femmina di una lince che arriverà dallo zoo austriaco di Assling, mentre la renna giunta già da tempo dallo zoo di Pastrengo si è perfettamente ambientata nel suo recinto. E per la primavera, prima della riapertura a Pasqua del parco faunistico del Trentino, sono attesi due cervi che si uniranno ai caprioli e agli altri animali autoctoni.

Il presidente del parco, Andrea Marcolla, è soddisfatto nel rendersi conto di come lo zoo si sta popolando sempre più, ma è ancor più soddisfatto nel vedere avvicinarsi il traguardo di un milione di visitatori. Infatti, dal giorno della sua apertura nel 1995, quando esisteva solo l’Area orsi, sono ben 974.717 le persone che hanno visitato il Belpark e il 2023 si è chiuso con 46.500 biglietti venduti.

Naturalmente gli animali più fotografati sono gli orsi, però i visitatori rimangono affascinati anche nell’ammirare lupi, lontre, linci, gufi reali, volpi e gatti selvatici. I più piccoli, poi, vanno pazzi per i pavoni, caprette, coniglietti e tanti altri animali da cortile racchiusi nella fattoria didattica.

Ma la notizia più bella per Marcolla ed i suoi collaboratori che lavorano nel parco, riguarda l’orsetto Charlie: ricordate quando nella scorsa primavera fu ritrovato il piccolo plantigrado precipitato in un canalone nella val d’Algone? Fu abbandonato dalla mamma che non riuscì a salvarlo e venne ritrovato da un guardiacaccia; il Servizio faunistico della Provincia, dopo averlo schedato con l’identificativo M89, lo affidò alle cure del veterinario del Belpark, il dottor Roberto Guadagnini di Mezzolombardo, e all’interno del parco faunistico fu costruito un recinto appositamente per il piccolo Charlie, così come è stato soprannominato che chi si ì preso cura di lui, a cominciare dai volontari dell’associazione Rase, unici ad essere ammessi all’interno del recinto per assistere e sfamare l’orsacchiotto.

«Charlie è ancora con noi – esclama con gioia Marcolla – e chissà che la Provincia non lo affidi definitivamente al nostro parco». L’orso vive ancora in isolamento, sorvegliato dalle videocamere anche se in questo periodo è in letargo. Non potrà tornare in libertà perché, ormai, tutti questi mesi di isolamento lo hanno reso in stato di cattività. Sta bene e non ha più bisogno delle cure che si resero necessarie dopo essere precipitato nel burrone; adesso ha nove mesi di vita e pesa già 75 chilogrammi. Ci sarebbe posto al Belpark per ospitare in via definitiva il piccolo Charlie? «Sì, ma non compete a noi – risponde Marcolla – decidere sulla sua destinazione. Se la Provincia ce lo lascia, ben felici! Intanto rimane sempre in un’area protetta dove non è consentito l’accesso ai visitatori».

Dal punto di vista gestionale, il parco cambierà proprietà alla fine del 2024, proprio in concomitanza alla scadenza del mandato del cda presieduto da Andrea Marcolla, presidente della srl Parco Faunistico Spormaggiore dal 2012. Per adeguarsi alle vigenti normative, la società sarà posta in liquidazione, essendo il Comune di Spormaggiore socio di maggioranza. Una volta liquidati i soci privati, sarà costituita una società «in house», interamente di proprietà comunale. Pertanto si aprirà un nuovo capitolo per lo zoo alpino di Spormaggiore, con investimenti e interventi di vario genere per aumentare la sua superficie con nuovi recinti, ora racchiusa in un bosco di cinque ettari tra il paese e Castel Belfort, e incrementare i servizi all’interno del parco, compresa un’area per la ristorazione. Il Belpark non è solo un patrimonio naturalistico per il Trentino, ma pure un’attrazione turistica destinata ad aumentare la sua notorietà.