L'intervista

martedì 25 Luglio, 2023

Chico Forti, Nordio al lavoro: «Caso complesso, operiamo con discrezione»

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Il ministro in regione per la firma dell'accordo con Trento e Bolzano. «Sovraffollamento? Pensiamo a un progetto e a nuove strutture di dimensioni adeguate»

Il ministro Nordio a Bressanone a suggellare la firma del protocollo operativo per gli uffici giudiziari. Accanto a lui i presidenti delle Province Autonome di Trento e Bolzano Maurizio Fugatti (anche presidente della Regione) e Arno Kompatscher. Si tratta di una ratifica di grande importanza, perché per la prima volta mette nero su bianco le regole per la gestione dell’attività amministrativa e organizzativa degli uffici di giustizia della regione Trentino-Alto Adige/Sudtirol. Il protocollo si concentra sulla gestione del personale e tutti gli aspetti relativi, dagli orari di lavoro ai trasferimenti e le nuove assunzioni. Sarà la regione a provvedere al potenziamento dell’organico nei limiti stabiliti dalla legge Regionale. Ovviamente i magistrati, giudici e pubblici ministeri, rimarranno dipendenti statali a nomina nazionale, ma per il funzionamento del sistema giudiziario è fondamentale anche guardare alle altre figure che lavorano presso i nostri tribunali e dietro le quinte. Si daranno dunque delle line guida più precise e una veste giuridica vera e propria a prassi che si esercitano in concreto già dal 2017, come conseguenza di accordi informali. «Con questo accordo- ha detto il ministro Nordio- compiamo un ulteriore passo verso l’efficientamento del sistema giudiziario italiano. Il piano assunzioni a livello nazionale vedrà entro il 2023 l’immissione di 5000 unità di personale amministrativo e la stabilizzazione di altri 1000, oltre a quanto previsto dal Pnrr». A livello regionale i nuovi posti lavoro saranno 25, messi a concorso per gli operatori giudiziari B1. Di questi, 10 saranno dislocati presso gli uffici giudiziari di Bolzano e 15 presso quelli della Provincia di Trento. Il Ministro non si è limitato agli uffici giudiziari ma ha concesso altre importanti dichiarazioni riguardo alle carceri di trentine e bolzanine e sulla situazione del celebre velista trentino Chico Forti, ormai detenuto negli Usa da 23 anni.
Ministro, che importanza ha questo protocollo?
«Si tratta di una firma essenziale, perché fungerà da pilota per tutta l’Italia. Mostrerà come possono essere risolte problematiche riguardanti gli aspetti pratici della giustizia. Cercheremo, poi, di esportare questo modello, compatibilmente con le realtà locali. Ringrazio la città di Bressanone perché assume un ruolo simbolico, da esempio per tutti gli altri. Ricorderò sempre con affetto il giorno in cui, nel 1967, venni qui a sostenere un esame per l’università di Padova. È un luogo cui sono legato ed è un piacere ritornare».
Come questa firma potrà aiutare gli uffici giudiziari?
«In Italia, quando si parla di giustizia, si pensa sempre soltanto ai magistrati ma il personale amministrativo è altrettanto importante. La giustizia è molto lenta non solo per la carenza di magistrati ma soprattutto per la carenza di personale di altro tipo. Come un chirurgo, prima di eseguire un intervento, ha bisogno di ore ed ore di lavoro da parte della sua equipe, e lo stesso avviene prima di una partenza tra un pilota di aereo e il personale di bordo, identiche considerazioni devono valere per quanto riguarda le professioni giudiziarie. È la condicio sine qua non per risolvere il problema delle tempistiche processuali. In 40 anni di lavoro come magistrato mi sono trovato spesso quasi disoccupato. Questo perché mancava personale amministrativo per efficientare e mettere a terra il lavoro che avevo svolto. Una grandissima parte del nostro lavoro di riforma è dedicata all’efficientamento in senso pratico della giustizia. Anche se fa meno notizia delle parti più legate ai reati. È importante che ci sia un reclutamento che avviene sul territorio e che rimanga ad esso legato. Questa è la ratio del protocollo operativo».
Come commenta la situazione di sovraffollamento delle carceri di Trento e Bolzano?
«Decenni fa venivo nelle carceri trentine a svolgere interrogatori al riparo dalla mafia del Brenta. Spesso operavo anche trasferimenti per questo motivo. Già allora erano presenti delle criticità, che, come è facile, immaginare si sono aggravate. Sono stati avviati dei contatti per risolvere il problema e uscire dallo stallo. Noi diamo piena disponibilità e priorità alla rimodulazione del nostro sistema. C’è una procedura in concorso per realizzare un nuovo progetto e nuove strutture di dimensioni adeguate».
La liberazione di Chico Forti è tra gli obiettivi del governo, ci sono novità? È possibile che dopo Zaki riusciate ad ottenere anche la sua estradizione?
«Per il momento purtroppo occorre discrezione. È una questione molto complicata e va affrontata con grande cura. Garantiamo il nostro impegno ma godiamoci, per ora, la liberazione di Patrick Zaki e festeggiamo per essa».