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lunedì 11 Novembre, 2024

Chiesto l’ergastolo per Impagnatiello, le pm: «L’omicidio di Giulia non fu follia ma crudeltà»

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La sentenza della Corte d’Assise dovrebbe arrivare nella prossima udienza, prevista per lunedì 25 novembre, anche se non è escluso che possa essere anticipata già oggi

La Procura di Milano ha chiesto di condannare all’ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, avvenuto a maggio 2023.

La richiesta è arrivata dalle pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella al termine di circa due ore di requisitoria. «L’essere umano è capace di fare cose drammatiche senza nessun disturbo psichiatrico, fa paura accettare questa verità, che anche gli uomini normali possano commettere delitti efferati contro le persone che dicono di amare ma dobbiamo tutti avere il coraggio di accettarlo, non dobbiamo avere paura di cosa gli uomini siano in grado di fare», hanno detto in conclusione.

La morte della 29enne incinta al settimo mese con 37 coltellate prima del doppio tentativo di incendiarne il cadavere non è stata «follia» ma «crudeltà», hanno detto, perché questo «processo ci ha portato verso l’orrore, ci ha mostrato la vera crudeltà, la manipolazione, l’ambiguità, questo processo è stato un’occasione per tutti noi per affacciarsi sul burrone e ci ha mostrato la banalità del male».

Le pm hanno parlato di un «filo rosso» che collega tutti i fatti e cioè «il tratto psicopatico, narcisistico e la capacità di mentire e manipolare» del 31enne in «totale assenza di rimorso e disimpegno morale». Il suo sarebbe stato «un piano criminoso pianificato, un progetto letale a lungo meditato e volto a eliminare Tramontano e Thiago (il futuro bambino) considerati un ostacolo» alla propria vita.

La sentenza della Corte d’Assise dovrebbe arrivare nella prossima udienza, prevista per lunedì 25 novembre, anche se non è escluso che possa essere anticipata già oggi.