Politica
domenica 10 Dicembre, 2023
di Donatello Baldo
La famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso, spiega Claudio Cia, sono state le chat interne al partito pubblicate proprio da ilT in questi ultimi giorni: «Parole che non esito a definire riprovevoli, che hanno avuto l’effetto di rendere a questo punto improcrastinabile una decisione che stavo ormai maturando da tempo». Il consigliere eletto con Fratelli d’Italia, nominato in giunta assieme a Francesca Gerosa e a cui il partito ha imposto di fare un passo indietro, lascia il partito e la giunta. Ma a modo suo: «Con effetto immediato, e sino alla permanenza in Trentino del di Alessandro Urzí come commissario, mi autosospendo dal partito, da ogni carica nello stesso e dal gruppo consiliare. Rimetto conseguentemente nelle mani del Presidente Fugatti le deleghe che mi ha affidato, ringraziandolo per la stima e la fiducia nei miei confronti». E chiarisce che per queste poche settimane nell’esecutivo, pochi giorni da «effettivo» per aver disobbedito a Urzì sedendosi al tavolo della giunta, «all’indennità ho rinunciato».
«Le poltrone le ho lasciate»
Altra specificazione, quella sulle poltrone. A Urzì che lo descrive come attaccato alla seggiola di assessore, risponde così: «Nel corso della mia carriera politica, ho sempre anteposto gli interessi della Comunità Trentina a quelli personali, alle indennità, ai cda (il riferimento è a Gerosa, che nei cda è stata parecchie volte, ndr) e alle poltrone». Ha ricordato, durante la conferenza convocata ieri, che lui una poltrona l’ha pure lasciata: «Da assessore regionale, per portare per primo in Consiglio provinciale a Trento il partito di Giorgia Meloni. Ed stato un onore».
No a Urzì, ma sì a Meloni
Dice che con Urzì non vuole avere nulla a che fare, che le sue parole sono state «ignominiose», che è «un bullo», che «in undici mesi del suo commissariamento ha distrutto un intero partito che era prima in ottime condizioni». Dice altrettanto chiaramente che per Giorgia Meloni ha immutata stima, «ma che forse non sa cosa sta succedendo qui, forse non ha capito a chi abbiano affidato il partito qui in Trentino».
«Trattative pessime»
Cia parla di quanto successo in queste ultime settimane, ma prima ringrazia Maurizio Fugatti: «L’ho visto commosso quando mi ha riferito dell’intenzione di Urzì di puntare tutto solo su Gerosa, chiedendogli così di togliermi le deleghe. L’ho apprezzato, e lo apprezzo come politico e come persona». Sulle trattative per la formazione della giunta va giù duro, ancora contro Urzì: «Ditemi voi. Avevamo la possibilità di avere due assessori in giunta, ora ce n’è uno». E mette in guardia: «Io mi autosospendo, quindi Urzì non faccia i conti su di me. Nel gruppo saranno in quattro, non in cinque come la Lega. Non può certo far valere un peso che non hanno». Tradotto: vi resta solo la vicepresidenza della Provincia, e forse un posticino come segretario questore a palazzo Trentini. Niente più presidenza del Consiglio regionale o altre cariche importanti. E di questo ne parliamo meglio nell’articolo qui a fianco.
«Cia resta con noi»
Dopo l’annuncio di Cia, che lascia il gruppo consigliare e le deleghe di giunta, interviene in modo quasi accorato la deputata trentina Alessia Ambrosi: «Ora in giunta avremo purtroppo un peso scarsissimo. L’assessorato di Gerosa, cui rinnovo i miei auguri e sono certa che per quanto possibile si farà valere, è di per sé importante. Ma abbiamo perso le altrettanto importanti deleghe di Claudio Cia, deleghe che adesso per ironia della sorte andranno alla Lega: incredibile». E aggiunge: «Rivolgo per il supremo bene dell’unità del partito anzitutto un appello a Cia affinché cambi idea e resti in Fratelli d’Italia. Cia ha moltissime ragioni per essere deluso, è stato trattato dal commissario Urzì in maniera politicamente è umanamente ignobile, senza riguardo, con modalità politicamente intimidatorie, come testimonia nei giorni scorsi la sua vergognosa espulsione dalla chat dei consiglieri».
Ambrosi: «Urzì violento»
La deputata è durissima con Urzì: «Ha bloccato praticamente tutte le chat del partito trentino, chat che sono di fatto l’unico reale e luogo di confronto per tanti iscritti e dirigenti dei Circoli, unico luogo dove sia possibile internamente esprimere e condividere un punto di vista. Considero questo atteggiamento un atto di violenza politica inaudita. Chiedo perciò che prioritariamente vengano ripristinate le minime condizioni di agibilità politica e di rispetto per la base del nostro partito. Fa solo male alla nostra comunità un commissario che distrugge e lacera tantissimi rapporti umani».
«Tutto su Gerosa»
Ambrosi analizza anche il risultato politico di tutta la vicenda: «All’inizio della trattativa si riteneva che un solo assessorato con la vicepresidenza sarebbe stato del tutto insufficiente, perché alla fine il peso che conta è quello delle deleghe. Adesso, con la fine disastrosa della trattativa, il commissario tenta goffamente di spacciare questo stesso risultato come una vittoria, ma ormai lo hanno capito tutti che si tratta di meno di una vittoria di Pirro». («O del pirla», aveva chiosato Cia poco prima in conferenza stampa). E la conclusione: «Tra la base in molti sono tentati di andare via. Ma chi deve andare politicamente via dal Trentino — dice Gerosa — è il commissario Urzi, il prima possibile».
Urzì: «Faremo i conti»
Da parte del commissario di Fratelli d’Italia, ieri sono arrivati due distinti comunicati stampa, che seguivano a ruota le affermazioni prima di Cia e poi di Ambrosi. Sul primo dice questo: «La coerenza sempre più disordinata di Cia, con posizioni nelle ultime settimane assunte per soli benefici personali connessi ad una carica di assessore, saranno valutate in termini di compatibilità con il codice etico del partito a cui si impegnano tutti gli iscritti ed i candidati». Sulla seconda questo: «Si prende atto che Ambrosi si stia collocando fuori dalla linea ufficiale del partito con un’arroganza che rasenta l’irresponsabilità». La sua posizione «sarà valutata nelle sedi interne al partito a livello nazionale e locale».