Sindacati
domenica 30 Giugno, 2024
di Donatello Baldo
La «rottura» della Cgil dell’unità sindacale è un fulmine a ciel sereno per i segretari generali trentini di Cisl e Uil Michele Bezzi e Walter Alotti: «Prendiamo atto dalle dichiarazioni del segretario generale della Cgil Andrea Grosselli che si è rotta l’unità sindacale». Alotti, oltre all’ufficialità della nota, dice qualcosa di più: «Abbiamo letto che Grosselli è pronto a rimettere il suo mandato alla fine di un percorso interno di approfondimento sulla linea da tenere con la giunta provinciale, che lui vorrebbe più dura. Ha detto che non ci sono più le condizioni del processo unitario che come sindacati confederali portiamo avanti da anni, senza grandi divisioni, condividendo i temi fondamentali e la maggior parte delle azioni».
Il segretario della Cgil ritiene che aver firmato divisi l’accordo sul contratto del Pubblico impiego sia di per sé una rottura: «A me ha detto solo che bisogna cambiare atteggiamento nei confronti con la giunta. Io ho risposto — racconta Alotti — che non mi sembra che ci siano state chissà che smentite rispetto a quanto condiviso con la giunta a livello di piattaforme, che noi non abbiamo mai parlato di percentuali precise di aumento rispetto al costo della vita». Grosselli accusa però Fugatti di non aver mantenuto la parola, che a fronte di un’inflazione dell’8% si chiedeva un aumento almeno del 4%, ma si è ottenuto l’1%. «Forse di tutto questo ha parlato lui da solo con Fugatti o con Spinelli. Noi no, io non di sicuro». Alotti ammette di essere «stupito», ma di non preoccuparsi più di tanto: «Se Grosselli ritiene che non siamo più unitari perché abbiamo firmato separatamente un rinnovo contrattuale, ne prendiamo atto e ce ne faremo una ragione. Ma non è che ora ci sentiremo orfani o soli, semmai è la Cgil che è rimasta sola.
Ora che succederà? «Per quel che riguarda la Uil, noi continueremo a dire le stesse cose. Loro facciano il loro percorso. Aspettiamo». Ma non si dica che la Cgil sia più dura e Cisl e Uil più morbidi con la giunta. L’accusa di accondiscendenza è rigettata: «Credo che nessuno possa sostenere questo. Nessuno, perché quel che abbiamo da dire lo abbiamo detto a Fugatti, come lo abbiamo detto a Rossi e prima ancora a Dellai. La Uil non è un sindacato politico, mentre la Cgil a differenza nostra ha governi più o meno amici».
Tornando alla nota ufficiale, Cisl e Uil pensano questo nel merito di quel contratto che ha diviso il fronte sindacale: «Confermiamo la soddisfazione per il protocollo sottoscritto con la giunta provinciale per lo stanziamento di risorse importanti e mai viste per il rinnovo del contratto del pubblico. Risorse pari al 10,2% sul 2022-2024, e quindi con un’aggiunta, rispetto al protocollo di luglio 2023, di oltre 4 punti percentuali complessivamente, senza contare la previdenza complementare, rispetto alla cattiva informazione fatta da chi non ha firmato. Un accordo — proseguono — che mette risorse per un ulteriore 7% per il rinnovo 2025-2027 a regime: un unicum in Italia che grazie anche all’addendum allegato riscrive nel pubblico il sistema del finanziamento dei contratti in Trentino. Un impegno totale di risorse di 540 milioni con la possibilità di aggiungerne negli anni grazie alla clausola di addendum». E sulla mancata firma della Cgil: «Legittima la loro scelta, ma spiace osservare che il protocollo è stato voluto e sottoscritto da tutte le nostre federazioni dei vari comparti».
E la conclusione: «Attendiamo di conoscere le decisioni della Cgil in merito al futuro dell’unitarietà in Trentino e successivamente ci riserveremo il tempo di approfondire. Stiamo attenti ad incendiare le relazioni sindacali e non portare conflitti puramente politici nei posti di lavoro. Ognuno come sempre — dicono Bezzi e Alotti — si prenderà le sue responsabilità. In questo momento riteniamo importante trasferire corrette informazioni ai lavoratori e cittadini che non devono pagare per conflitti interni».