l'operazione
martedì 4 Giugno, 2024
di Redazione
Si è tenuta alle 11 di questa mattina la conferenza stampa per svelare i dettagli della maxi operazione Free fuel svolta dai carabinieri di Trento e del Nucleo Operativo della Compagnia di Cavalese. Sono state eseguite 27 misure cautelari a carico dei componenti di una associazione per delinquere a carattere transnazionale, finalizzata alla clonazione di fuel card – utilizzate dalle aziende per tracciare le spese relative ai rifornimenti dei propri veicoli – furti massivi di carburanti ed introduzione all’interno di sistemi di pagamento informatico dei distributori appartenenti a società petrolifere partecipate dallo stato e controllate dal M.E.F. Si è proceduto anche al sequestro preventivo dei beni per l’equivalente di oltre 150.000 €.
Il carburante sottratto veniva trasportato e stoccato senza nessuna misura di sicurezza, creando grave pericolo per le persone, in quanto migliaia di litri viaggiavano su semplici furgoni ed in contenitori non adatti, che in caso di incidente stradali avrebbero potuto arrecare gravissimi danni.
Le indagini hanno documentato come la consorteria fosse in grado di vendere Fuel card clonate di vario “taglio” da 100 € ai 2.000 € a numerosi clienti, consapevoli dell’’illecita provenienza dei beni. L’organizzazione si occupava anche della vendita diretta del gasolio prelevato indebitamente, che veniva riversato in uno o più dei big tank da 1.000 litri stivati in anonimi furgoni cassonati, poi stoccati in un magazzino di Lavis utilizzato come base logistica, o presso aziende di imprenditori compiacenti, ottenendo carburante a prezzo ribassato. Il prezzo di vendita del carburante era stato fissato per gasolio e benzina ad un euro al litro.
La Struttura
Il vertice del sodalizio è costituito da 6 elementi che si occupavano della organizzazione dell’intera attività criminale. Tre di questi, risiedono in Trentino, avevano il compito di installare gli skimmer, clonare e vendere le schede, effettuare fraudolentemente prelievi massivi di carburante per il successivo smercio, avvalendosi di figure sottoposte aderenti al sodalizio. Un altro, invece, cittadino rumeno, faceva la spola tra la terra d’origine e l’Italia, garantendo la fornitura degli skimmer da lui costruiti al gruppo monitorato. Altro elemento di spicco, è un cittadino pakistano residente in Spagna, il quale si occupava principalmente dell’approvvigionamento e distribuzione dei codice per creare tessere clonate utilizzabili sia sul circuito nazionale che internazionale.
Il livello intermedio è risultato essere composto da 8 soggetti che hanno coadiuvato il segmento apicale nelle operazioni di prelievo illecito di carburante, nella cessione di fuel card clonate e nello stoccaggio del carburante.
Infine le indagini hanno consentito d’identificare altri 13 soggetti che sono risultati essere i recettori delle schede clonate e del carburante a basso costo, consapevoli della sua illecita provenienza.
Il gruppo criminale ha dimostrato una spregiudicata sistematicità nell’operare, tanto che il giorno successivo al sequestro di 2 furgoni e di 500 litri di gasolio in pregiudizio di due degli indagati, eseguivano ugualmente con delle tessere clonate dei prelievi illeciti, consegnando almeno 1.000 lt. di carburante in una valle trentina.
Il sodalizio per rimanere “al passo” con le tecnologie di pagamento messo in campo dalle varie compagnie petrolifere avevano pianificato il furto di un totem di pagamento self service di ultima generazione mediante l’asportazione dell’intero apparato, al fine di studiarne i meccanismi ed i circuiti interni, per poter poi fabbricare uno skimmer ad hoc.
Il giro di affari
Le attività hanno consentito di certificare come gli elementi di vertice riuscivano a guadagnare al netto dei costi anche 15.000 € a settimana, mostrando un tenore di vita di altissimo livello. Durante l’operazione sono stati sequestrati 6,4 mila litri di carburante
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