La rassegna
domenica 28 Luglio, 2024
di Maddalena Di Tolla Deflorian
Torna a Lundo, comune di Comano Terme, dal 30 agosto al 1 settembre, il Coesistenza Festival, giunto alla sua terza edizione. L’evento dedicato ai vari modi possibili per condividere le Alpi e la natura con le altre specie animali è organizzato dalle associazioni Fondazione Pamps e Io non ho paura del lupo. Quest’anno la tre giorni di eventi, escursioni, caffè scientifici e letterari e dibattiti si svolgerà in un luogo ancora diverso dalle precedenti edizioni perché nel dna del Festival c’è il nomadismo, il portare dentro i territori il dialogo su una questione «scomoda» che tocca ogni ambito alpino.
Aprire spazi di dialogo sociale e confronto sul tema divisivo e urgente del nostro modo di stare sulla Terra (e nelle Alpi) con gli altri animali, è l’anima del Festival. Detto in altre parole Coesistenza Festival prova seriamente a fare della condivisione il modus operandi per approcciare quello che è soprattutto un problema, per alcuni, ed è invece una opportunità, per altri. «L’idea è quella di promuovere una riflessione corale su un tema centrale, quello della qualità e della visione del rapporto fra uomo e ambiente, che è la base stessa del nostro presente e del nostro futuro — spiega Anna Sustersic, Presidente di Pams Foundation e divulgatrice per professione — il Festival vuole essere il luogo dove raccogliere gli elementi utili a costruire una personale visione e trovare l’innesco necessario a renderla vitale».
Ma quali sono in questo momento i principali nodi della coesistenza nel territorio regionale. «Ci sono alcuni nodi che riguardano la situazione a livello globale e altri invece più specifici che descrivono il contesto locale — prosegue — Per quanto riguarda il quadro più generale credo che ci sia bisogno di una revisione dei valori per definire, a livello sociale, nuovi significati forti che permettano di accettare anche gli aspetti più critici che la presenza della fauna comporta e trovare soluzioni nuove e condivise. Per quanto riguarda il quadro più specificamente locale, anche sulla base delle opinioni raccolte dal pubblico nel corso delle precedenti edizioni, emerge ancora forte una percepita “fame” di spazi di dialogo e confronto, con le istituzioni e non solo, che permettano alla cittadinanza di orientarsi consapevolmente a supporto di scelte gestionali adeguate ed efficaci. Inoltre, purtroppo la questione ricade ancora in un ambito di discussione più istituzionale e politico, che sociale e condiviso. E questo influisce sulla percezione del pubblico, che non adeguatamente soddisfatto nella sua necessità di condividere, si sente impotente ed escluso».
Tornando al «nomadismo» del Festival, Francesco Romito, vicepresidente dell’associazione «Io non ho paura del lupo», è convinto che «il cammino della coesistenza tra uomo e ambiente naturale non possa essere percorso senza il pieno coinvolgimento delle comunità locali. Per questo abbiamo deciso di rendere il festival in movimento, anno dopo anno, raggiungendo cosi quante più realtà. Dopo l’Altopiano della Lessinia, e poi la Valle di Ledro l’anno scorso, questa edizione approda nelle Giudicarie, un territorio magnifico dove la natura si è sviluppata a fianco delle comunità umane».
Cos’è cambiato dalla prima, pionieristica, ostica edizione in Lessinia di due anni fa? «Dalla prima edizione è sicuramente cambiato molto — ragiona il vicepresidente di Io non ho paura del lupo — Siamo passati da un «esperimento» a qualcosa di più strutturato, coinvolgendo nuovi partner e provando ad allargare il pubblico con un’offerta di eventi più ampia e strutturata. Fare questo festival rimane comunque una sfida, è un argomento complesso che stiamo provando a rendere accessibile a tutti».
La sfida porta anche in dote quest’anno uno strumento pratico, concreto per attuare la coesistenza. Si tratta di una giornata interamente dedicata al confronto fra le varie professionalità che si svolgerà – con il titolo «Progettare la coesistenza: la biodiversità nelle strategie e nei progetti per la salvaguardia del territorio» – il 30 agosto a Maso Pacomio, grazie alla collaborazione con Castel Campo, partner dell’edizione 2024. Gli organizzatori spiegano che questa giornata dedicata ai professionisti di settore (che sarà anche un vero e proprio corso formativo con Cfp) è progettata «per pensare alla biodiversità come modalità per progettare il territorio».
Tornando alla dimensione corale della coesistenza da realizzare, gli organizzatori sottolineano la conferma di molti ospiti degli anni passati, e nuovi sostenitori e partner come la Proloco di Lundo, che collabora all’organizzazione del Festival mettendo a disposizione competenze, spazi, supporto logistico e organizzativo, e il Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’antichità dell’Università di Padova che, insieme al Parco Naturale Adamello Brenta patrocinerà l’evento e vedrà gli studenti direttamente coinvolti nelle attività del Festival.
In calendario c’è anche la proiezione del documentario «Pericolosamente vicini», che aprirà il Festival la sera del 29 agosto al Centro Congressi delle Terme di Comano (con ingresso gratuito). La proiezione sarà preceduta da una presentazione in sala in compagnia del regista e del giornalista Mauro Fattor.