economia
lunedì 4 Dicembre, 2023
di Redazione
Lunedì 4 dicembre alle 9 è scattato il click day per il lavoro domestico, il primo dopo 11 anni. E questo mentre il governo, con il Decreto Flussi, dei 136 mila ingressi autorizzati per il 2023 destina solo 9.500 quote ai lavoratori non comunitari da impiegarsi nel settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria. Una presenza non sufficiente a coprire il fabbisogno aggiuntivo delle famiglie, stimato in circa 23 mila unità l’anno, come evidenzia Assindatcolf, l’Associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico, che analizza i numeri forniti dal ministero dell’Interno. Secondo lo studio condotto dall’associazione, servono circa 68 mila colf, badanti e baby sitter nel triennio 2023-2025, contro le 28.500 unità effettivamente autorizzate nello stesso periodo. In una nota, il Viminale aveva spiegato che tra il 30 ottobre e il 26 novembre — la finestra temporale di pre-compilazione — erano state inserite sul Portale servizi (sezione Sportello unico Immigrazione) 607.904 domande, «delle quali, in particolare, 253.473 relative al lavoro subordinato non stagionale, 260.953 relative al lavoro stagionale, 86.074 al settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria». Insomma, la domanda è molto più alta delle quote (9.500) concesse dal governo Meloni per il settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria. Solo una domanda su nove sarà accolta.