politica

sabato 27 Luglio, 2024

Consiglio: la giunta cede sull’aumento delle indennità e si conclude l’intesa. Ok agli hotel di lusso nelle aree agricole

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Le opposizioni avevano presentato 18mila emendamenti ostruzionistici: passa la manovra di assestamento della Provincia

L’intesa sembrava non arrivare. Ma poi in tarda serata è arrivata. Dopo un primo colpo di scena, che aveva fatto saltare l’intesa, la maggioranza ha ceduto sull’aumento delle indennità di giunta e ha chiuso l’accoedo con le minoranze sulla manovra di assestamento della Provincia. La discussione è andata avanti fino a notte fonda con la votazione degli emendamenti: alle 1.25 è arrivata l’approvazione definitiva della manovra, che vale oltre 1 miliardo di euro. Via libera anche alla realizzazione degli hotel a cinque stelle nelle aree agricole secondarie, ma in quelle limitrofe ai centri abitati.
L’intesa sulle indennità
Quasi tutta la giornata di ieri è servita per raggiungere l’intesa, tra riunioni di minoranza, di maggioranza e poi tra i capigruppo e gli assessori Mario Tonina e Achille Spinelli, che hanno mediato per la giunta. La discussione in Aula si è aperta di fatto alle 22.16, solo dopo aver trovato l’accordo. Ricordiamo che le opposizioni avevano presentato 18mila emendamenti ostruzionistici.
Lo scontro ruotava attorno a due articoli del disegno di legge di assestamento di bilancio della Provincia. Uno di questi era l’articolo 10. Due emendamenti a questo articolo, in particolare, prevedevano la possibilità per la giunta di ritoccare le proprie indennità e quelle dei vertici delle agenzie provinciali. Le minoranze erano convinte di aver ottenuto l’eliminazione dell’aumento delle indennita, ma quando sono tornate in aula, l’assessore Spinelli ha spoegato che i due emendamenti sarebbero rimasti. Un colpo di scena, alle 22.30, che ha fatto infuriare le opposizioni. Il presidente del consiglio provinciale Soini, in attesa di una schiarita definitiva, ha ridato il via alle votazioni sugli emendamenti ostruzionistici e non ancora ritirati. Poi ha sospeso ancora i lavori per un ultimo confronto interno alla maggioranza chiesto dal presidente della Provincia, confronto che ha sortito la decisione della maggioranza di far passare infine un emendamento totalmente abrogativo del discusso articolo 10: eliminate quindi le indennità.
Ed è saltato anche l’abbassamento del cosiddetto «pantouflage» (o porte girevoli) a 2 anni: la norma – contenuta sempre nell’articolo 10 – prevedeva che gli ex consiglieri, assessori e parlamentari nominati in enti controllati o partecipati dalla Provincia versino i compensi connessi alla carica alla stessa Provincia, non più nei 5 anni successivi al loro mandato (così come previsto oggi), ma nei 2 anni successivi. La proposta iniziale parlava di 3 anni: la minoranza aveva dovuto cedere, ma aveva ottenuto lo slittamento dell’entrata in vigore alla prossima legislatura. Alla fine è stato cancellato del tutto.
L’intesa sugli hotel a 5 stelle
L’altro articolo era il 43. La norma consente di individuare aree agricole secondarie per la realizzazione di alberghi di alto livello. Inizialmente le minoranze avevano sollevato un muro di fronte a questa proposta, poi hanno chiesto lo stralcio in un provvedimento urbanistico ad hoc e alla fine si sono dovuti accontentare dell’inserimento di alcune garanzie. Nello specifico è stata recepita una richiesta dei sindaci: nella norma si precisa che gli alberghi possono essere costruiti solo in terreni «contigui» alle aree urbanizzate, quindi nelle vicinanze dei centri abitati.
Le minoranze avevano accusato la giunta di perseguire interessi personali, in particolare di favorire due operazioni immobiliari per la realizzazione di hotel a 5 stelle a San Martino di Castrozza e a Tre Ville. Una ricostruzione rigettata dall’assessore provinciale all’urbanistica Mattia Gottardi: «La norma nasce su un’esigenza tecnica che gli uffici hanno espresso di fronte a un conflitto tra quello che il Piano urbanistico provinciale (Pup) prevede già e quello che prevede la legge «Daldoss» del 2015 — spiega — Questo emendamento assicura la compatibilità tra il Pup e la legge del 2015». Sicuramente l’operazione di Primiero, su cui si sta lavorando da quattro anni, ha fatto riemergere questa «esigenza». Mentre l’operazione di Tre Ville «non è coinvolta in questa norma perché quell’area è destinata al bosco».
L’intesa sugli hotel dismessi
L’articolo 43, però, prevede anche un’altra cosa. La stessa norma attribuisce una corsia preferenziale (variante semplificata) al percorso urbanistico di conversione degli alberghi dismessi da 1 anno. Ecco, nella prima versione, si parlava della possibilità di «imprimere all’area altre destinazioni urbanistiche», senza specificare quali. Le minoranze hanno alzato le antenne perché, dal loro punto di vista, la norma avrebbe spianato la strada a speculazioni immobiliari (dai centri commerciali alle case vacanza) o alle seconde case. E alla fine hanno ottenuto l’inserimento di una garanzia: gli alberghi dismessi da 1 anno potranno essere trasformati solo in «residenze ordinarie», cioè prime case.