Università

giovedì 25 Aprile, 2024

Come cambierà il test d’ingresso alla facoltà di Medicina

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Adottato il testo base in Senato, la strada verso l'abolizione del numero chiuso è stata tracciata

Il mondo universitario attorno alla facoltà di medicina sta cambiando. Se ne parla da diverso tempo, ma ora la strada verso l’abolizione del numero chiuso è stata tracciata: il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha adottato praticamente all’unanimità il testo base di riferimento. A raccontarlo è stato il presidente della Commissione, Roberto Marti (Lega). «Stop al numero chiuso a Medicina –  scrive Marti sulla sua pagina Facebook – L’odioso sistema che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni non ci sarà più! Sono davvero soddisfatto per l’adozione, da parte del comitato ristretto, del testo base che verrà ora esaminato in commissione Istruzione al Senato. In questo modo offriremo ai nostri ragazzi la possibilità di iscriversi liberamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, e di iniziare un percorso che gli permetterà di avere tempo e modo per orientarsi nel mondo universitario e di verificare anche la propria vocazione.
È stato un lavoro intenso che corona l’impegno preso dalla Lega in campagna elettorale. Un’altra promessa mantenuta!».

Come cambierà l’accesso alla facoltà di Medicina
I punti fermi di questa novità, come si legge nel testo base che circola in rete nelle ultime ore, riguardano l’iscrizione libera al primo semestre dei corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria, ma con «sbarramento» alla fine del primo semestre. Inoltre, nel documento si parla anche di  individuare e definire le «discipline qualificanti comuni che devono essere oggetto di insegnamento nel primo semestre dei corsi di studio di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria» con l’obiettivo di garantire programmi uniformi e coordinati e l’armonizzazione dei piani di studio dei medesimi corsi, per un numero complessivo di crediti formativi universitari stabilito a livello nazionale.  L’ammissione «vera» insomma, avverrebbe solo dopo aver sostenuto tutti gli esami e aver ottenuto u crediti formativi universitari previsti per il primo semestre. In caso di mancata ammissione, poi, la riforma prevede, come in tutte le facoltà, la possibilità di chiedere il riconoscimento dei crediti ottenuti durante il primo semestre per altri corsi di laurea.
La riforma si trova ancora in una fase iniziale, infatti bisognerà aspettare l’anno accademico 2025/2026 per vederne l’applicazione. Dall’università degli studi di Trento non ci sono indicazioni in merito al momento, perché ancora troppo prematuro parlarne.