La ricostruzione

martedì 29 Ottobre, 2024

Come è morta Matilde Lorenzi: l’impatto con il ghiacciaio e i dubbi sul casco

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Impianti in regola, la giovane sciatrice si è scontrata con un muro di ghiaccio. L'esperto: meglio il casco integrale

Lascia un grande vuoto la scomparsa di Matilde Lorenzi, promessa dello sci azzurro, deceduta ad appena 19 anni (ne avrebbe compiuti venti fra un paio di settimane) a seguito di un incidente avvenuto nella mattinata di lunedì 28 ottobre. Tante le personalità dello sport e della politica ad aver espresso il loro cordoglio. Con il passare delle ore, arrivano nuove informazioni riguardo alla dinamica: la giovane sciatrice non è finita contro ostacoli come paletti o reti, che non si trovano sul ghiacciaio della val Senales, ma contro un muro di ghiaccio. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbero stati rispettati tutti i parametri di sicurezza sia del tracciato che dell’impianto di risalite.

La morte sarebbe avvenuta a seguito di un pesante trauma che ha riguardato la zona della testa e del collo. Lorenzi indossava correttamente il caschetto, quello tipo elmetto, molto diffuso negli sci. Ma ritenuto non più sufficiente dai medici.  «Gli sciatori professionisti – ha spiegato Alberto Momoli, presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia all’agenzia AdnKronos – vanno alla velocità della luce sulle piste. Sulla tragedia di Matilde Lorenzi possiamo solo fare ipotesi. Lo sci ad alto livello comporta dei rischi, ma nel 90% dei casi un trauma facciale, come sembra sia avvenuto nel suo caso, non ha esito infausto. È probabile che abbia inciso la modalità della caduta, che fa la differenza sugli sci. Il trauma facciale importante con una frattura e un’emorragia cranica non lascia molte speranze, al di là della velocità dei soccorsi».

Tra poco inizierà la stagione degli sport invernali: «Raccomando il casco, sempre – prosegue Momoli – gli attrezzi permettono performance importanti e quindi serve allenamento. Non si può andare a sciare senza essersi un minimo preparati».

Per Bruno Andrea Peducci, primario al San Camillo sarebbe in ogni caso da preferire il casco integrale: «Non esistono negli sport di velocità dispositivi efficaci che non siano i caschi integrali da moto – ha spiegato il medico a Repubblica -. Nello sci non arriveremo mai alla piena sicurezza, gli atleti hanno la necessità di avere una visione completa in ogni istanti. In molte discipline si è arrivati a velocità tali che la prevenzione è semplicemente impossibile. Il casco serve a evitare colpi alla testa ma l’impatto sul volto è talmente violento da interessare anche la regione cranica».

Alla famiglia di Lorenzi sono arrivate anche le condoglianze del presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher:  «La notizia ci ha raggiunto durante la seduta di giunta, per noi tutti è uno shock. Non solo per gli appassionati, ma per chiunque ha un cuore. Una tragedia del genere lascia spiazzati tutti. Ci associamo a tutta la comunità del mondo dello sport e a tutto il paese, stringendoci attorno ai familiari. Altro non riesco a dire»,

I funerali di Matilde Lorenzi  si terranno giovedì 31 ottobre, alle 10, presso la parrocchia di San Lorenzo a Giaveno, in provincia di Torino. «Non fiori ma donazioni a favore del ‘Progetto in Memoria di Matildina», fa sapere la Fisi, la federazione italiana degli sport invernali, in una nota.