Alto Garda

domenica 29 Settembre, 2024

Comuni a caccia degli «hotel abusivi»: salgono a 5 i casi

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Continuano i controlli sui «furbetti» del turismo. L'assessore provinciale Failoni: «Ripristinare la legalità»

La strada dei controlli da parte dei Comuni sui «furbetti» del turismo è giusta e lo conferma persino l’assessore provinciale competente Roberto Failoni che, dopo l’eclatante caso arcense, emerso durante il primo vero controllo di una pubblica amministrazione in ambito turistico, sottolinea l’importanza e la fattibilità di questi esercizi di tutela della legalità. Non sarebbe da solo il «non hotel» di Arco che opera nell’Oltresarca come se fosse una vera struttura alberghiera con appartamenti al posto delle camere e una serie di servizi da hôtellerie (piscina compresa ndr), nonostante al catasto risulti come una semplice casa residenziale. I primi controlli effettuati dal Comune di Arco, grazie ai dati dell’Apt Garda Dolomiti, hanno messo in luce una serie di altre strutture non del tutto a norma e sarebbero almeno cinque i primi «abusivi del turismo» che nel solo territorio arcense lavorerebbero nell’ambito della ricezione turistica pur non avendo le carte in regola. Come annunciato ieri da «il T» il Comune di Arco ha avviato, primo Comune in Trentino, i controlli sul turismo incrociando i dati elaborati da un software in gestione all’Apt che può rintracciare le strutture che operano nella ricettività online. Dati che l’Apt ha catalogato per ogni singola competenza territoriale dando la possibilità ai comuni di utilizzarli. Questa indagine è poi stata stati elaborati dagli uffici comunali di Arco che per il proprio territorio di competenza ha lavorato sul catasto. Sulla base dei primi riscontri sono stati eseguiti i primi controlli fino a quelli avvenuti recentemente che hanno scoperto questo caso specifico che di una casa residenziale che però pubblicamente, in internet e alla luce del sole operava come un vero albergo con tanto di servizi alla clientela. «Non entro nel merito della questione di Arco – ha spiegato l’assessore provinciale al turismo Failoni – perché non la conosco nei dettagli, posso solo dire che, dopo due anni che abbiamo riversato il 50% della tassa di soggiorno sulle cosiddette seconde case, questo dimostra che i controlli si possono fare. Credo che sia una delle cose più importanti – continua Failoni – soprattutto perché al primo posto c’è sempre la legalità». Sulla stessa linea il presidente dell’Apt Garda Dolomiti: «Bene per il coraggio avuto nel mettersi a fare controlli – sintetizza Rigatti evidenziando come non sia semplice, in questo ambito dai molti interessi che s’intrecciano, agire per ristabilire la legalità -. Non conosco il caso specifico – ammette -, ma come diciamo sempre, benvenuti coloro che vogliono fare turismo con il solo limite di doverlo fare nel pieno rispetto delle regole che tutti devono rispettare. È spiacevole – precisa il presidente dell’Apt – che per pochi furbetti il turismo risenta di una immagine negativa. Sono certo che la maggioranza lavora con coscienza e serietà». Eppure c’è chi è convinto che il tempo perso nell’attesa di prendere il via con questi controlli è assai troppi e che, per tanti che sono ligi alle norme, molti di più non lo sono. Di questo avviso è Enzo Bassetti presidente altogardesano degli albergatori Unat: «Sono piuttosto stanco di affrontare il tema – spiega Bassetti – perché sono svariati anni che chiediamo questi controlli e li si poteva fare anche prima. Bene che ci si sia arrivati, solo non capisco perché il sindaco di Arco dica che loro possano agire solo da un punto di vista del diritto edilizio. Se io vedessi una rapina e riconoscessi il rapinatore è mio dovere denunciare il fatto. Il Comune con gli strumenti che già ha a disposizione può fare altrettanto». Si poteva agire prima anche per Petra Mayr: «Abbiamo visto che alla fin fine non era una cosa così difficile da fare e sono anni che la chiediamo – dichiara la presidente altogardesana degli albergatori Asat -. Fa piacere che molti vogliano lavorare nel turismo, è positivo, ma va fatto nel rispetto delle regole del gioco che devono essere uguali per tutti. Sono contenta che finalmente qualcosa si sia mosso perché questo sarà di aiuto anche per il tema degli appartamenti che sono un’emergenza e un tema centrale nella comunità, in chi vive e lavora sul territorio».