inclusione sociale

lunedì 27 Gennaio, 2025

Comunicazione per tutti: a Cunevo l’unico centro dedicato a persone con difficoltà di linguaggio

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Questa mattina la festa a Il Melograno con il T e la donazione di 1.100 euro raccolta con il Tour dell’Autonomia

Smontare la moka, riempire la base con l’acqua, riporre il filtro e aggiungere la miscela di caffè, quindi richiudere la caffetteria e posizionarla sul gas. Gesti di routine, che molti compiono in sequenza ogni mattina mentre già pensano alle cose da fare durante la giornata. Gesti semplici, che per qualcuno rappresentano però scogli difficili (ma non impossibili) da superare. «Ci sono persone che hanno difficoltà nella lettura e dispongono di poca memoria di lavoro: possiamo ripetere loro mille volte come si fa il caffè, ma non si ricorderanno mai tutti i passaggi. Per queste persone perdere un solo pezzo della sequenza significa perdere la propria autonomia nel fare le cose. Ma la soluzione c’è: fornire loro delle istruzioni fatte di immagini e simboli che siano in grado di leggere e quindi seguire». A parlare è Venera Russo, responsabile del centro socio-educativo diurno Il Melograno, gestito dalla cooperativa Gsh a Cunevo. Il centro è l’unica struttura in regione a lavorare in maniera strutturata e con operatori formati sulla Comunicazione aumentativa e alternativa (Caa): tutte quelle modalità che aiutano a comunicare chi fatica a utilizzare i canali più comuni, in primis il linguaggio orale e la scrittura.
Il Tour dell’Autonomia
È proprio in questo centro che ieri mattina il direttore de il T Simone Casalini e il presidente del Cda di Synthesis srl, la società che edita il nostro giornale, hanno consegnato al presidente di Gsh Michele Covi un assegno da 1.100 euro. Una donazione raccolta grazie ai 56 sostenitori che il 25 ottobre a Cles hanno partecipato alla cena di beneficenza organizzata da il T in occasione della tappa nonesa del Tour dell’Autonomia. «Questo centro, aperto nel 2013, conta oggi 21 persone tra i 16 e i 64 anni: è quello più numeroso gestito da Gsh e le richieste sono in aumento – ha spiegato Covi –. Siamo molto felici che abbiate pensato a noi per questa donazione, fondamentale per portare avanti i nostri progetti e supportare le tante famiglie in condizione di fragilità». Ad oggi la cooperativa, entrata nel suo trentacinquesimo anno di età, è operativa non solo in Val di Non ma anche in Val di Sole (a Dimaro) e in Rotaliana (a Mezzolombardo). «Uno degli obiettivi del Tour dell’Autonomia – ha spiegato Sebastiani – era proprio quello di dare il nostro contributo a organizzazioni che profondono il loro massimo impegno per le persone più in difficoltà. Oggi siamo qui non per dare risalto al piccolo contribuito che vi diamo, ma per evidenziare tutte le cose che organizzazioni come la vostra fanno a favore dei territori: è giusto che i lettori sappiano che dietro una semplice sigla come Gsh c’è un mondo che non sempre riusciamo a comunicare in maniera adeguata».
Le attività de Il Melograno
«L’obiettivo specifico de Il Melograno – ha spiegato Russo – è permettere la comunicazione lì dove il linguaggio verbale è assente o presente con difficoltà. Il lavoro più grosso che facciamo sta nel costruire i vari strumenti comunicativi che sono tutti personalizzati perché devono sì compensare le difficoltà specifiche, ma anche sfruttare le risorse che sono presenti». Per riuscirci, nella sala computer vengono utilizzati ben tre software che lavorano in contemporanea e permettono di generare istantaneamente simboli e immagini da associare alle varie parole che gli operatori digitano all’interno del programma. Così, per esempio, attraverso due mani che si sfiorano, una faccia che pensa, un cuore, un orologio con una freccia, un segno più e altri simboli, gli operatori hanno tradotto la seguente frase poi incorniciata in un quadro e donata ieri al direttore Casalini: «Questo dono è un aiuto importante per realizzare i nostri progetti e l’amore con cui è stato fatto fa bene ai nostri cuori».
Un altro progetto realizzato grazie alla Caa è la libreria in simboli, nata nel 2013 per volere di Gsh e che oggi conta circa 200 libri in simboli. «Quattro libri li abbiamo tradotti noi – racconta Russo –, poi per fortuna con gli anni è nata l’editoria in simboli e oggi esistono volumi già accessibili a tutti».
Nelle varie stanze del centro tutti gli scaffali sono etichettati: «Così facendo i ragazzi non devono ricordarsi ogni volta il contenuto dei vari cassetti e man mano imparano ad associare le parole ai diversi oggetti».
«Quando ho iniziato a lavorare sulla Caa avevamo un unico libro con le varie immagini e i simboli da fotocopiare ogni volta», ricorda ancora la responsabile. È stata proprio lei, quindici anni fa, ad avvicinarsi per prima all’interno di Gsh alla Caa. «Facevo l’educatrice e mi sono trovata di fronte Mario (che tuttora frequenta Il Melograno, ndr). Lui non usa le parole, ma questo non significa che non abbia molto da comunicare». Così Russo si è formata al centro sovrazonale di comunicazione aumentativa del Politecnico di Milano ed è nel tempo diventata la referente regionale della Società internazionale per la comunicazione aumentativa e alternativa (Isaac).
Passi avanti negli anni ne sono stati fatti tanti, ma c’è ancora tanta strada da percorrere. «Il nostro obiettivo – conclude lei – non è solo quello di creare strumenti ad hoc, ma di rendere normale il fatto che ognuno possa comunicare a modo suo e sensibilizzare al fatto che i vari luoghi, dal bar alla piscina, possano essere resi accessibili a tutti, abbattendo le barriere mentali, architettoniche e anche comunicative».