L'intervento

domenica 14 Maggio, 2023

«Con il Tmb l’inceneritore a Rovereto si può evitare»

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Parla Pietro Zanotti, coordinatore della rete trentina moratoria 2027: «Sistema poco utilizzato, può rendere obsoleto l'impiato»

Un’arma segreta, Rovereto ce l’ha e potrebbe metterla a servizio di tutto il Trentino contribuendo a far diventare obsoleta la proposta dell’inceneritore che, almeno stando ad alcune recenti serate pubbliche, la Città della Quercia non vorrebbe veder stanziato ai Lavini.

Si chiama Tmb ossia Trattamento meccanico biologico e serve a recuperare ulteriore materiale riciclabile dalla frazione di indifferenziato e dalle altre parti «sporche dei vari conferimenti». Un sistema che permette non solo di contribuire maggiormente all’immissione nel ciclo dei rifiuti di una ancor più consistente parte dei riciclabili, ma anche di trasformare ciò che ne rimane in un rifiuto biostabilizzato. Ossia incapace di produrre odori, metano e altre sostanze. «Questo sistema di macchine – racconta Pietro Zanotti coordinatore della rete trentina moratoria 2027 – si pongono a fine del ciclo dei rifiuti e consentono di ottenere materiale riutilizzabile. Sono delle vere e proprie fabbriche di materiale che in Lombardia stanno per essere potenziate proprio per la loro capacità di recupero di riciclabili. Inoltre viene prodotto in sottoprodotto chiamato Css che è un combustibile ad alto efficientamento utile in alcuni settori e, infine – spiega l’esperto – biostabilizza il rifiuto finale da portare in discarica evitando che questo produca ulteriori sostanza. Viene coperto».

Un macchinario chiave nel ciclo dei rifiuti e che per a Rovereto è stato autorizzato per un utilizzo di 57.000 tonnellate. «Peccato – continua Zanotti – che il Tmb non è sfruttato a pieno potenziale e delle 57 mila tonnellate autorizzate ne viene fatto un uso che non va oltre le 9.000».

Per parlare di questo e altre cose il Coordinamento ha anche incontrato il sindaco Francesco Valduga, candidato alla presidenza alle prossime elezioni provinciali, con il quale si è concordato di approfondire meglio la questione. «Anche perché – continua Zanotti – se le buone pratiche vengono messe in atto, se ci si impegna a migliorare la differenziata e il riciclaggio l’inceneritore che è in previsione di essere realizzato, e dalle ultime notizie sembra che ci si stia dirigendo verso l’area dei Lavini di Rovereto, non sarebbe funzionale, non avrebbe materiale sufficiente».

Intanto nella popolazione cresce la preoccupazione per i rischi salutari e Zanotti guarda anche in questa direzione spiegando che l’inceneritore ha un impatto ambientale notevole e non solo. «Non c’è – racconta – una valutazione del rischio sulla salute che una struttura così potrà avere sulla popolazione e questo è un fatto che mi sorprende. Inoltre sono strutture che consumano grandi quantità di acqua che viene prelevata direttamente dalla falda e vista la situazione idrica degli ultimi anni è un aspetto non secondario. Infine viene prodotta una gran quantità di cenere parte della quale deve essere smaltita portandola nelle miniere di sale in Germania». Il dibattito sull’inceneritore e sulle sue ricadute, soprattutto visto l’indirizzo che sembra vedere Rovereto e i Lavini quale area tra le più probabili, è destinato a intensificarsi sempre più oltre che diventare tema politico sia per le provinciali che per il futuro sindaco della città della Quercia.