Il nodo

sabato 4 Gennaio, 2025

Concessione A22, diritto di prelazione in bilico. Deciderà l’Unione Europea

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Nel bando di gara l'incognita sul futuro governo di Autobrennero, Salvini e Fugatti: «Fiduciosi in Bruxelles»

La prelazione è in bilico. Non è affatto scontato che i soci pubblici di Autostrada del Brennero abbiano l’ultima parola sulla concessione cinquantennale. I territori, in primis le Province di Trento e Bolzano, potrebbero perdere la gestione dell’arteria. Bruxelles, infatti, deve ancora decidere se riconoscere o no il diritto di prelazione alla società di Via Berlino. Lo si dice chiaramente nel bando di gara varato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e pubblicato nel tardo pomeriggio di ieri sulla Gazzetta europea degli appalti. Forse proprio per questo, ieri mattina, nella conferenza stampa convocata a Salorno, i governatori Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher hanno preferito concentrarsi sui contenuti del bando: «Chiunque vinca farà gli interessi dei territori: questo è il valore aggiunto del bando». Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – in videocollegamento da Roma – si è detto fiducioso sulla «bollinatura dei signori di Bruxelles».

Il bando di gara
Il bando ha messo a gara il piano economico presentato da Autostrada del Brennero nella sua proposta di finanza di progetto. Così come previsto da una norma approvata dal Senato nel novembre 2021 (governo Draghi). In particolare la società di Via Berlino si è impegnata a realizzare un piano di investimenti da 9,2 miliardi di euro in cambio della gestione dell’autostrada. Anzi, nelle cifre aggiornate del bando il piano è lievitato a quasi 12 miliardi di euro (si veda il pezzo accanto).
Il cronoprogramma? In teoria entro il 31 dicembre di quest’anno la concessione sarà aggiudicata, ma si ipotizza già uno slittamento dei tempi. Di certo entro il 28 febbraio eventuali altri operatori economici potranno presentare la domanda di partecipazione alla gara. Dopodiché, una volta verificati i requisiti minimi, i candidati potranno presentare un’offerta migliorativa rispetto al piano di Autostrada del Brennero. A questo punto, stando alla disciplina nazionale sulla finanza di progetto, «se il promotore (Autostrada del Brennero, ndr) non risulta aggiudicatario — si legge nel bando di gara — può esercitare, entro quindici giorni dalla comunicazione dell’aggiudicazione, il diritto di prelazione e divenire aggiudicatario». In questo modo, dunque, la società di via Berlino avrebbe l’ultima parola, cioè potrebbe fare una controproposta pari alla migliore offerta e conquistare la concessione fino al 2075.

L’incognita prelazione
In realtà, però, il diritto di prelazione non è affatto automatico. E questa è la principale novità emersa dal bando di gara. «Il riconoscimento del diritto di prelazione in favore del promotore sarà confermato nella lettera di invito solo a seguito dell’acquisizione del parere favorevole dei Servizi della Commissione europea», si legge nel documento di gara. In sostanza serve il via libera di Bruxelles. La prelazione contrasta i principi europei della libera concorrenza? È ancora tutto da vedere.
Proprio in virtù di questo Autostrada del Brennero – che comunque dovrà candidarsi alla gara – «nella domanda di partecipazione dovrà allegare, a pena d’esclusione, una dichiarazione di rinuncia di indennizzo e/o rivendicazione alcuna qualora il riconoscimento del diritto di prelazione fosse dichiarato incompatibile». Oltre al danno anche la beffa: se il parere di Bruxelles fosse negativo, la società di Via Berlino perderebbe anche il diritto a ricevere quei 124 milioni di euro previsti nel bando come indennizzo per gli investimenti realizzati e non ancora ammortizzati.
Il primo a instillare il dubbio sulla prelazione è stato l’ex governatore trentino Ugo Rossi su il T di ieri: «Siamo così sicuri che verrà concesso il diritto di prelazione?». Un dubbio confermato anche da Gian Antonio Benacchio, docente di diritto privato comparato dell’Università di Trento, esperto di appalti pubblici e diritto dell’Unione europea: «La prelazione — ha spiegato su queste pagine — è prevista dal nostro Codice degli appalti laddove c’è una finanza di progetto. Il punto, però, è se è conforme anche a livello europeo. Bruxelles non ha ancora stabilito regole precise: ci sono margini di incertezza». Di recente il Consiglio di Stato, in merito a un caso che riguarda Milano ma sempre attinente alla finanza di progetto, ha chiesto un parere alla Corte di giustizia dell’Ue: la decisione è attesa fra un anno.

Fugatti: «La norma è passata»
Ieri alla conferenza stampa di Salorno – luogo simbolico al confine tra il Trentino e l’Alto Adige – la rosa era quasi al completo. I rappresentanti dei soci pubblici di Autostrada del Brennero (non tutti) erano seduti al tavolo, con Fugatti e Kompatscher come registi. In prima fila i vertici della società, partecipata per l’85% da enti pubblici, in particolare dalle amministrazioni locali (da Modena a Bolzano), con un controllo prevalente delle Province di Trento e Bolzano, che detengono il 47% delle azioni insieme alla Regione. E poi si è collegato anche Salvini: «Adesso sarà il mercato a dire la sua — ha detto a proposito del bando — A22 è uno dei temi prioritari che mi sono trovato sulla scrivania 2 anni e 3 mesi fa. Un dossier molto complicato dal punto di vista economico e giuridico. Ringrazio tutti coloro che hanno permesso di arrivare alla firma del bando». A22 è una priorità «sperando — ha aggiunto il ministro — che a Bruxelles nessuno abbia niente da eccepire, perché qualsiasi cosa venga firmata fra Trento, Bolzano, Roma, Milano, Palermo, Catania e Torino, poi ovviamente se non ha la bollinatura dei signori di Bruxelles, qualche problema potrà averlo. Però sono fiducioso e ottimista».
Fugatti ha toccato direttamente la questione prelazione: «Il tema della prelazione esiste dal 2006 nel Codice degli appalti dell’Italia — ha sottolineato il governatore trentino — E la legge del novembre 2021 (cioè quella che ha dato il via libera alla finanza di progetto, ndr) ha sicuramente avuto l’ok europeo. Noi ci siamo mossi dentro questo stato di diritto. E riteniamo che Autostrada del Brennero abbia le competenze tecniche e professionali per essere competitiva». Kompatscher ha chiarito che «l’obiettivo principale» non è l’aggiudicazione da parte della società di Via Berlino, seppur prioritaria, ma «la gestione dell’autostrada nell’interesse dei territori. Oggi — ha considerato il governatore altoatesino — abbiamo raggiunto un traguardo importantissimo perché i contenuti del bando sono quelli decisi da noi. E questi contenuti non permettono di parlare di dividendi. Chi vincerà questa gara dovrà tirare fuori i soldi, dovrà investire». Non ha nascosto, infine, la possibilità di contenziosi giuridici: «I ricorsi si possono sempre fare, ma credo che siamo arrivati a un punto di non ritorno: il governo ha deciso che la gestione debba avvenire secondo il nostro piano».