domenica 30 Aprile, 2023
di Ilaria Maria Tonini
Sono oltre duecento le raccomandazioni che sono state presentate ieri, sabato 29 aprile, al Muse, dai ragazzi all’incontro conclusivo del progetto «Conferenze dei giovani sul clima».
«È stato un percorso arzigogolato che è iniziato ancora lo scorso novembre, quando in cinque ragazzi abbiamo partecipato alla Cop27 in Egitto», racconta Emiliano Campisi, che alle conferenze ha svolto il ruolo di tutor. «Una volta tornati, abbiamo cominciato a progettare gli incontri territoriali in quattro zone del Trentino: Trento, Rovereto e Vallagarina, Garda e Ledro, Valsugana e Tesino». Uno dei punti di forza del percorso, promosso e finanziato dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (Appa) e coordinato dall’associazione Viração&Jangada, è infatti la sua capacità di inserirsi capillarmente nel territorio. Le conferenze hanno avuto luogo in tutto il Trentino. «Abbiamo discusso di adattamento ai cambiamenti climatici. Non si è parlato tanto di come diminuire le emissioni, ma piuttosto di come adattare il territorio a un clima che cambia», prosegue Emiliano. Alla fine degli incontri, realizzati in collaborazione con il Centro Europeo d’Eccellenza Jean Monnet dell’Università di Trento, il Trento Film Festival e il Muse, c’è stata una parte laboratoriale. «I ragazzi hanno redatto duecento raccomandazioni politiche da presentare alla politica locale. All’ultimo incontro ogni area territoriale ne ha spiegate dieci e poi abbiamo prodotto un documento riassuntivo». Le proposte riguardano una varietà di temi: dalla salute all’agricoltura, dal turismo alle aree boschive. È stato quindi un lavoro di sintesi quello che sono andati a fare ieri una quarantina di ragazzi. Una mera rappresentanza degli oltre trecento giovani che hanno preso parte al progetto.
«Siamo soddisfatti di aver potuto aiutare nell’organizzazione delle Conferenze dei giovani sul clima. Il fatto che negli ultimi mesi i musei siano diventati un luogo per lanciare un grido di allarme riguardo ai cambiamenti climatici ci ha fatto riflettere», ha dichiarato Lucilla Galatà, mediatrice culturale del Muse, facendo riferimento alle proteste che hanno visto attivisti incollarsi a statue o lanciare zuppa contro le opere d’arte. Anche da parte del Film Festival c’è stato un immediato supporto. «Questo è un progetto importante che si inserisce nel percorso che il festival sta facendo da diversi anni. Il nostro desiderio è quello di dimostrare come la cultura possa dare riscontri pratici sulla sostenibilità», ha commentato Laura Zumiani, responsabile dell’organizzazione del Trento Film Festival. A partire da badge “piantabili” – sul retro dei cartellini che verranno dati durante la rassegna ci sono le indicazioni su come piantarli nel terreno – e da uno spazio in piazza Cesare Battisti, che ogni giorno alle 19 verrà gestito da associazioni che parlano di clima, il festival darà un contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici. È proprio grazie all’interesse di diverse realtà che sono potute nascere le Conferenze dei giovani sul clima. «Si tratta del risultato di un grande sforzo corale. È l’unica esperienza del genere in Italia», ha spiegato Lavinia Laiti, funzionaria per Appa.
Oltre agli incontri teorici e alla parte di confronto tra i ragazzi, sono state organizzate delle conferenze libere su diversi temi, tra cui i giovani partecipanti hanno potuto scegliere. Una di queste è stata tenuta da Elisa Cartechini e Alessandra Cettola dell’associazione universitaria Clima3T. «Durante quella discussione sono nate una decina di proposte», racconta Alessandra. L’associazione, il cui obiettivo è quello di portare avanti suggerimenti per ridurre l’impronta carbonica dell’università di Trento, pubblicherà nei prossimi giorni un report sull’impatto dell’ateneo sul cambiamento climatico. «Noi ci occupiamo di mitigazione. L’adattamento, argomento principale dell’iniziativa, non è tanto il nostro focus. Partecipare è stato quindi un buon modo per cogliere punti di vista diversi ma in sintonia con il nostro», prosegue la studentessa. Visto il successo delle conferenze, le intenzioni sono quelle di proseguire il percorso sul clima. «I ragazzi vorrebbero che queste occasioni per incontrarsi e far emergere le proprie idee andassero avanti. È auspicabile quindi dare una certa continuità al progetto. Speriamo anche che alcune delle raccomandazioni vengano applicate, in modo da dare fiducia ai giovani che questo percorso funziona», ha dichiarato Roberto Barbiero, climatologo di Appa.
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L'intesa è stata siglata alla conferenza di Baku (Azerbaigian). Le risorse serviranno a limitare o ridurre le emissioni di gas a effetto serra
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