economia
mercoledì 25 Settembre, 2024
di Gabriele Stanga
Una storia che parte dal 1974 e che si snoda lungo mezzo secolo, passando anche per momenti difficili come la pandemia da Covid 19. Ma sempre guardando al futuro e senza mai perdere di vista la tutela del commercio al dettaglio. Confesercenti del Trentino festeggia oggi i propri 50 anni dalla fondazione, avvenuta nel 1974. Per l’occasione è pronto un ricco programma di interventi dal mondo accademico, politico e imprenditoriale: sul palco dell’Itas forum a partire dalle 16 saliranno il direttore del Dipartimento di sociologia e ricerca sociale Giuseppe Sciortino insieme alla professoressa Agnese Vitali e al professor Roberto Poli dello stesso dipartimento, che si concentreranno sul ripensamento del settore terziario. A seguire una sessione di confronto tra l’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, il presidente di Itas Mutua Luciano Rova e il presidente di Banca per il trentino Alto Adige Giorgio Fracalossi. Assieme a loro lato Confesercenti interverranno il presidente provinciale Mauro Paissan e la presidente nazionale patrizia De Luise. Le discussioni verterranno sulla storia dell’ente ma anche su temi di stretta attualità. Al termine ci sarà anche un momento di premiazione dei soci. Ma un primo assaggio in anteprima per il T lo ha dato il direttore di Confesercenti del Trentino Aldi Cekrezi
Partiamo dall’inizio, come nasce l’associazione?
«Confesercenti a livello nazionale nasce nel 1971 e si sviluppa poi in vari territori, per arrivare al Trentino nel 1974. Il primo luglio venne aperto il codice fiscale di Confesercenti del trentino che è ancora attualmente in uso. Inizialmente in realtà si chiamava Confesercenti trentina poi è diventata del Trentino»
E quali sono i valori alla base dell’ente?
«Da sempre tuteliamo le piccole e medie imprese e quelle conduzione familiare. Siamo molto vicini al commercio al dettaglio in tutte le sue forme, ci sono tre anime che coesistono all’interno di Confesercenti: commercio ambulante e al dettaglio, turismo e servizi. Prima ci si è concentrati su turismo e commercio e dagli anni ‘90 sui servizi»
E lei quando è entrato?
«Ho iniziato nel 2006 nell’area meramente sindacale, man mano sono riuscito ad introdurmi di più nel mondo di Confesercenti, per arrivare alla scelta dei presidenti che nel 2019 mi hanno affidato il ruolo di direttore, un ruolo non solo politico ma anche gestionale».
Quali sono i momenti più significativi che ha vissuto da quando è nell’associazione?
«Un primo momento è quando insieme alla Provincia siamo riusciti a dare una normativa per la gestione delle pizzerie al taglio. Era il 2008, prima i gestori non erano identificati. Un altro momento è una delle prime vertenze di cui mi sono occupato che riguardava un agente di commercio nel settore delle bevande. ma poi c’è anche il Covid sia in negativo che in positivo».
Come mai in positivo?
« È un’immagine brutta da ricordare ma siamo riusciti a mostrare il valore dell’associazione e mostrarci vicini a tutte le imprese».
Sfide per il futuro?
«Puntiamo sul commercio di prossimità. I piccoli negozi di quartiere devono fare collante tra i due poli costituiti da centro storico e centri commerciali. Stiamo lavorando sul rafforzare questo tipo di attività».