l'intervento

martedì 31 Gennaio, 2023

Congresso Cgil, Grosselli: «Bisogna puntare su salari, giovani e ambiente»

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La relazione del segretario tratteggia la linea del sindacato per il presente e per il futuro della provincia

Per il ventesimo congresso provinciale della Cgil, in corso da ieri, la relazione del segretario uscente Andrea Grosselli è lunga otto pagine, densa di contenuti. Incastonata nel duplice quadro della politica e dei valori europei («La vera occasione per rilanciare crescita, salari, qualità del lavoro e dei servizi è l’Europa»), e dello scenario del Global Change, l’esposizione riprende i temi più urgenti del presente (pace, conflitti), del lavoro (salario minimo legale, precarietà) della società (impoverimento, disuguaglianze, servizi di cura), affermando che «il lavoro crea il futuro», claim di tutto l’evento congressuale.
Ieri all’auditorium Sant’Orsola, significativamente nella terza città del Trentino, in quella che sembrava periferia e oggi risulta snodo cruciale, erano presenti 158 delegate e delegati (91 uomini, 67 donne).
Partecipazione è un tema toccato dal segretario e da diversi ospiti sfilati sul palco. La Cgil «non ha una situazione rosea del tesseramento e del coinvolgimenti anche dei giovani» ha premesso Grosselli, pur tuttavia conta ancora 41mila iscritte e iscritti. «La guerra, il caro bollette, l’innalzamento dei mutui, la crisi del Governo Draghi, le elezioni politiche, gli scioperi del dicembre scorso. Dopo i due drammatici anni di pandemia, non è il contesto ideale in cui svolgere le 450 assemblee del XX Congresso provinciale. Non ci ha soddisfatto la partecipazione in Trentino, ferma al 10% degli iscritti, seppur in linea con il Congresso precedente. Sono stati comunque 1.300.000 i lavoratori ed i pensionati che in tutta Italia hanno votato i documenti congressuali. Questa partecipazione è la migliore risposta agli autori del vile attacco alla Cgil del 9 ottobre di due anni fa a Roma: attendiamo giustizia e lo scioglimento di Forza Nuova e delle altre organizzazioni parafasciste». Accanto all’antifascismo,ai giovani, all’ambiente, un impegno rinnovato è quello per l’unità sindacale. Nel quadro internazionale, forte è stato il richiamo alla scelta di appoggiare il popolo ucraino e la solidarietà a quello iraniano.
Diseguaglianze che sono cresciute, progressivo impoverimento dei lavoratori e delle classi medie nei Paesi industrializzati, polarizzazione del lavoro tra impieghi ben remunerati e un’occupazione povera, potere d’acquisto dei salari in diminuzione: problemi e fenomeni che hanno alimentato la retorica populista, per Grosselli. «In Italia si continua a lavorare di più che negli altri Paesi dell’Europa occidentale – ha detto Grosselli- il 24% in più della Germania (+320 ore ogni anno), il 16% in più +179 e +176 ore)». La produttività del lavoro non è stata al passo con quella dei Paesi europei più avanzati, «ma questo è un campanello d’allarme per le imprese. Perché la produttività dipende dal valore aggiunto prodotto, non solo dalle voci di costo: più alte sono qualità e remuneratività di ciò che produco, maggiore sarà la produttività del lavoro». Dunque serve migliorare la capacità di innovare e il posizionamento delle imprese nelle catene del valore, aumentare la dimensione media e gli investimenti privati, formare gli addetti, investire sul sistema formativo trentino.
Critica forte per la destra al governo che «riesuma ricette stantie, fondate su precarietà e detassazione». No all’estensione dei contratti a termine senza causale ad almeno 24 mesi, no a ridurre le tasse sulle imprese senza vincoli precisi, no alla flat tax, no ai condoni. La riduzione del cuneo fiscale rischia di tradursi «nell’ennesima scorciatoia». «Bisogna garantire contratti rinnovati nei termini, bisogna sperimentare un salario minimo legale che rafforzi la contrattazione collettiva».
Poi l’ambiente. «Per il Trentino e le nostre montagne sarà una sfida cruciale – ha detto – Dovremo saper programmare un utilizzo sempre più oculato delle risorse idriche e rivoluzionare la mobilità e i sistemi logistici. Dovremo fondare il mix energetico sulle rinnovabili non solo per ridurre le emissioni di CO 2 ma per rendere più competitivo il nostro sistema economico». Sono nette le parole del segretario, che ricorda che «la più urgente grande opera pubblica è la prevenzione del dissesto idrogeologico. Ed oggi non è nell’agenda politica».