politica

sabato 25 Gennaio, 2025

Consiglieri, arrivato l’aumento in busta paga: 1.117 euro in più al mese. Previsti altri 7mila euro di arretrati

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Ironico Degasperi (Onda): «Ringrazio i trentini che pagano. Hanno votato loro in maggioranza per chi ha alzato l’indennità. Noi eravamo contrari»

Si sapeva che sarebbe arrivato l’aumento per i consiglieri provinciali di Trento e di Bolzano, lo aveva deciso il Consiglio regionale lo scorso dicembre. Ma ha fatto effetto anche a loro leggere la busta paga di gennaio: 1.117 euro lordi in più. L’indennità passa dunque da 9.800 euro a 10.917 euro lordi, a cui si aggiungono 645,93 euro lordi di rivalutazione Istat e 700 euro netti di spese forfettarie. Il totale è di 11.562,93 euro lordi. Netti, più o meno, compresi i 700 euro forfettari, oltre i 6.200 euro al mese puliti puliti, a cui vanno sottratti i contributi figurativi della pensione, per chi li versa.
La norma anti-adeguamento
L’aumento è figlio di una norma del 2023 che, in realtà, ha impedito un aumento molto più consistente. Prima di allora, infatti, lo stipendio dei consiglieri veniva adeguato in base al ben più generoso indice Istat, che se fosse ancora così l’aumento sarebbe stato del 17%. La riforma vide uno scontro anche in maggioranza, con la Svp che proponeva un aumento fisso del 13%, mentre la Lega imbarazzata cercava la mediazione. Fu il capogruppo del Carroccio Mirko Bisesti a proporre la soluzione con un suo emendamento: legare l’aumento al contratto dei dipendenti della Regione. E così si è deciso.
L’aumento ai dipendenti
Il 2 dicembre è stato siglato l’accordo stralcio per il rinnovo del contratto 2022-2024 dei dipendenti dell’area dirigenziale e non dirigenziale della Regione. L’accordo prevede un aumento salariale di circa il 10,5%. E sulla base di questa percentuale scatta l’aumento per i consiglieri regionali. Nella manovra economica di dicembre, non a caso, la maggioranza si era premurata di istituire il fondo per il surplus di spesa: circa 850mila euro in più a carico delle casse pubbliche.
La norma stravolta
La norma del 2023, che legava l’aumento delle indennità dei consiglieri all’aumento dello stipendio dei dipendenti pubblici regionali, è stata inserita in una norma che prevedeva tutt’altro. Anzi, il contrario dell’aumento. Era la proposta di legge del consigliere Filippo Degasperi, che chiedeva di cancellare definitivamente l’adeguamento Istat automatico. Cancellarlo, punto, senza tanti giri. Senza inventarsi altri «agganci». «Perché nessuno aveva un adeguamento automatico, nessun lavoratore ha questo privilegio», spiegava allora in Aula del Consiglio regionale l’esponente di Onda. Ma il suo disegno di legge venne preso, svuotato, e riempito con la proposta di legare l’aumento al contratto dei dipendenti regionali.
«Ringrazio i trentini»
Anche a Degasperi è arrivata la busta paga. «C’è l’aumento, lo si sapeva. Beh, cosa dire — aggiunge con ironia — ringrazio i trentini. Sono loro che me lo pagano, con i loro soldi. Dico grazie a loro perché in maggioranza sono stati loro a votare per i partiti che hanno deciso l’aumento. Io avevo presentato una proposta di legge per toglierlo, per eliminare tutti gli automatismi». E aggiunge: «Io non sono francescano, non credo che non si debba pagare chi fa politica. Non è un discorso populista, ma oltre mille euro di aumento al mese, quando ci sono persone che quei soldi li prendono come stipendio facendo otto ore al giorno… Ecco — dice Degasperi — mi sembra esagerato. Ci si poteva accontentare di quello che giù prendiamo». Torna però alla questione politica: «Vedo che il tema non è più un argomento di dibattito. I costi della politica non è più un argomento che fa presa sugli elettori».