Il retroscena
venerdì 27 Ottobre, 2023
di Donatello Baldo
L’ex sindaco di Mezzolombardo Tutti ex sindaci: Christian Girardi, Daniele Biada e Carlo Daldoss. Rispettivamente di Mezzolombardo, Campodenno e Vermiglio, e l’ultimo pure ex assessore tecnico della giunta Rossi. Sono i nuovi eletti di Fratelli d’Italia in Consiglio provinciale, e sembra vogliano mettere subito le cose in chiaro: nessun braccio di ferro con il governatore Maurizio Fugatti, nessuna tensione con la futura maggioranza di centrodestra e nessuna bega dentro il partito. Che, anzi, potrebbero anche voler prendere in mano, sotto l’egida dei deputati Andrea de Bertoldi e Alessia Ambrosi. Una sorta di «cambio di passo» rispetto alle frizioni del passato, sia interne che esterne, che si tradurrebbe però in una sorta di «neutralizzazione» di Francesca Gersoa e in un «benservito» a Alessandro Urzì, il commissario che ha traghettato Fratelli d’Italia nelle acque fin troppo agitate della campagna elettorale. Una navigazione che a molti non è piaciuta: c’è chi recrimina — come Claudio Cia — l’eccessiva sponsorizzazione di Gerosa da parte di Urzì — e c’è chi lo accusa di aver gestito troppo in solitaria le dinamiche interne al partito.
Urzì, in ogni caso, lascerà il vertice di FdI entro pochi mesi, quando si aprirà la stagione congressuale che eleggerà un presidente. Ad eleggerlo saranno gli iscritti — quelli con la tessera fatta prima del 30 settembre scorso — e sembra che la maggioranza sia già in mano a de Bertoldi, che d’accordo con Ambrosi vorrebbe consegnare le chiavi della direzione del partito proprio ai neo-eletti, sopratutto a uno di loro: l’ex sindaco di Mezzolombardo e ora consigliere provinciale Christian Girardi. Anche Claudio Cia sembrerebbe condividere questo schema: non è un segreto che i suoi rapporti con Urzì e sopratutto con Gerosa siano tutt’altro che buoni. Ottimi, invece, con Alessia Ambrosi.
Nessuno conferma tutto questo, perché nessuno confermerebbe l’intenzione di scalare un partito prima di aver raggiunto la vetta, ma più di un indizio sembra confermare quanto emerge dall’interno di Fratelli d’Italia. Primo, dell’ingresso dei «sindaci» in Consiglio provinciale si è subito intestato il successo proprio de Bertoldi, ricordando che è stato lui a tesserarli. Dichiarazione che ha scatenato a breve giro la dura reazione di Urzì. Ma è notorio il rapporto privilegiato di tutti gli eletti — Cia compreso e la sola Gerosa esclusa — con il deputato di Trento, mentre sono del tutto assenti i rapporti con Urzì e Gerosa, con cui nessuno — guarda caso — ha fatto cordata alle elezioni di domenica scorsa
Secondo indizio. I tre, e sopratutto Daniele Biada, non è entrato da solo in Fratelli d’Italia, ma ha portato con sé i «suoi», tesserandoli. E così avrebbe fatto Girardi, consegnando anche lui il suo «pacchetto» di tessere. Non si tratterebbe di un’Opa ostile: il partito va a congresso e vince chi ha più tessere. E per non dover «subire» la linea del partito, traducendola ciecamente dagli scranni del Consiglio provinciale, hanno voluto tutelarsi: noi ci siamo, ma non per fare le pedine in mano a dirigenti politici di cui non condividiamo l’azione.
Terzo. Il brindisi dopo l’elezione. A Campodenno — a casa di Biada — partivano i festeggiamenti con Claudio Cia e Alessia Ambrosi. E a Mezzolombardo — a casa di Girardi — l’ex sindaco eletto consigliere alzava il calice per il cin-cin con il nuovo collega Carlo Daldoss, tutti attaccati al telefono per riempire la distanza tra la Rotaliana e la Val di Non. Francesca Grosa era da sola in sede a Trento, Urzì era partito la stessa sera di lunedì alla volta di Roma. Una fotografia che dice tutto, che fa capire la distanza tra la vicepresidente designata e tutto il resto del futuro gruppo consiliare di Fratelli d’Italia
Do.Ba.