il provvedimento
mercoledì 12 Marzo, 2025
Contro lo spopolamento contributi a fondo perduto dal 30 al 40%: ecco la misura per chi acquista o ristruttura
di Redazione
Sono 33 i Comuni interessati al provvedimento annunciato da Fugatti

La Giunta provinciale prosegue nell’attuazione delle misure per rafforzare la coesione territoriale e rispondere all’emergenza abitativa sul territorio. Accanto alle iniziative avviate e ai macro interventi per l’housing sociale come Ri-Urb e Ri-Val, l’esecutivo ha avviato il percorso per un’azione mirata e sperimentale nei Comuni particolarmente esposti al fenomeno dello spopolamento. Si parla infatti di contributi a fondo perduto, dal 35% al 40%, per sostenere le spese di chi acquista e ristruttura un immobile, per usarlo come abitazione oppure affittarlo a canone moderato a persone che spostano la loro residenza, nei 33 Comuni che negli ultimi 10 anni hanno perso abitanti. Questi i contenuti della delibera pre-adottata dall’esecutivo e illustrata oggi dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, un documento che seguirà ora i passaggi istituzionali previsti prima dell’ok definitivo.
L’esecutivo provinciale, come ha precisato il presidente Fugatti, ha deciso di accelerare l’attuazione di un intervento di coesione territoriale che punta a costruire comunità e che si inserisce nella risposta complessiva sulla questione abitativa. Un tema prioritario per la Giunta che è consapevole di quanto sia sentito su tutto il territorio, dalle comunità locali, dalle amministrazioni, dalle categorie economiche e dai lavoratori che devono poter ottenere alloggi a prezzi accessibili. Si tratta di una misura orientata a creare una rete comunitaria identitaria in contesti a forte spopolamento, che arriva a compimento in queste settimane ma è scaturita fin dagli Stati Generali della Montagna.
Il punto di partenza, ha aggiunto il presidente, è stata l’analisi statistica per individuare i Comuni che in Trentino, negli ultimi 10 anni, hanno visto diminuire i propri abitanti. Sono quindi emersi 33 territori con il segno meno, che hanno subito un calo dei residenti. Aree in cui ci sono immobili anche abbandonati e ampie possibilità per il recupero edilizio. Per questo la Giunta ha preadottato il provvedimento che prevede un contributo a fondo perduto per chi acquista un immobile, lo sistema e si impegna a viverci per almeno 10 anni, oppure ad affittarlo a canone moderato. Si tratta come ha sottolineato il presidente di un’azione sperimentale, che potrà essere oggetto di successivi aggiustamenti, mai attuata prima, che ora viene portata all’attenzione in un percorso di approvazione in cui potranno essere raccolti eventuali pareri e suggerimenti. Un’iniziativa che rappresenta un’opportunità per le persone e le comunità e che va nella direzione di rafforzare la coesione sociale sul territorio trentino.
Come illustrato dal dirigente generale del Dipartimento urbanistica, energia, catasto, tavolare e coesione territoriale, Giovanni Gardelli, due sono gli indicatori per assegnare i contributi, ovvero l’indice di decremento demografico dei comuni più un indicatore composito di turisticità che scaturisce dal rapporto tra presenze turistiche e popolazione residente e dal rapporto fra le presenze turistiche e la media delle presenze turistiche in provincia.
I beneficiari sono persone fisiche che hanno o intendono acquisire un diritto di proprietà o di godimento su un immobile ed è consentito richiedere i contributi fino a un massimo di 3 unità, questo per dare unitarietà all’intervento di ristrutturazione, ad esempio per le facciate degli edifici. I soggetti beneficiari devono portare la propria residenza o locare a canone moderato a soggetti che portano la residenza all’interno del comune per dieci anni. La spesa ammessa arriva al 40% nei centri storici e al 35% al di fuori di essi. Il soggetto beneficiario non deve essere residente nel territorio dove si trova l’unità immobiliare, a meno che non abbia compiuto il 45esimo anno di età. C’è anche un piccolo contributo per l’acquisto, fino a un massimo 20.000 euro, mentre per la ristrutturazione si arriva a un massimo di 80.000 euro, ovvero il 40% sul massimo della spesa ammessa che è di 200.000 euro.
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