Crisi climatica
venerdì 4 Novembre, 2022
di Francesca Dalrì e Simone Casciano
C’è un pezzo di Trentino alla Cop27 in programma a Sharm el-Sheikh (Egitto) dal 6 al 18 novembre. La conferenza delle parti dell’Organizzazione delle nazioni unite (Onu) dovrà fare passi avanti concreti per contrastare il cambiamento climatico. Il momento non potrebbe essere più urgente, proprio in Trentino questa estate il surriscaldamento globale ha mostrato il suo volto più feroce. Era il 3 luglio scorso quando un seracco della calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada si staccò, generando una valanga di acqua, fango e sassi che spazzò via tutto sul suo cammino, lasciandosi dietro 11 morti, otto feriti e la sensazione di aver raggiunto un punto di non ritorno.
The Climate Route
Proprio dalla Marmolada, esattamente una settimana prima, erano partiti per il loro viaggio gli attivisti di The Climate Route, un’associazione ambientalista composta da tanti volontari, provenienti da varie parti d’Italia, ma radicata in Trentino. Dalla «Regina delle Dolomiti» gli otto partecipanti alla spedizione si sono mossi per l’Europa fino a raggiungere la Georgia. Un viaggio di un mese, con mezzi sostenibili, con cui hanno voluto raccontare gli effetti del cambiamento climatico in varie zone d’Europa e come i territori si siano adattati. Parte di quella esperienza sarà presentata a un evento della Cop l’8 novembre dove racconteranno gli effetti del surriscaldamento globale sui ghiacciai. «Quando siamo stati sulla Marmolada si vedeva già che il ghiacciaio era in uno stato drammatico – dice Alex Nicolini, uno dei partecipanti alla spedizione –. Quando abbiamo saputo cosa era successo il primo pensiero è stato che poteva capitare anche a noi, il secondo che fosse solo questione di tempo e il terzo che purtroppo una settimana dopo non se ne sarebbe più parlato». Il tema dei ghiacciai è poi riemerso due volte nel corso del viaggio: «In Bulgaria abbiamo visto i laghi di Rila, degli specchi d’acqua nati dallo scioglimento dei ghiacciai. È stato un po’ come guardare nel futuro e capire che comunque la vita trova sempre una strada. Il nostro viaggio si è poi concluso in Georgia al Monte Kazbek, una montagna alta 5054 metri. Anche quel ghiacciaio è in sofferenza e nel 2002 si verificò un distacco simile a quello della Marmolada che causò oltre cento morti».
Gli attivisti di The Climate Route rimangono però ottimisti: «Siamo convinti che una vera transizione ecologica sia possibile e fondamentale non solo per spezzare il ciclo delle emissioni, ma anche per fermare i danni che la ricerca dei giacimenti causa in Sud America e in Africa».
Cinque trentini racconteranno in diretta la Cop
A Sharm el-Sheikh ci saranno anche cinque ragazze e ragazzi trentini under 35. Partiranno grazie a un progetto dell’associazione Viracao&Jangada dell’attivista Paulo Lima, finanziato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa).
«La prima settimana – spiega Lima – saranno collegati online a causa delle speculazioni dell’Egitto sugli alloggi. La seconda settimana, invece, seguiranno i negoziati da là per raccontare anche quello che succede al di fuori delle stanze decisionali, tra le migliaia di attiviste e gruppi che ogni anno partecipano alla Cop».
«Ciò che mi affascina di più – racconta Federica Dossi, 24 anni, in Olanda per un master in Economia ambientale – è l’umanità delle dinamiche che stanno dietro questi negoziati e che solo sul campo riusciremo a cogliere. Alle persone che incontrerò chiederò il loro livello di speranza nella lotta al cambiamento climatico: io ne ho poca, ma senza non andiamo da nessuna parte».
Al loro ritorno, la sfida sarà sul territorio. «Organizzeremo nelle valli trentine delle “Conferenze dei giovani sul clima” – spiega Lima –. Analizzeremo gli impatti dei cambiamenti climatici a livello locale e saremo noi a suggerire le strategie prioritarie da adottare a livello provinciale. Per essere incisivi la prospettiva giovanile sarà fondamentale».
Segui i ragazzi trentini alla Cop27
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