LO STUDIO
giovedì 3 Novembre, 2022
di Margherita Montanari
L’evidenza dei numeri conferma un quadro che aveva già cominciato a delinearsi. E che nei mesi passati ha portato respiro alle imprese della regione. Nel secondo trimestre del 2022, in Trentino-Alto Adige le esportazioni sono aumentate, fino a portare il valore dell’export a quota 1,4 miliardi. Una crescita che si è mantenuta costante per 4 trimestri consecutivi. Lo dicono i dati presentati da «Monitor», l’analisi dei distretti industriali del Triveneto curata dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo.
A fare da traino in Trentino è il distretto della meccatronica, a cui gli affari fuori dall’Italia hanno permesso di segnare 136,3 milioni in più rispetto all’anno precedente. Si tratta della performance di crescita nei mercati esteri coi valori più alti in tutta la regione, tenendo conto dei 10 distretti osservati nell0 studio. Tra i prodotti più richiesti, rientrano le macchine per la forgiatura dei prodotti in metallo e la componentistica per l’automotive, destinati soprattutto ai mercati di Stati Uniti (+53%) e Germania (+31%). Diversa la situazione in Alto Adige, dove lo stesso settore ha perso il 6,2%. Una crisi che brucia l’equivalente di 46,2 milioni.
La situazione è ribaltata nel settore delle mele. Se a Trento sono andati male gli affari con l’estero (-38% delle esportazioni), Bolzano si può consolare con una crescita del 3,7% dell’export, pari a +11,5 milioni di euro. Le mele trentine hanno sofferto cali diffusi sui principali mercati di riferimento (Spagna, in Egitto e Germania). Nella Provincia autonoma di Trento, hanno assistito a un lieve calo delle vendite internazionali anche le imprese di vini e distillati (-2,3%) sulla scia della flessione delle vendite negli Stati Uniti, che comunque continuano a sviluppare livelli di domanda superiori a quelli del 2019. Viceversa, la domanda degli Usa si gonfia nel distretto delle marmellate e dei succhi di frutta (+30,1%), con 45,3 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. L’accelerazione delle richieste, in particolare tra aprile giugno, ha portato le richieste di Washington a crescere del 185%. Infine, registra un balzo in avanti anche il comparto del porfido, in val di Cembra (+28,9%). Significa 5,9 milioni di euro in più, legati alle vendite in Francia, Germania e Svizzera.
Nel complesso, il risultato del primo trimestre, per la regione Trentino-Alto Adige, è stato un trimestre da record, «grazie anche alla capacità delle imprese di introdurre strategie di efficientamento e risparmio energetico, di mantenere alta la produzione per soddisfare le commesse inevase e di allargare i mercati di sbocco nei Paesi extra europei», commenta Cristina Balbo, direttrice regionale Veneto ovest e Trentino-Alto Adige di Intesa Sanpaolo. «Così come osservato per i distretti dei vini veneti, torna a crescere la domanda per i vini trentini da parte del Regno Unito, +14%, dopo l’arresto del 2021. Insieme crescono anche le vendite in Belgio, +35%, dove si sono riscontrate anche nei trimestri precedenti aperture di grandi centri logistici di catene retail del Regno Unito per semplificare le procedure doganali e fiscali».