L'indagine
domenica 26 Marzo, 2023
di Benedetta Centin
Sulla carta risulta una società sportiva dilettantistica. Di fatto – è l’ipotesi degli inquirenti – sarebbe stata una vera e propria impresa.
Un’attività commerciale capace di incassare oltre un milione e mezzo di euro in soli due anni, 2016 e 2017. Ricavi, questi, sottratti però alla tassazione che invece avrebbe dovuto essere applicata secondo le regole ordinarie. Con un ammontare di Iva dovuta di oltre 280 mila euro. Almeno questo è il quadro delle contestazioni che sarebbe emerso da una verifica fiscale effettuata qualche tempo fa nei confronti dell’associazione sportiva dilettantistica Snd Nuotatori Trentini che opera nei centri sportivi di Gardolo Trento nord e Manazzon e che conta migliaia di soci. Società che, a quanto accertato, proprio per come era strutturata e come operava all’epoca, non avrebbe dovuto godere delle agevolazioni previste per le associazioni sportive dilettantistiche. La verifica di allora, effettuata dalla Guardia di Finanza di Trento, ha innescato un procedimento fiscale ancora in atto, attraverso il quale l’Agenzia delle Entrate, come da prassi, si sarebbe attivata per recuperare quanto invece sarebbe dovuto finire nelle casse del Fisco.
L’appropriazione indebita
A monte c’è anche però un’altra vicenda processuale, finora mai resa nota. Risale al 2018-2019 e riguarda il presidente della stessa associazione Snd Nuotatori Trentini, e cioè Nerio Danieli, 61 anni, e il vice presidente Christian Trentini, di 39, (entrambi ricoprono ad oggi la stessa carica). In seguito a un esposto e agli scrupolosi accertamenti effettuati dalla Guardia di Finanza di Trento, la Procura aveva iscritto sul registro degli indagati tutti e due, per l’ipotesi di appropriazione indebita aggravata, per fatti commessi nel periodo tra il 2013 e il 2017. Danieli era accusato di aver fatto propri dei beni dell’associazione, a suo favore: un’appropriazione – era la contestazione formalizzata dal pubblico ministero – quantificata tra i diecimila e i cinquantamila euro. In particolare il presidente per la Procura si sarebbe intascato denaro contante, preso dalla cassa dell’associazione e avrebbe ritirato soldi direttamente per i servizi forniti dalla stessa Snd. E, ancora, Danieli doveva rispondere pure di aver fatto acquisti (beni, servizi e un viaggio aereo) tramite pos e strisciando la carta di credito della stessa associazione.
Invece, a Trentini veniva contestato di essersi impossessato di una somma tra i quattromila e gli undicimila euro che era della società sportiva dilettantistica di cui è vice presidente. Nello specifico di aver intascato il denaro presente in cassa e pure quanto ottenuto dalla vendita di un’auto di proprietà appunto della stessa associazione. Entrambi assistiti dall’avvocato Alessio Eccher, Danieli e Trentini si erano opposti al decreto penale di condanna e avevano chiesto la sospensione del procedimento per poter procedere con la messa alla prova e avere quindi la possibilità di fare lavori di pubblica utilità e di volontariato e di poter risarcire. Tutto per estinguere il reato che veniva loro contestato. E così hanno fatto, una volta ottenuto il parere favorevole della Procura. Il giudice Marco La Ganga, valutato il programma dell’Uepe (Ufficio per l’esecuzione penale esterna), ha dichiarato per entrambi il non doversi procedere proprio perché con la messa alla prova hanno pagato il conto con la giustizia. Rimane comunque aperto il procedimento dell’Agenzia delle Entrate, innescato dalla verifica fiscale.
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