politica

lunedì 13 Gennaio, 2025

Corte dei Conti, Trento tra le sedi «soppresse». I sindacati sul piede di guerra: «Pronti alla mobilitazione»

di

L'emendamento al disegno di legge di riforma prevede la riduzione da 21 a 6 sedi territoriali. L'allarme: «41 dipendenti costretti a trasferirsi a Venezia»

I sindacati trentini si dicono «pronti alla mobilitazione» se passa l’emendamento al disegno di legge di riforma della Corte dei Conti che, tra le altre cose, prevede la riduzione da 21 a 6 sedi territoriali.

Un taglio che costerebbe la chiusura della sede di Trento visto che nel testo è prevista la riduzione a sole 6 delle attuali 21 sedi territoriali delle Corte dei Conti. «Tra le “soppresse”, per l’appunto, figura quella di Trento che genera una grande preoccupazione e che danneggia le Istituzioni ed i dipendenti». Queste le parole di Giuseppe Pallanch (CISL Fp Trentino) e Giuseppe Vetrone (FLP Federazione Lavoratori Pubblici) che non condividono affatto l’emendamento alla proposta di legge Foti sulla giustizia contabile che, di fatto, cancella le sezioni regionali della Corte dei Conti. «Nel nostro caso, ci sono norme costituzionali e di attuazione che evidenziano una lesione delle prerogative dell’Autonomia della Provincia e della Regione».

L’emendamento prevede la creazione di sei macroaree, in cui sono comprese anche sedi di regioni a statuto speciale e province autonome, in contrasto con i principi dell’ordinamento costituzionale. Si rischia di perdere il giudice contabile sul territorio che è in grado di garantire la corretta gestione dei conti pubblici e la lotta contro le cattive gestioni.

Un emendamento che avrebbe effetti anche sull’organizzazione. Difatti, in questa ipotesi i dipendenti trentini (35 quelli in servizio + 6 in arrivo da un recente concorso) dovrebbero trasferirsi a Venezia con i connessi costi e disagi.

Per Pallanch e Vetrone si tratta di un «provvedimento che lede tutti i principi costituzionali, comprese quelle prerogative dell’Autonomia definite in norme di attuazione che sono al pari norme costituzionali».