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martedì 21 Febbraio, 2023

Cosa cambia con il superbonus? Ecco tutte le risposte alle domande più frequenti

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Guida alle novità in vista. Per chi ha avviato la procedura prima del 17 febbraio la cessazione del credito rimane invariata. Scende a 90% l'agevolazione per case indipendenti e villette

Il Consiglio dei ministri ha recentemente emanato un decreto (già operativo dal 17 febbraio) che di fatto blocca il Superbonus, l’agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Secondo Giorgia Meloni si tratta di «sanare una situazione fuori controllo che ha causato truffe per 9 miliardi di euro». Eccezione viene fatta per chi ha già presentato la Cilas prima dell’entrata in vigore del decreto.

Cosa cambierà con il nuovo decreto che cancella il Superbonus 110?

Dal 17 febbraio non è più possibile accedere allo sconto in fattura né alla cessione del credito di imposta legato ai lavori per opere di riqualificazione energetica, pannelli fotovoltaici e abbattimento delle barriere architettoniche per le parti comuni degli edifici condominiali. Interventi che erano previsti dal decreto Rilancio emanato dal governo Conte nel 2020.

Cosa accade ai lavori in corso o a chi ha presentato la comunicazione di inizio lavori prima del 16 febbraio?

Il decreto non è retroattivo. Resta, quindi, salva la possibilità di continuare i lavori usufruendo del superbonus 110% attraverso la cessione del credito, senza sostenere alcun costo. Questo vale esclusivamente per chi ha presentato la Cilas in data antecedente l’entrata in vigore del decreto e per i condomini che hanno deliberato in assemblea e presentato la Cilas entro il 25 novembre scorso.

Cosa succede, invece, alle case indipendenti e villette in corso di ristrutturazione?

Se i lavori erano in corso al 30 settembre 2022 ed erano stati compiuti almeno per il 30% si ha diritto al 110% ma solo per le opere ultimate entro il 31 marzo 2023. Altrimenti, il decreto Aiuti quater (Dl 176/2022) riduce al 90% la detrazione per le villette, ovvero le unità monofamiliari e le unità indipendenti. Nel 2023 è prevista la possibilità di sfruttare il superbonus nella misura del 90% in base al «reddito di riferimento» del proprietario che le utilizzi come abitazione principale. L’agevolazione riguarda solo i lavori avviati dal 1° gennaio 2023 e soltanto i nuclei familiari con un reddito non superiore a 15 mila euro calcolato con il meccanismo del quoziente familiare.

Sarà ancora possibile ottenere delle detrazioni per le ristrutturazioni future?

Per i dieci anni previsti sarà comunque possibile richiedere la detrazione fiscale per le spese sostenute per tutti gli interventi. Per tutti coloro che stanno usufruendo dell’agevolazione, il Superbonus scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.

Perché il Governo ha deciso questa stretta?

L’obiettivo è duplice, ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «Risolvere il nodo dei crediti e mettere in sicurezza i conti pubblici. I bonus hanno prodotto anche benefici per alcuni cittadini, ma hanno posto in carico a ciascun italiano duemila euro a testa. Questo il bilancio di questa esperienza». In effetti, finora i bonus edilizi sono costati allo casse pubbliche 110 miliardi di euro. Significa che d’ora in avanti per i nuovi interventi edilizi (non quelli già avviati) resta solo la strada della detrazione d’imposta. Con questo nuovo decreto legge, inoltre, arriva il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi. Proprio questi acquisti, come ha evidenziato Eurostat (l’ufficio statistico dell’Unione europea), «avrebbero un impatto diretto sul debito pubblico».