La crisi Signa
martedì 26 Dicembre, 2023
di Francesco Terreri
Signa, il gruppo immobiliare austriaco fondato da René Benko e finito in queste settimane sull’orlo del crac sotto una montagna di 13 miliardi di euro di debiti – questa l’ultima stima di Jp Morgan – ha progetti immobiliari in campo in Trentino Alto Adige e nel Nord est per oltre 1,2 miliardi. La cifra non comprende iniziative prenotate ma ancora da definire, come il mega progetto di riqualificazione dei 45 ettari dell’ex scalo merci di Porta Nuova a Verona. Due dei progetti, il Gries Village a Bolzano e il Villa Eden Luxury Resort a Gardone, sono stati completati. Altri due invece, molto più consistenti, sono a metà del guado e sono messi a rischio dalla dichiarazione di insolvenza di Signa Holding e dalla crisi finanziaria del gruppo.
Si tratta del Walthepark a Bolzano, valore finale di mercato stimato in 500 milioni, e della ristrutturazione dello storico Hotel Bauer a Venezia, 600 milioni di cui 400 per la parte alberghiera e della ristorazione e 200 per la zona negozi, apertura prevista nel 2025 con la gestione affidata alla catena Rosewood Hotels & Resorts che fa capo al gruppo Chow Tai Fook di Hong Kong. Dalla casa madre di Innsbruck e dalla sua complessa rete di società controllate e collegate è ormai molto difficile che arrivino risorse. Le banche finanziatrici hanno già erogato nelle due iniziative 300 milioni, ma stanno cercando di capire se finiranno nella lista dei creditori non pagati, che si allunga ogni giorno di più e che comprende, tra gli altri, Raiffeisen Bank International di Vienna, Unicredit attraverso Bank Austria e Dz Bank, l’istituto centrale delle banche tedesche di credito cooperativo – socia anche di Cassa Centrale Banca (oggi ha il 3,69%) – che attraverso il gruppo assicurativo R+V ha il 5% di Signa Prime Selection e Signa Development Selection con un’esposizione di 500 milioni. In questo quadro i commissari di Signa stanno già sondando la possibilità di vendere l’Hotel Bauer e forse anche alcune delle realizzazioni completate come il resort Villa Eden sul Garda.
I conti in rosso di Waltherpark
Waltherpark spa è la società del maxi centro commerciale nel parco della stazione, in pieno centro storico di Bolzano. Fa capo alla Immobilienprojekte Bozen di Vienna, controllata da Signa Prime Selection, quindi dal gruppo di Benko. L’operazione, in base ai piani, è finanziata per almeno 163 milioni dal gruppo Signa e per 290 milioni da un pool di banche coordinate da Volksbank, con l’altro istituto altoatesino Sparkasse, la Bank für Tirol und Vorarlberg (Btv), la Vorarlberger Landeshypothekenbank, più nota come Hypo Vorarlberg Bank, e la Raiffeisenlandesbank Niederösterreich di Vienna, socia della già citata Raiffeisen Bank International e principale finanziatrice dei lavori all’Hotel Bauer con una linea di credito di 150 milioni. Al 31 dicembre 2022 i lavori sono a quota 296 milioni. I debiti totali della società sono a oltre 305 milioni, di cui 161,5 con le banche, 32 con i fornitori, 41 come acconti e quasi 71 verso soci per finanziamenti (66 in linea capitale, 4,5 come interessi). Dal socio di controllo, inoltre, sono arrivate iniezioni di capitale per 69 milioni, di cui però 6 nel 2021 e 20,5 nel 2022 sono serviti a coprire il rosso di bilancio: 26 milioni di perdite in due anni.
Gli amici bolzanini e trentini
Ma questa è solo una parte della storia. Il rappresentante della Signa in Italia è il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, presidente di Waltherpark e, tra l’altro, di Signa Rem Italia srl e di Bauer srl, quella dell’hotel, tutte con sede legale a Bolzano. Hager ha avviato una serie di iniziative immobiliari distinte da quelle di Signa, facendo da tempo coppia fissa col l’ingegnere arcense Paolo Signoretti e col suo socio Riccardo Ricci, a sua volta dal 2021 alleati societari dell’ex presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi e dei suoi colleghi e amici della Delta Informatica Pompeo Viganò, Antonio Conta e Roberto Postal. Coinvolti in alcuni progetti sono anche altri nomi importanti dell’imprenditoria sudtirolese, come la Fri-El Green Power (energia) di Josef Gostner, la Alimco (commercio alimentare) di Robert Pichler e la Stafil (fai da te) di Peter Stadler. I progetti spaziano da Trentino al Veneto, dalla Lombardia all’Emilia Romagna e valgono complessivamente non meno di 500 milioni, di cui 150 in provincia di Trento. Capofila sono le società di Hager Museum srl, con un patrimonio di 54,5 milioni (al 31 dicembre 2022) e una disponibilità di crediti bancari da Volksbank, Btv (Bank für Tirol und Vorarlberg) e Cassa Rurale di Bolzano di oltre 11 milioni, e la Heliopolis Urban Regeneration di Signoretti & c., con mezzi propri per 22,8 milioni e 2,3 milioni di finanziamento bancario. Museum ha, inoltre, il 5% di Heliopolis, la holding di controllo di Signoretti.
Da Supernova ai paradisi fiscali
Dei progetti in Trentino parliamo nella pagina a fianco. Gli altri fanno capo alla Supernova Development spa, sempre con sede a Bolzano, dove Hager e Signoretti hanno fatto confluire per vari canali societari quasi 64 milioni di mezzi propri con l’apporto della società di investimento lussemburghese Tca Ecdf III Holding, controllata dalla Tca Ecdf III Holding limited di Guernsey, una delle isole del Canale della Manica, paradiso fiscale e societario anche quando la Gran Bretagna era nell’Unione Europea. Da Supernova partono i maxi progetti di rigenerazione urbana a Verona, ex Manifattura Tabacchi 120 milioni, Pavia, ex Necchi 110 milioni e ora anche l’ex areale ferroviario, Rimini, Modena, Bergamo e altri ancora.
Gli intrecci con Benko
Dopo le prime notizie sull’insolvenza di Benko, Hager si è affrettato a rassicurare sulla tenuta dei progetti in Italia, sia quelli in capo a Signa sia, a maggior ragione, i suoi che «non c’entrano nulla col gruppo Signa». Ma le strade a volte si intrecciano e non solo per il ruolo di Hager. Living Gries srl, la società del progetto immobiliare bolzanino a Gries, fa capo per 80,5% a Signa Development Selection e per il 19,5% alla Museum di Hager tramite la Reinvest. Benko è tuttora parte della cordata che ha acquisito l’aeroporto di Bolzano insieme alla Fri-El di Gostner. Che ritroviamo nella VrRe srl, la società di Hager e Signoretti per il progetto ex Manifattura Tabacchi di Verona, più volte discusso con gli enti pubblici veronesi insieme all’offerta che la Signa aveva presentato sull’ex scalo Porta Nuova. Infine, la Heliopolis di Signoretti, specializzata nell’energia green, lavora non solo per i progetti propri ma anche per quelli di Signa, a partire dal Waltherpark.