il caso
lunedì 14 Novembre, 2022
di Redazione
Il fenomeno della droga è in costante crescita e le preoccupazioni sono massime. Oltre ai giovani il consumo si è accresciuto anche nelle sfere sociali più altolocate, soprattutto tra imprenditori, professionisti, uomini e donne ben inseriti nel lavoro e nella politica. Il consumo si è accresciuto del 31% rispetto allo scorso anno e di pari passo sono aumentati gli arresti che hanno raggiunto il 50% in più rispetto al 2021.
«Gran parte del lavoro delle forze di polizia si è concentrato su piazza Dante di costante spaccio – ha spiegato il colonnello Matteo Ederle, comandante provinciale dei carabinieri di Trento, anticipando il bilancio di un anno di attività di controllo del territorio –. È la dimostrazione della capacità di approvvigionamento degli spacciatori e della presenza di tante persone perbene che hanno inserito lo stupefacente nel loro sistema di vita. Non ci riferiamo solo ai giovani ma abbiamo contezza di imprenditori, professionisti ben inseriti nel lavoro e nella politica che fanno uso di droghe più “raffinate”. Le grandi operazioni anti-droga che mettiamo a segno ogni 2-3 mesi sull’asse del Brennero – continua Ederle – sono segno evidente che da qui passano ingenti quantità di stupefacenti. Soprattutto in entrata per poi essere piazzate nelle città del nord est Italia: Verona, Padova, Vicenza, Trieste ed Emilia Romagna. Su Trento registriamo un aumento esponenziale di figure di origine extracomunitaria, molto spesso di seconda generazione e con incapacità di integrarsi, che si infilano in questo canale che purtroppo è molto redditizio». Insomma, la piaga della droga, come spesso accade in periodi storici complessi, economicamente difficile, durante i quali aumenta il divario economico sociale, accresce la propria forza. «Il fenomeno droga ha avuto un aumento esponenziale – precisa Ederle –. In relazione alle persone segnalate, cioè i consumatori, registriamo +31% in più rispetto allo scorso anno. Preoccupa il numero degli arresti che, sebbene l’anno non sia ancora finito, ha toccato quota 137 cioè il 50% in più rispetto al 2021». Dall’analisi del colonnello Ederle emerge inoltre un altro fatto particolare. L’azione repressiva messa in ncampo dalle forze dell’ordine nel capoluogo ha dato buoni risultati, ma ha spinto le piazze dello spaccio nelle valli. «Con l’azione repressiva a Trento, che ha dato buoni risultati, vediamo però che il mercato dello spaccio si sta spostando nelle valli – osserva Ederle -. Abbiamo contezza di sindaci e assessori delle zone periferiche che ci avvertono che alcuni giovani scendono a Trento e Rovereto per fare “rifornimenti” per poi infiltrarsi nelle valli per fare le cosiddette consegne a domicilio. Pensare di debellare il fenomeno degli stupefacenti con l’attuale quadro giuridico è quasi impossibile. C’è un giro di denaro sommerso che è davvero incredibile. Il settore non può essere trascurato».