Il report

mercoledì 18 Settembre, 2024

Cresce lo spreco alimentare in tutta Italia: +46% in un anno

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Ogni italiano butta via in media 683,3 grammi di cibo a settimana. Barbacovi (Coldiretti Trentino-Alto Adige): «Non è solo un problema etico, ma economico e ambientale: serve più attenzione alle abitudini»

Frutta fresca, verdure e pane, ma anche carne e pesce, fino alle salse e ai sughi. Non manca nessun cibo nel carrello dello spreco alimentare delle famiglie italiane, la cui gestione della spesa quest’anno ha portato a un aumento del 45,6% rispetto all’anno scorso del cibo finito nella pattumiera. Una fotografia impietosa – soprattutto se comparata con i 3,1 milioni di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare rivolgendosi alle mense o usufruendo di pacchi alimentari –, che emerge dal rapporto «Lo spreco alimentare nei Paesi del G7: dall’analisi all’azione» curato dall’Osservatorio Waste Watcher International-Campagna Spreco Zero e dall’Università di Bologna assieme a Ipso. Il rapporto è stato presentato lunedì anche e soprattutto con l’obiettivo di attirare l’attenzione del G7 Agricoltura in programma a Siracusa da sabato al 29 settembre.
Ogni settimana in Italia finiscono nel bidone della spazzatura 683,3 grammi di cibo per abitante, un dato in crescita rispetto ai 469,4 grammi pro capite rilevati dallo stesso osservatorio nell’agosto dell’anno scorso. Parliamo di oltre 35 chili a testa di cibo gettato via ogni anno, almeno un quintale per famiglia. Le differenze territoriali sono rilevanti, ma la mappa mostra una situazione critica in tutta Italia. Le aree che fanno peggio sul fronte dello spreco alimentare sono il Sud e il Centro dove il fenomeno risulta superiore del 9% rispetto alla media nazionale (al Sud 747 grammi pro capite a settimana, al centro 744 grammi pro capite). Il Nord Italia risulta più virtuoso, con un meno 11% di spreco rispetto alla media nazionale, mantenendo comunque un dato di 606,9 grammi pro capite sprecati ogni settimana.
Secondo quanto emerge dal rapporto, lo spreco alimentare in crescita sarebbe sì indice di una cattiva gestione della spesa familiare, ma anche di un incremento della domanda di alimenti di qualità inferiore.
«Non si tratta solo di un problema etico – afferma Coldiretti Trentino-Alto Adige –, ma che determina anche effetti sul piano economico e ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti». Eppure per evitare gli sprechi alimentari, sostiene il presidente dell’organizzazione agricola Gianluca Barbacovi, basterebbe seguire alcune semplici pratiche, dal leggere attentamente la scadenza sulle etichette, fino al verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati. È inoltre utile effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a chilometro zero che garantisce una maggiore freschezza e durata, riscoprire le ricette degli avanzi, ma anche non avere timore di chiedere di portarli a casa quando si mangia al ristorante, sostiene ancora la Coldiretti locale. «Senza dimenticare – conclude Barbacovi – l’importanza dei nostri mercati contadini di “Campagna amica” distribuiti su tutto il territorio, che offrono la possibilità non solo di acquistare dei prodotti genuini coltivati a chilometro zero, ma anche di avere un contatto diretto con gli agricoltori e le realtà aziendali legate al territorio trentino. Una garanzia di qualità e di salubrità del prodotto, proprio perché il coltivatore grazie al mercato apre idealmente le porte della propria azienda. I nostri mercati puntano sulla stagionalità dei prodotti, ma rappresentano anche un momento di dialogo con i consumatori per un confronto anche sul tema dello spreco alimentare».