I dati

lunedì 10 Marzo, 2025

Crisi climatica, il report sulle regioni: Trentino maglia nera sui trasporti. Bene rinnovabili e biologico

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In regione consumi di carburante tra i più alti per mezzi privati e pubblici. Le emissioni pro capite di gas serra sono sopra la media nazionale

Un territorio all’avanguardia sul fronte delle energie rinnovabili e delle emissioni industriali (date anche dai pochi impianti in regione), meno su quello dei trasporti e delle emissioni agricole, e con altre potenzialità da sfruttare meglio. Questo il quadro che emerge del Trentino-Alto Adige dal rapporto Climate indicators for italian Regions (Ciro), realizzato da Italy for climate in collaborazione con l’Ispra. Un documento che analizza e mette a confronto alcuni dati ambientali di tutte le venti regioni italiane, per monitorare e tenere traccia degli sviluppi in vista della fatidica scadenza del 2030.
Emissioni pro capite sopra media
A livello di emissioni pro capite di gas serra, in Trentino-Alto Adige il valore si attesta a 7,02 tonnellate di CO2 equivalente per abitante (la misura che esprime l’impatto sul riscaldamento globale di una certa quantità di gas serra rispetto alla stessa quantità di anidride carbonica), appena sopra la media nazionale di 6,96. Il report evidenzia come nella nostra regione ci sia un problema legato allo sfruttamento dei sistemi naturali per abbattere queste emissioni: «Gli assorbimenti naturali in Trentino-Alto Adige non sono alti in rapporto alla superficie della regione e alla sua grande disponibilità di boschi». Nell’indicatore dedicato, infatti, la regione con le sue 35 tonnellate assorbite per chilometro quadro di superficie si trova solo al 16° posto, poco davanti a quattro regioni del sud: Lazio, Puglia, Sicilia e Calabria. Nelle ultime due il valore relativo è addirittura negativo, il che evidenzia come i sistemi naturali siano diventati degli emettitori netti di gas serra a causa, generalmente, degli incendi, invece che delle risorse per ridurre le emissioni. Analizzando nello specifico la CO2 equivalente prodotta per settore, il Trentino-Alto Adige si trova al primo posto per emissioni industriali in rapporto al valore aggiunto, con un dato di 143 tonnellate di CO2 equivalente per milione di euro prodotto. Da migliorare anche la quota dei consumi elettrici del settore, in crescita di tre punti percentuali rispetto al 2022 ma ancora al di sotto della media nazionale.
Male agricoltura e trasporti
Decisamente più negativi, invece, i dati legati all’agricoltura e ai trasporti. «Le performance nel settore agricolo sono sotto la media nazionale negli indicatori di emissioni agricole pro capite (0,71 tonnellate per abitante), utilizzo dei fertilizzanti e numero di capi bovini allevati (159 ogni mille residenti) – prosegue il rapporto –. In forte crescita invece la quota di agricoltura biologica, che nel 2023 ha toccato il 16,3% della superficie agricola totale della regione».
Capitolo trasporti: il Trentino-Alto Adige ha il secondo dato nazionale più alto di tonnellate di CO2 equivalente prodotte per abitante, inteso come consumo di carburanti derivanti da combustibili fossili sia nel trasporto privato sia in quello pubblico. Un valore che si attesta sulle 3,2 tonnellate, migliore solo rispetto a quello della Valle d’Aosta che supera le 4 tonnellate. Posizionamento analogo anche per quanto riguarda il numero di auto, che sono 1.221 ogni 10.00 abitanti; leggermente sotto la media invece l’utilizzo dei trasporti pubblici, con 80 passeggeri per abitante. Incoraggiante, comunque, il dato relativo alla percentuale di nuove immatricolazioni delle auto elettriche (il 5,2% delle immatricolazioni totali), il secondo più alto dopo il Lazio.
Tanta energia dalle rinnovabili
Sul fronte energetico, il Trentino Alto Adige è la sesta regione italiana per consumo totale pro capite dietro a Veneto, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta ed Emilia-Romagna. Pesa, come specifica il rapporto, l’alto fabbisogno di riscaldamento degli edifici, ma allo stesso tempo, rispetto alla media nazionale, la regione si distingue per un utilizzo equilibrato delle fonti, con un’alta percentuale proveniente da quelle rinnovabili: è infatti il secondo territorio per quota di consumi da fonti pulite, (il 53% del totale), ma soprattutto il primo per numero di comunità energetiche rinnovabili nate nel 2024, 33 in totale. Prima posizione anche per la quota di edifici energetici di classe A (il 26%, con una media nazionale che si attesta sull’11%). In crescita anche le performance legate al consumo medio degli edifici (213 kW/h per metro quadro) e al consumo elettrico in relazione a quello energetico totale (31%). Più delicato, invece, il discorso relativo ai nuovi impianti rinnovabili installati in rapporto alla superficie totale, di gran lunga inferiore alla media nazionale.
Eventi estremi e rischio alluvioni
Per quanto riguarda infine il tema della vulnerabilità, il rapporto prende in considerazione quattro voci: numero di eventi estremi, quota di popolazione esposta al rischio alluvione, tasso di consumo del suolo e di perdita della rete idrica. Sono le prime due voci a penalizzare particolarmente la nostra regione: il dato di oltre 13 eventi estremi ogni mille chilometri quadri è il quarto più alto a livello nazionale dopo quello delle altre regioni del nord-est, mentre la popolazione esposta al rischio alluvione è del 17,2%. Per quanto riguarda invece consumo di suolo e perdite della rete idrica, il Trentino-Alto Adige registra valori ben al di sopra della media nazionale.