Provincia
domenica 26 Novembre, 2023
di Tommaso Di Giannantonio
Lega e Fratelli d’Italia (FdI) litigano ancora sulla vicepresidenza. La trattativa sull’assetto della giunta provinciale rimane incagliata. Per ora nessuno dei due partiti ha intenzione di cedere sul ruolo di vice. Il commissario trentino di FdI, Alessandro Urzì, è in attesa di un’offerta da parte di Maurizio Fugatti. Il governatore leghista è costretto a scendere a patti perché i meloniani sono disposti anche a lasciare la giunta monca. Senza il loro voto, infatti, Giulia Zanotelli non può dimettersi da consigliera e quindi non può (ri)prendere le redini dell’assessorato all’agricoltura.
Fugatti fa le veci di Zanotelli
Intanto nella seconda seduta della giunta, giovedì scorso, Fugatti ha firmato la prima delibera «agricola». In attesa della risoluzione della crisi, Fugatti sta esercitando le deleghe che, secondo lo schema iniziale, dovrebbero andare alla leghista Zanotelli. Ma il governatore non può continuare a fare le sue veci per lungo tempo. La cosa rischia di diventare insostenibile. Oltretutto Fugatti si trova a gestire, non solo l’agricoltura, la caccia e la pesca, ma anche le deleghe agli enti locali e all’ambiente. Due competenze, destinate sempre a Zanotelli, che richiedono altrettanto impegno.
L’arma contro le dimissioni
Nella prima riunione del consiglio provinciale, due giorni fa, Fugatti ha voluto comunque Zanotelli tra i banchi della giunta. Se da un lato i due assessori di Fratelli d’Italia, Francesca Gerosa e Claudio Cia, hanno deciso di non sedersi a fianco ai colleghi della giunta, dall’altro Zanotelli ha preso la targhetta con il proprio nome e l’ha spostata dai banchi della maggioranza a quelli dell’esecutivo. Ma Zanotelli è appunto ancora solo una consigliera. Per le opposizioni è stato un brutto sgarbo istituzionale. I meloniani, invece, lo hanno visto come un atto di forza.
Una prova di forza che, però, difficilmente può materializzarsi. Innanzitutto perché la consigliera leghista non si dimetterà finché non avrà la sicurezza di un accordo tra le due parti. Ma poi, se pure dovesse sottoporre le sue dimissioni al voto dell’Aula, servirebbe comunque la maggioranza. E i consiglieri di Fratelli d’Italia, in assenza di un’intesa, sono disposti a votare contro le dimissioni.
Il nodo della vicepresidenza
La crisi potrà essere risolta solo se uno dei due partiti farà un passo indietro rispetto al ruolo di vice. Allo stato attuale, Fugatti non vuole rinunciare al vicepresidente Achille Spinelli, con delega allo sviluppo economico, alla ricerca e all’università. Per il governatore l’incarico ha un carattere essenzialmente fiduciario. Ma FdI ha puntato i piedi e vuol far valere a tutti i costi l’accordo pre-elettorale del 28 luglio scorso. Ossia il patto sottoscritto da Lega, FdI e Forza Italia che benediva la candidatura di Fugatti alla presidenza della Provincia, ma a una condizione: in caso di vittoria, il ruolo di vicepresidente sarebbe spettato alla meloniana Francesca Gerosa. «La trattativa parte da un unico scenario: l’accordo elettorale. Lo dico e lo ripeterò fino alla nausea. Quel patto è stato voluto dalle segreterie locali dei partiti, era un patto per l’Autonomia», ribadisce il commissario Urzì, che non fa alcun passo indietro. Il punto di partenza della trattativa è quindi la vicepresidenza.
I tre scenari
Se Fugatti decidesse di cedere sul ruolo di vice, dagli ambienti di Fratelli d’Italia fanno capire che l’attuale distribuzione delle deleghe sarebbe anche accettata nella sua sostanza. Le richieste di FdI potrebbero attenuarsi. L’assessorato all’istruzione e alla cultura potrebbe essere digerito, anche «se è stato svuotato senza l’università», ha ricordato Gerosa in occasione della prima seduta del consiglio provinciale. I meloniani potrebbero accettare anche l’assegnazione delle cosiddette deleghe «economiche» (il turismo a Failoni, lo sviluppo economico a Spinelli e l’agricoltura a Zanotelli) a soli leghisti. Il Carroccio farebbe invece un passo indietro rispetto alla linea tenuta finora: o solo la vicepresidenza o due assessorati (e basta) a FdI.
Questo è uno dei tre possibili scenari (il T di ieri). Un’altra delle opzioni sul tavolo prevede l’assegnazione della delega all’università a Gerosa e quella agli enti locali a Cia. Al fianco di Fugatti rimarrebbe Spinelli, che perderebbe l’università. Questa soluzione permetterebbe al governatore di conservare il suo vice e a FdI di rafforzare il suo peso. Fugatti, però, farebbe un passo indietro rispetto alla riunificazione delle deleghe università e ricerca. Il terzo ed ultimo scenario prevede invece lo scambio degli assessorati tra Gerosa e Zanotelli: la prima prenderebbe le redini dell’agricoltura e la seconda quelle dell’istruzione e della cultura. La vicepresidenza non verrebbe toccata, ma si richiederebbe un sacrificio forse troppo elevato per Zanotelli.
In consiglio Fugatti ha detto che «il migliore auspicio è che tutto si possa risolvere entro giovedì». In attesa di una svolta, i due assessorati di Gerosa (istruzione e cultura) e Cia (trasporti, politiche della casa e disabilità) restano congelati. Entrambi dicono che sono pronti a «rinunciare all’indennità da assessore» finché non inizieranno a esercitare le loro funzioni.
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