Politica
giovedì 7 Dicembre, 2023
di Simone Casciano
Come tessere di un domino che cadendo spingono giù quelle che seguono, ma anche come quelle di un mosaico che poco a poco vanno a sistemarsi, così si sta iniziando a semplificare il caos sulla giunta provinciale che ormai da un mese e mezzo tiene in ostaggio i lavori dell’amministrazione provinciale a causa dell’incapacità delle forze del centrodestra, che ha vinto le elezioni il 23 ottobre scorso, di trovare una quadra. A rompere lo stallo per primo è stato Maurizio Fugatti, che nel frattempo ha anche confermato Serena Gatti responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente, con un compenso mensile loro di 7.800 euro. Il presidente della Provincia nella serata di ieri ha firmato un nuovo decreto che attribuisce a Francesca Gerosa la vicepresidenza e deleghe ulteriori. Firmando la nomina, il governatore ha deciso di non aspettare le dimissioni dell’altro assessore di Fratelli d’Italia, Claudio Cia, condizione alla base dell’accordo con il commissario del partito di Meloni Alessandro Urzì, per spalancare a Gerosa le porte della vicepresidenza. Proprio come in un domino questa è stata la tessera che ha messo in moto le altre, anche se il caso permane.
Gerosa, non solo vicepresidente
Se c’è qualcuno che esce soddisfatto dalla giornata di ieri è Francesca Gerosa. Non solo è diventata vicepresidente della provincia di Trento, ma anche con deleghe aggiuntive. Oltre a quelle già ricevute nel primo decreto di giunta, istruzione, cultura e pari opportunità, infatti si vede portare in dono anche le politiche per la famiglia e la natalità e quelle per lo sport. Insomma un super assessorato in cui a deleghe pesanti, fanno da contraltare anche altre che permettono più visibilità. Scompare così l’idea di affiancare le politiche di natalità a quelle di sviluppo economico che al recente Festival della famiglia avevano evidenziato sia il dirigente Malfer, sia l’assessore Spinelli. A fare le spese di questo rimpasto sono stati proprio l’ormai ex vicepresidente Achille Spinelli, cha ha perso proprio le deleghe alla natalità ma che rimane assessore a Sviluppo economico, università e ricerca, e l’assessore Mattia Gottardi, a cui, perso lo sport, rimangono urbanistica, paesaggio, energia e acque pubbliche. Spinelli non ne fa un dramma, tutt’altro. «Lieto di poter contribuire alla soluzione di questa vicenda rinunciando alla Vicepresidenza – dice Spinelli – Incarico a cui non ho mai attribuito importanza, perché a mio avviso poca ne ha». Non la pensa così il commissario di Fratelli d’Italia in Trentino Alessandro Urzì. «Vedere riconoscere finalmente a Fratelli D’Italia la seconda carica della Provincia autonoma di Trento, come era nei patti, rende tutto il partito orgoglioso e riconosce il ruolo che spettava alla comunità politica che fieramente ha sostenuto una lunga battaglia elettorale». C’è chi dubita però che Fdi ci abbia guadagnato in uno scambio in cui cede un assessorato, quello di Cia, per aggiungere una carica onorifica a quello restante.
«Meglio un super-assessorato incastonato in Fratelli d’Italia, che due, ma con uno di collocamento meno certo», dice Urzì. La frecciata a Cia, non fosse già evidente, viene confermata quando nel comunicato Urzì ringrazia il gruppo di Fdi «Carlo Daldoss, Christian Girardi, Daniele Biada», nessuna menzione dell’assessore ribelle.
Cia in bilico
Oggi in consiglio provinciale, Claudio Cia con ogni probabilità si siederà tra i banchi della giunta, ma sarà una gioia di breve durata, sembra evidente che il suo assessorato ha le ore contate. Già nei prossimi giorni probabilmente Fugatti firmerà un nuovo decreto con cui andrà a rimuovere la nomina di Cia e andrà a completare il quadro della giunta. Sicura di un posto a questo punto, e senza doversi dimettere dal Consiglio, Giulia Zanotelli, mentre per l’altro posto in giunta è un tango a due.
Marchiori o un tecnico
Si perché la nomina politica di Giulia Zanotelli riapre le porte della giunta alla nomina «tecnica» di Simone Marchiori. Il segretario del Patt, rimasto escluso dal voto degli elettori alle elezioni, potrebbe rientrare in questo modo nella stanza dei bottoni. Da cosa dipende? Dal Patt stesso, Fugatti ha lasciato intendere che sono loro a dover scegliere: o Marchiori assessore oppure Bosin presidente del Consiglio provinciale. Le stelle alpine si sono chiuse in conclave ieri sera con la sensazione che a spuntarla sarebbe stato proprio il segretario, paracadutato così in giunta. In alternativa potrebbe entrare un tecnico di area Spinelli
La partita regionale
Se della presidenza del Consiglio provinciale si parla nel dettaglio nell’articolo a fianco, va detto che ancora ci sono in gioco le nomine in Consiglio regionale, che serviranno per completare il quadro. Sullo scranno del presidente ora siede Paccher della Lega, ma è possibile che quella poltrona venga richiesta da Fratelli d’Italia per uno dei suoi, Girardi o forse Daldoss, su cui per Fratelli d’Italia non pesa il fatto che sia stato indagato dai carabinieri del Noe, sulla vicenda della discarica di Vermiglio, quando era sindaco del comune. Dovesse Paccher rinunciare alla presidenza, per lui potrebbero aprirsi le porte della giunta regionale, il carroccio è determinato a proteggere il suo consigliere, secondo per preferenze. Anche Fdi però vuole un seggio in giunta regionale e i posti per gli italiani sono solo uno. Niente da fare quindi? Nì, perché qualora l’Alto Adige ampliasse a 11 la sua giunta provinciale, allora anche quella regionale potrebbe salire a cinque assessori oltra a presidente e vice, facendo posto un po’ per tutti..