Economia

giovedì 16 Marzo, 2023

Crolla anche Credit Suisse: nuovo tonfo per i mercati

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Le Borse europee bruciano miliardi, Piazza Affari in profondo rosso

Dopo una giornata di tregua, ieri è tornata la paura sui mercati. Questa volta a preoccupare è stato il crollo di Credit Suisse, dopo il rifiuto del principale azionista, la Saudi National Bank, di fornire ulteriore assistenza finanziaria alla banca svizzera. Si complica il compito della Bce, in vista della riunione di politica monetaria di oggi, che deve parare un altro colpo dopo il collasso delle americane Silicon Valley Bank, Signature Bank e Silver Bank.

Intanto gli analisti si dividono tra coloro che continuano a credere nel rialzo annunciato da 50 punti base e coloro che invece ritengono, alla luce degli scossoni degli ultimi giorni, che l’Eurotower si limiterà a 25 punti base. Nel frattempo la Bce ha chiesto alle banche europee di comunicare la loro esposizione nei confronti di Credit Suisse e il Tesoro Usa monitora la situazione in contatto con le controparti globali.

Piazza Affari termina la giornata in profondo rosso, sulla scia delle performance fortemente negative dei titoli bancari (Unicredit -9,06%, Finecobank -7,63%, Bper Banca -7,23%), con il Ftse Mib che arretra del 4,61%. Crollano anche i listini europei con Parigi che segna -3,58%, Madrid -4,31%, Francoforte -3,25% e Londra -3,81%. Sulla Borsa di Zurigo sprofonda il titolo di Credit Suisse che finisce la seduta giù del 24% a 1,70 franchi.

Proprio sui mercati si concentra l’attenzione dell’esecutivo: «Le recenti dinamiche dei mercati bancari e finanziari che sono ripercorse disegnano uno scenario che da parte del governo merita la massima attenzione», ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso del question time alla Camera.

Per quanto riguarda nello specifico Credit Suisse, categorico il presidente della Banca nazionale saudita, Ammar Al Khudairy, che sul possibile ulteriore supporto ha detto che «la risposta è assolutamente no, per molte ragioni che esulano dalla più semplice ragione normativa e statutaria». Nel frattempo l’istituto di credito ha fatto appello alla Banca nazionale svizzera e alla Finma, l’autorità di regolamentazione svizzera, a manifestare pubblicamente il suo sostegno.