gli appuntamenti
giovedì 30 Gennaio, 2025
di Jessica Pellegrino
Danza, teatro e tanti appuntamenti per grandi e piccini. È tutto pronto per un finesettimana all’insegna dell’arte e della cultura grazie alle tante proposte in programma in regione. Eccone alcune da segnare in agenda.
Partiamo con la Stagione Regionale Contemporanea che prosegue al Teatro SanbàPolis con un doppio spettacolo di Babilonia Teatri. La compagnia fondata da Enrico Castellani e Valeria Raimondi va in scena giovedì e venerdì, alle 20:30, rispettivamente con “made in italy” e “Foresto”.
Vincitore del Premio Scenario 2007 e del Premio Vertigine 2010, “made in italy” non racconta una storia, ma affronta in modo ironico, caustico e dissacrante le contraddizioni del nostro tempo. Lo spettacolo procede per accumulo. Fotografa, condensa e fagocita quello che ci circonda: i continui messaggi che ci arrivano, il bisogno di catalogare, sistemare, ordinare tutto. Procede per accostamenti, intersezioni, spostamenti di senso. Le scene non iniziano e non finiscono. Vengono continuamente interrotte. Morsicate. Le immagini e le parole nascono e muoiono di continuo. Gli attori non recitano. La musica è sempre presente e detta la logica con cui le cose accadono.
Lo spettacolo “Foresto”, invece, è tratto da “La notte poco prima delle foreste” di Bernard-Marie Koltès, e porta in scena un incontro tra lingue. Tra francese, italiano e dialetto. Tra lingua scritta e orale. Tra LIS e musica elettronica.
Un attore, un performer LIS e un musicista danno vita a una creazione ibrida dove le differenze convivono. Le differenze attraversano la scrittura di Koltès e abitano la scena. Una sfida culturale per forgiare un teatro dove le differenze esplodano per potenziarsi a vicenda.
Due voci per un monologo: una parlata e una segnata. Due voci che si contrappongono, si incontrano e si moltiplicano: che si fanno voce sola, che si fanno unisono, che si fanno mondo. Due voci a dialogare con una terza voce: la voce della musica elettronica suonata live sulla scena. Un gioco di specchi in cui lingue diverse si intrecciano e dialogano tra loro.
Ci spostiamo poi a Bolzano dove, il Teatro Comunale, ospita da giovedì a domenica “Perfetti sconosciuti”. Qui, dopo il trionfo del film, Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento di “Perfetti sconosciuti”: una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”.
L’idea da cui il progetto evolve è che ogni persona abbia tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della memoria dei singoli, ma oggi ne resta traccia nelle sim.
Cosa succederebbe però se quella minuscola schedina si mettesse a parlare? Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate. Gli interpreti Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina e Valeria Solarino metteranno così a conoscenza l’un l’altro i propri segreti più profondi…
Lo spettacolo è in replica giovedì alle 20:30, venerdì e sabato alle 19 ed infine, domenica, alle 16.
Spazio anche agli spettacoli in cartellone per celebrare la Giornata della Memoria. Tra questi, al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano dalle 20:30 c’è “Gino Bartali – eroe silenzioso”. La compagnia Luna e Gnac riprende una storia rimasta nascosta per 70 anni. Una storia che vale anche oggi. Che vale per tutti, uomini e donne, appassionati di sport oppure no. Una storia necessaria.
Gino Bartali, a soli ventiquattro anni, incarna il ciclismo eroico degli anni ’30. Protagonista assoluto, ha un grande sogno: vincere Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno. Ma la Storia, incarnata nel fascismo, entra prepotentemente a cambiare per sempre la sua carriera.
La sua vita sportiva viene piegata ai voleri e alle mire del Duce, che vede in Gino Bartali l’ambasciatore azzurro del fascismo nel mondo… Ma Bartali non ci sta, ed è qui che inizia la pagina meno nota della vita di Ginettaccio, che aderisce come staffetta alla rete clandestina organizzata dall’arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa. Una corsa giusta, nella speranza che il mondo cambi e ritrovi il suo senso.
Per parlare dell’Italia e degli italiani al tempo del fascismo, della fatica dello sport e del silenzio delle azioni più coraggiose. Per raccontare la vita di un campione sportivo, ma soprattutto di un uomo che ha scelto da che parte stare.
L’ingresso è gratuito. La visione dello spettacolo è anticipata, alle 19, dall’inaugurazione della mostra “La memoria è Pace” a cura della scuola secondaria di Cavedine.
La performance di Office for a Human Theatre (OHT), in calendario sabato alle 20:30 allo Zandonai di Rovereto, affronta invece per la prima volta un classico della letteratura occidentale: “Frankenstein” o il moderno Prometeo.
Sul palco Silvia Costa e Maria Isidora Vincentelli ruotano attorno al momento dell’esperimento opera con affondi parziali e verticali nel testo, senza limiti di forma, linguaggio e durata. Il romanzo diventa materiale da esaminare, sezionare, ricucire, corpo disponibile per esperimenti diversi: uno spettacolo teatrale, una reading- session, un’installazione e un radiodramma generati come parti della stessa operazione che avanza orizzontalmente nella storia per indagarne le molteplici ramificazioni.
Frammenti che mutuano l’oscenità del demone e diventano un assemblaggio deforme di materiale grezzo abbandonato precocemente; esperimenti che, mostrandosi nella loro inadeguatezza, innescano lo stesso corto-circuito all’origine della creatura di Frankenstein. Frankenstein di Mary W. Shelley viene fatto brillare nella scena di OHT, una scena che si frantuma e diventa attraversabile dal pubblico. In uno spazio indefinito e dall’atmosfera cangiante brandelli del romanzo, materiali e suoni creano assemblaggi sempre mutevoli in cui, per la prima volta, è il mostro a prendere parola.
Largo anche alla musica che è protagonista indiscussa del weekend. Nell’ambito della Stagione sinfonica e d’Opera venerdì alle 20 e domenica alle 16 il Teatro Sociale di Trento alza il sipario su “Il barbiere di Siviglia”.
Il 23enne Gioacchino Rossini, nel 1816, compose in sole tre settimane il suo “Barbiere di Siviglia” su libretto di Cesare Sterbini. L’opera – che con il titolo iniziale di “Almaviva o sia L’inutile precauzione” si distingue nettamente dall’originale popolare di Paisiello – viene eseguita per la prima volta durante il Carnevale del 1816 al Teatro Argentina di Roma. La prima è però un vero e proprio fiasco. Il compositore la ricorda così: “Quando uscì la mia opera, si lanciarono come animali selvaggi sul piccolo maestro imberbe, e la prima rappresentazione fu tra le più burrascose. Io però non ero inquieto, e mentre gli spettatori fischiavano, io applaudivo gli esecutori.” Dal soggetto di Beaumarchais, con molte frecciate al dispotismo dell’Ancien Régime francese, 41 anni dopo la prima apparizione di Figaro nasce, sul sottofondo della musica orchestrale, una commedia dei travestimenti o una commedia dell’arte che narra le vicende dell’astuto barbiere, del maldestro conte di Almaviva, dello smanioso Don Bartolo e della bella Rosina, attorno alla quale ruota tutta la vicenda. Naturalmente la trama turbolenta si conclude con un lieto fine – non da ultimo per il giovane compositore. Lo stile spensierato e umoristico di Rossini, con le sue arie “evergreen”, intrattiene tutt’oggi – ed è “sopravvissuto” in modo eccellente a tutte le altre riduzioni di “Figaro” nel teatro musicale.
Sabato alle 21 e domenica alle 17 l’appuntamento è poi al Teatro Auditorium di Trento con “Cabaret. Il musical”. In questo caso la pièce trasporta il pubblico nella sfrenata Berlino degli anni 30 ad un passo dall’avvento del nazismo, tra eccessi, privazione delle libertà, decadenza e contraddizioni quotidiane, in un momento storico distante ma nello stesso tempo anche molto attuale.
Lo spettacolo narra la storia di un americano sbarcato a Berlino che incontra e si innamora di Sally, ragazza inglese dai liberi costumi. Condividono una stanza in una pensione modesta, tenuta da una anziana zitella tedesca innamorata a sua volta di un fruttivendolo ebreo. Fulcro della narrazione è il Cabaret Kit Kat Club dove EMCEE, un presentatore ambiguo e irriverente (Arturo Brachetti), si prende gioco della libertà sessuale e del potere. Alla fine, l’arrivo del nazismo spegne questa libertà di pensiero e di costumi per lasciar posto al periodo nero che tutti conosciamo e che la storia punirà.
Lo spettacolo, messo in scena da Arturo Brachetti e Luciano Cannito, corre veloce, con un ritmo da montaggio cinematografico, senza censura e pregiudizi, snodandosi tra numeri musicali conosciutissimi come “Cabaret, Wilkommen, Money Money”, ricreati al massimo della loro brillantezza e spettacolarità e la storia più umana e toccante delle due coppie di innamorati, poi travolti da un destino ineluttabile.
È invece un’esperienza multimediale epica, con audio in quadrifonia in alta definizione di Zingali Acoustics. quella in calendario sabato alle 20:30 al Teatro comunale di Pergine Valsugana. Il teatro valsuganotto ospita infatti “Pink Floyd Immersion” che, sotto la Direzione Artistica di Andrea Codispoti (voce & chitarra) e la produzione Prisma Show Srl, regala al pubblico un’esperienza non solo dal punto di vista musicale, ma anche visiva, a 360 gradi.
Il vero obiettivo è quello di rendere lo spettatore parte integrante dello Show ancor prima che lo spettacolo abbia inizio. Dotati di un impianto alta fedeltà quadrifonico firmato Zingali acoustics, azienda leader nel settore hi-fi italiano e conosciuta in tutto il mondo, gli Immersion permettono allo spettatore di ascoltare la musica dei Pink Floyd con un suono cristallino, minuzioso nei dettagli e di vivere quindi un’esperienza unica. Dai grandi successi dell’era Syd Barrett ai grandi capolavori di The dark side of the moon, Wish you were here, Animals, The wall fino ad arrivare all’ultima era targata Gilmour&Company con A Momentary Lapse of reason e Division Bell, lo spettacolo ripercorre tutta la discografia Floydiana. Luci, laser, uno schermo circolare di 4 metri e tutti gli special immancabili e fedeli ai grandi concerti della band inglese, creano un grande impatto scenico per il pubblico.
Non mancano poi le iniziative rivolte al giovane pubblico. Nella Sala Marangonerie del Castello del Buonconsiglio di Trento sono tre gli appuntamenti con “Un, due, tre … Turandot” promossi dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento.
Si parte venerdì alle 17 per poi proseguire sabato – alle 9:15 ed alle 11 – con uno spettacolo liberamente ispirato all’opera Turandot di Giacomo Puccini, di cui risalta le arie ricorrenti, lo spettacolo vede in scena due performer che hanno il compito di coinvolgere il pubblico in un accompagnamento alla musica e al canto usando la voce e la percussione del corpo.
Sabato, alle 16:30, sono le “Storie di Gianni” ad incantare il giovane pubblico del Teatro S. Marco di Trento. La compagnia Il teatro delle quisquilie mette in scena un attore-narratore-cantastorie che, con l’ausilio di canzoni, proiezioni e altri piccoli archibugi teatrali, racconta alcune storie tratte da “Favole al telefono” di Gianni Rodari.
Chiudiamo questa rassegna spostandoci nella città della Quercia. Domenica infatti, alle 16:30, il cartellone di “Scappo a teatro” vede protagonista e celebra la gioia infantile della scoperta.
All’Auditorium Melotti di Rovereto va in scena “Soqquadro” con Danila Barone, Dario Garofalo e Paolo Piano.
Soqquadro è una parola speciale, unica nella sua composizione fonemica e indica letteralmente uno sconvolgimento, un rivolgimento. Di più, un capovolgimento: ciò che era sotto va sopra e viceversa. La vita dei piccolissimi a cui lo spettacolo si rivolge è continuamente a soqquadro, alla scoperta caotica delle sconvolgenti meraviglie del mondo. E tanto spesso noi adulti siamo lì, pronti ad impedire, regolare, rallentare. Mettere ordine, mettere in squadro appunto.
Protagonisti di questo lavoro sono Alba (Danila Barone) e Aldo (Danilo Garofalo, due anime semplici, due persone ordinate, la cui vita viene sconvolta, capovolta, da un episodio apparentemente senza importanza: un imprevisto inciampo dentro una pozzanghera in un giorno di pioggia.
L’acqua è la porta di accesso al mondo di sottosopra, il canale magico attraverso cui Alba e Aldo sprofondano in un luogo onirico, fatto di luci, colori ed emozioni un tempo frequentate.