L'INTERVISTA

martedì 27 Febbraio, 2024

Da X-Factor al palco con Carmen Consoli e Max Gazzè: Caterina Cropelli: «Ho lasciato lo sci per la chitarra. Canto l’infanzia e i sogni della vita»

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È uscito giovedì il nuovo singolo della cantautrice trentina «Il corso di sci», e ieri il videoclip su Youtube

I ricordi, le fotografie, quel corso di sci fatto da bambina. «E quei bei momenti, che mentre li vivi nemmeno ci pensi». La vita e la felicità, in fondo, sono fatti di questo, anche se spesso lo si dimentica. Di questo parla la cantautrice Caterina Cropelli nel suo nuovo singolo «Il corso di sci», uscito lo scorso 22 febbraio per l’etichetta Fiabamusic. Il videoclip invece è uscito proprio ieri sul canale Youtube dell’artista. Un invito a celebrare piccoli momenti di gioia e la bellezza della vita quotidiana, arricchendoli di una sottile nostalgia e una genuina felicità. Caterina vanta una partecipazione a «X Factor» e la pubblicazione di due dischi, l’omonimo album d’esordio, uscito nel 2020, con oltre 4 milioni di ascolti su Spotify e «In queste stanze piene» del 2022, che l’ha portata sui palchi dei principali festival e live club italiani per tutto il 2023. «Le nostre emozioni sono un potentissimo gps e dovremmo ascoltarle più spesso. Al di là della paura stanno i nostri più grandi talenti, a me faceva paura sciare ma cantare di più», dice a proposito del nuovo brano.
Caterina, come nasce questo suo nuovo singolo e cosa vuole comunicare?
«Quando ho iniziato a scrivere questo pezzo mi stavo lasciando trasportare un po’ dalla malinconia e ho deciso di mettere per iscritto alcuni bei momenti. Ho pensato un po’ alla mia infanzia e a mettere per iscritto cose successe nel corso della mia vita. La felicità è fatta di attimi ma non ci soffermiamo mai abbastanza su di essi e sulla loro importanza».
Una sorta di «Carpe Diem», si potrebbe dire.
«Sì, diciamo che è come se mi fossi appiccicata in camera un post-it con scritto “Carpe Diem”, solo che io, invece del post-it ho preferito scrivere una canzone e riflettere su cose un po’ più personali».
E la copertina del singolo?
E’ una mia fotografia di quando ero bambina. Mentre scrivevo, ho pensato che effettivamente avevo una foto la quale attestava il fatto che questo corso di sci l’ho fatto, che ci ho provato. Qui stavo affrontando una piccola discesa, che però ai miei occhi di bambina sembrava qualcosa di insuperabile. Sembro quasi felice, anche se non era il mio sport e ho mollato lo sci molto in fretta».
Lo dice anche nella canzone «sono quella che ha fatto il corso di sci con te ma poi ha mollato tutto perché ha preso una chitarra».
«Esatto, anche se poi il brano parla di altro, quella è solo una piccola parte, un bel ricordo».
Questa canzone prelude ad un nuovo album?
«Diciamo che ancora non è ben chiaro. Io inizio a scrivere di cose che mi capitano perché ho bisogno di metabolizzarle, parto sempre da questa esigenza, il resto diventa più chiaro mano a mano. Poi su questo io mi sento un po’ vecchio stampo, sono affezionata ai dischi, anche come supporto fisico, non solo virtuale, e il mio programma racchiudere le parole che verranno in nuovi brani e creare un album».
Quanto si sente cresciuta musicalmente dai tempi di «X Factor»?
«Non mi sono fatta troppe domande, non riesco ad essere così analitica. Sicuramente nella vita si cresce, si fanno nuove esperienze e questo si riflette nella scrittura ma lascio che siano le altre persone a dirlo, io mi faccio guidare più dall’esigenza del racconto. “X Factor” ha contribuito alla mia crescita e a farmi capire cosa volessi fare. Ero molto giovane, era l’anno della maturità e sono cambiate tante cose da allora».
Oggi rifarebbe il talent?
«Sono stata molto felice di farlo e mi ha dato grandi possibilità. Emotivamente è stato un percorso tortuoso. Non so se lo rifarei ma a posteriori è facile da dire, nel momento in cui l’ho fatto ne ero molto contenta ed è stato un passo importante. Oggi non farei altri talent ma è un’esperienza che non tutti hanno l’opportunità di fare e che mi è stata utile».
Come si approccia alla scrittura, prima viene la musica o arrivano prima i testi?
«Dipende, succedono entrambe le cose. Di solito mi appunto qualche frase, trovo un giro di accordi che mi piace e su quello inizio a cantare le frasi appuntate e sviluppare il testo. Tendenzialmente vanno di pari passo, ogni canzone è a sé, a volte non ho nessuna idea. Mi arrivano delle parole, e le prime parole della canzone in genere sono anche le prime che mi sono venute per la testa».
Sulla lingua, continuerà con l’italiano o pensa di scrivere anche in inglese?
«Ho sempre scritto in italiano. Ultimamente mi capita spesso di parlare inglese, è una lingua che vorrei in qualche modo allenare ma non mi sento così a mio agio nella scrittura come per l’italiano. Prima di scrivere in italiano, cantavo, invece, per la maggior parte brani inglesi. Credo, però di aver trovato la quadra in italiano e di riuscire ad esprimermi al meglio nella mia lingua rispetto all’inglese».
La vedremo a Sanremo o Area Sanremo?
«Magari un giorno, chissà, non ci ho pensato ma mi piacerebbe, è il palco d’Italia, penso sia il momento più atteso dagli italiani che ascoltano musica. Trovo sia anche molto romantica come cosa, non faccio il “Fantasanremo” ma ci si trova a casa con gli amici a guardarlo, è un altro bel momento da condividere con gli altri».
Con chi le piacerebbe lavorare, tra gli artisti che hanno gareggiato quest’anno?
«Sono fan di Diodato, con lui mi piacerebbe molto fare qualcosa. Sono molto contenta anche per la vittoria di Angelina Mango e per Ghali».
Ha avuto l’opportunità di salire sul palco con grandi artisti del calibro di Carmen Consoli, Cristina Donà, Max Gazzè: cosa le hanno lasciato?
«Carmen Consoli è molto attenta agli artisti più giovani, ho avuto modo di aprire qualche suo concerto ed era dietro il palco ad ascoltarmi. Non è una cosa che fanno tutti gli artisti, mi dava buoni consigli e tornavo sempre a casa con qualcosa in più sia per l’affetto ricevuto da lei che dai suoi fan. Anche Cristina Donà e Gazzè sono stati molto di supporto. Ho avuto la fortuna di trovare sempre esseri umani, oltre che artisti, di un certo spessore».