L'opera
sabato 27 Aprile, 2024
di Redazione
Un’altra opera d’arte realizzata con gli schianti di Vaia è stata inaugurata in Trentino. Sabato 27 aprile, al mattino, una folla di persone si è formata per vedere il cavallo di legno «nato» dall’abile scultore veneto Marco Martalar. L’opera pesa duemila chili ed è alta sette metri, si chiama l’Haflinger di Strembo ed è considerato un «cavallo di legno da Guinness». L’inaugurazione della statua più grande d’Europa con questo soggetto è stata una vera festa di popolo alla quale hanno preso parte le associazioni delle Giudicarie, centinaia di cittadini e gli amministratori del territorio. All’evento ha voluto essere presente anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti che ha evidenziato come la grande partecipazione alla presentazione di questa quinta opera di Martalar in Trentino, sia sintomo tangibile del legame tra le comunità locali e il territorio montano che i trentini avvertono come casa loro. Il legno di Vaia attraverso il quale l’Haflinger ha preso forma, rappresenta infatti il bosco, l’ambiente, il lavoro, la forza e il calore delle genti di montagna. Per realizzare questo maestoso cavallo all’interno del parco Giorgio Ducoli sono serviti circa duemila pezzi di radice di larice che provengono da diverse zone delle Giudicarie, da Madonna di Campiglio fino a Storo, assemblati con milleottocento viti. Per avere un effetto pelo di cavallo le radici sono state sfibrate meccanicamente. La realizzazione dell’opera, un lavoro di precisione, ha richiesto tre mesi di lavoro. L’idea è nata dall’associazione culturale Strembo e Tradizione, guidata dal presidente Paolo Masè, che ha voluto dedicare al paese e alla Val Rendena un’attrazione in cui potessero rispecchiarsi. Il cavallo Haflinger era in passato per l’agricoltura della zona, il trattore dei nostri giorni. È diventato oggi un compagno di lunghe escursioni e avventure oltre che un’attrazione turistica. E l’opera stessa è già diventata un’attrattiva, sia per i trentini sia per quanti scelgono questo territorio come luogo di villeggiatura. L’opera è stata anche al centro di un apprezzato laboratorio didattico, attraverso il quale 66 bambine e bambini degli istituti della Val Rendena si sono avvicinati al mondo dell’arte: sono stati premiati Angelo di Spiazzo (primo classificato), Damiano di Caderzone (secondo) e Sara di Carisolo (terza).