politica

mercoledì 4 Ottobre, 2023

Dai lupi al bypass: è guerra tra Lega e FdI. Urzì contro Spinelli: «Raccomandato»

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Continua la tensione tra gli alleati di centrodestra divisi sui dossier «caldi»

Bei tempi quando il centrodestra poteva vantare un’unità granitica e sbeffeggiare il centrosinistra litigioso e diviso al suo interno. La ruota gira, e ora è il centrodestra che si divide, che si pesta sui piedi, che non perde l’occasione per i distinguo e le precisazioni, che diventano spesso schermaglie, punzecchiature, scintille. E tra Lega e Fratelli d’Italia è ormai guerra di logoramento, fronti opposti che si sparano addosso munizioni fatte di comunicati stampa. Un logoramento che è iniziato nel momento in cui la Lega ha iniziato la sua discesa nei sondaggi, culminato quando Fratelli d’Italia ha vinto anche in Trentino diventando anche in Trentino il primo partito. Considerato lo squilibrio di voto, i meloniani hanno cercato di imporre Francesca Gerosa presidente, su Fugatti governatore uscente
Ora c’è chi si chiede come possano andare d’accordo dentro una giunta nel caso vincano le elezioni, se in campagna elettorale sono già ai ferri corti. Fugatti sopporterà il «presenzialismo» di Francesca Gerosa indicata come vicepresidente? E in Aula, sapranno i meloniani fare quadrato attorno alla maggioranza di governo? E gli assessori in giunta, litigheranno su ogni cosa? Sui temi «caldi», poi, come quello dell’orso, della circonvallazione, della scuola e della sanità, ci sarà quell’«idem sentire» che permette ad una squadra di governo di fare bene?
Su questi temi, infatti, le divisioni sono quotidiane. L’ultima, in ordine di tempo, aggiunge una pagina alla storia dell’orso, con l’assessore Achille Spinelli — capolista della Lista Fugatti — che tira in ballo il candidato di Fratelli d’Italia Walter Ferrazza. Quest’ultimo, che è presidente del Parco Adamello Brenta, ente che ha attivato il progetto Life Ursus, ha messo in dubbio il «trasferimento di massa» dei plantigradi trentini, e quindi Spinelli gli ha ricordato la linea della coalizione, quella della «deportazione» o dell’abbattimento. A sua volta, in difesa di Ferrazza, è intervenuto il commissario di FdI Alessandro Urzì, che ha colto la palla al balzo, tornando su quella sorta di referendum su Fugatti ventilato nei giorni scorsi proprio da Spinelli: «Saranno i trentini a decidere se sarà Fratelli d’Italia a fare da perno con la sua carica di innovazione e visione politica pragmatica come quella indicata dalla premier Giorgia Meloni o sarà il modello Spinelli, e quindi l’intera vecchia giunta uscente, a essere trainante. Che referendum sia, candidato Spinelli», chiude Urzì.
Sul tema dell’orso, tra le due forze, i dissidi sono stati molti. Con Gerosa che in solitaria convocava ambientalisti e animalisti, rimbrottata da tutto il resto della coalizione (e in parte anche dai suoi); con la stessa Gerosa che alla riunione con Fugatti per il programma si è presentata con il «suo» programma sui grandi carnivori; con i selfie di Urzì a Caldes con la foto di Andrea Papi sullo sfondo, stigmatizzata sempre da Spinelli. E poi la sanità, sull’ospedale di Cavalese ma non solo. La scuola, con il candidato Maurizio Freschi che ha lasciato la Consulta dei genitori per candidarsi in Fratelli d’Italia come l’anti-Bisesti, a cui non lesina critiche salate. La circonvallazione, con Fugatti (e Salvini) che spingono per arrivare alla fine della grande opera entro il 2026 ed esponenti del partito di Meloni che in Consiglio provinciale e in Consiglio comunale a Trento fanno da megafono ai no-tav e ai comitati.
Le schermaglie sono anche cattivelle. Nel suo ultimo comunicato, Urzì si rivolge così al suo alleato Spinelli, capolista della lista Fugatti: «Crediamo che gli ultimi cinque anni abbiano eccessivamente affaticato l’assessore Spinelli, togliendogli lucidità di analisi», che ora in campagna elettorale manifesterebbe anche «un forte nervosismo legato al fatto di sottoporsi per la prima volta al giudizio degli elettori, dopo essere stato per cinque anni assessore tecnico comandato dall’esterno. Insomma — conclude Urzì corrosivo — un raccomandato e non eletto».