grandi carnivori
sabato 8 Giugno, 2024
di Simone Casciano
La novità non è nel contenuto, ma nel come. Il contenuto è che la Provincia di Trento, con un decreto del presidente Fugatti, ha autorizzato l’attuazione di «misure di dissuasione su esemplari di lupo confidenti eventualmente presenti sul territorio della Provincia». Il come è con un decreto del presidente ed è questa la novità. Prima infatti era il ministero dell’ambiente a concedere l’autorizzazione alle azioni di dissuasione, mentre questa volta, a seguito della modifica dell’estate scorsa alla legge Rossi del 2018, è stata la Provincia direttamente, previo parere favorevole dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), a disporla e le novità non finiscono qui. Il parere favorevole di Ispra concedeva di attuare le misure di dissuasione «da maggio 2024 fino a aprile 2025», ma alla fine la Provincia è riuscita ad ottenere un’autorizzazione fino ad «aprile 2027», a condizione però che la Provincia informi prontamente l’istituto «riguardo qualsiasi modifica nei protocolli relativi alla scelta delle azioni». Per capire quali azioni quindi ora la Provincia, tramite forestali, potrà mettere in atto bisogna prima capire cos’è un lupo confidente. Lo spiega, relativamente, il testo del decreto provinciale indicandoli come i lupi «che dovessero manifestare comportamenti descritti nella tabella 1, righe da 4 a 6, del documento a sostegno degli interventi di gestione dei lupi confidenti prodotto dall’Iniziativa grandi carnivori per l’Europa». I comportamenti sono i seguenti tre: «Il lupo è avvistato per diversi giorni a meno di 30 metri da case abitate», «il lupo consente ripetutamente alle persone di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 30 metri» e «Il lupo si avvicina ripetutamente alle persone ad una distanza inferiore a 30 metri o sembra essere interessato alle persone». Di fronte a questi comportamenti ora i forestali potranno mettere in atto le azioni di dissuasione. Queste invece specificate per iscritto all’interno del decreto del presidente e saranno attuate tramite «fonti sonore (petardi, sparo a salve e dissuasori automatici per la fauna), luminose (fari) o tramite l’uso di proiettili in gomma del calibro non superiore a 12». Sono interventi volti a «ripristinare la naturale diffidenza del lupo nei confronti dell’uomo e delle sue attività» e che altre volte, come nel caso del lupo in Val di Fassa, si sono rivelate funzionali. Attraverso il decreto però la Provincia si assume anche due impegni precisi. Il primo è quello di «attivare un programma di azioni volte a sensibilizzare nella gestione dei rifiuti organici con particolare riferimento a quelli derivanti dall’attività zootecnica presso le categorie interessate». Questo perché questi rifiuti rappresentano una grande fonte di attrazione, e quindi poi di confidenza per i lupi. Il secondo impegno assunto dalla Provincia è quello di «attivare un programma di azioni volte a sensibilizzare la popolazione residente e i portatori d’interesse sull’impatto del randagismo canino a livello socio-economico e sugli ecosistemi con particolare riferimento al lupo». Questo perché il fenomeno dell’ibridazione tra lupi e cani randagi secondo gli esperti va evitato.