Gli eventi
venerdì 8 Marzo, 2024
di Jessica Pellegrino
Sfide, diritti e riflessioni fanno da leitmotiv al finesettimana trentino ormai alle porte. Spazio infatti a tanti appuntamenti in programma per i prossimi giorni. Ad animare il Teatro Monte Baldo di Brentonico, venerdì alle 21, lo spazio è dedicato alle donne con “Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il duce”. Uno spettacolo tratto dal romanzo di Federica Seneghini e Marco Giani durante il quale Rossana Mola, Rita Pelusio e Chiara Stoppa interpretano un gruppo di ragazze e impegnate nella loro “sfida”: quella di poter giocare a calcio. L’idea di fondare il Gruppo Femminile Calcistico – GFC, la prima squadra di calcio femminile italiana, inizialmente fu assecondata dagli organi federali. Le ragazze potevano allenarsi, ma non giocare in pubblico. Inoltre dovevano usare un pallone di gomma e non di cuoio, indossare la gonna e passare la palla solo rasoterra. Nonostante ciò la loro avventura sportiva riuscì caparbiamente a resistere per quasi un anno.
Un’epopea raccontata con ironia e leggerezza da un trio di attrici che, mischiando comicità e narrazione, ci mostra come certi pregiudizi siano duri a morire e come la lotta per la libertà e i propri diritti passi anche attraverso lo sport.
Si scende invece nelle lande desolate degli inferi venerdì alle 20:45 al Teatro di Villazzano con “Buffoni all’inferno”. È proprio lì infatti che, in un tranquillo ed eterno giorno di torture strazianti, sulle rive dello Stige giungono moltissime anime. Tutte d’un tratto, portate all’altro mondo da una fulminante peste bubbonica, vaiolica, assassina e vigliacca. L’Ade è di colpo intasato e Minosse, impietoso giudice delle anime, è costretto a fare i salti immortali per esaminare le colpe di tutti. Le operazioni vanno a rilento, gli spiriti protestano, insorgono, volano insulti e qualche brutta bestemmia. Belzebù, con profonda saggezza, offre uno sconto di pena alle anime di tre buffoni, Zuan Polo, Domenico Tagliacalze e Pietro Gonnella per tornare a fare ciò che in vita gli riusciva meglio: intrattenere. Lo spettacolo ripesca dall’antica arte del buffone, l’intrattenitore per antonomasia, il più devoto cultore dello sghignazzo. Ad interpretarli ci sono Matteo Cremon, Michele Mori e Stefano Rota.
Molte anche le proposte inserite nel cartellone della rassegna “Sipario d’Oro”. Si parte venerdì, alle 20:30, grazie alla presenza, allo Zandonai di Rovereto, della Compagnia Teatro Giovani di Lucca. Sul palco largo alla pièce di Stefano Massini “7 minuti” inserita nella sezione del Concorso Nazionale. In scena c’è un testo tragicamente attuale, che rispecchia le vicende quotidiane e pressanti di una larga fetta di giovani e meno giovani che cercano lavoro o che vivono le ansie e le paure di doverlo trovare o peggio, di perderlo.
La pièce si sviluppa sulla proposta fatta a tutte le operaie e impiegate della fabbrica dell’ILCA Filati di rinunciare a “soli” sette minuti della pausa pranzo a fronte del mantenimento dei posti di lavoro. Una discussione che porta in superficie i conflitti presenti tra le componenti del consiglio, anche quelli razziali. Conflitti che operaie e impiegate vivono tra i disagi e le difficoltà affrontate nelle loro famiglie e nella loro vita. Una miscela esplosiva che porta le protagoniste ad una feroce contrapposizione verbale e fisica.
Sabato, invece, sempre alle 20:30 ci si sposta al Teatro San Floriano di Lizzana per il concorso regionale. Il sipario si alza sull’Associazione Lupus in Fabula di Volano che propone nel calendario del Concorso Regionale “Ecco la sposa” di Frank Barea.
La trama è disastrosamente semplice: due anziane signore con un “Segreto Segreto Segreto”, un nipote che scava fosse in cantina, uno che spezza i vermi con i denti e un terzo nipote alle prese con una fidanzata che saltella tra le tombe. Senza dimenticare gli altri personaggi… e per tacer dei morti!
Una commedia che non ci si aspetta: da sorseggiare a piccole dosi perché potrebbe nuocere gravemente alla salute.
Tante poi le proposte della sezione “Circuito” che permettono di seguire la rassegna Sipario d’oro in diversi teatri trentini. Tra queste, solo per citarne alcune, “Credo che sta comedia no la rifarem mai pù” in programma all’Auditorium di Moscheri o “La variabile Hendelberg” proposta ad Avio. Per entrambi l’orario di inizio è alle 20:30. Tutte le informazioni su queste e tanti altri spettacoli sono disponibili sul sito www.sipariodoro.it.
Spazio poi alla rassegna Teatro professionale del Teatro di Meano che domenica, alle 16, ospita “Fine pena ora” di Elvio Fassone. Sul palco Salvatore D’Onofrio, Costanza Maria Frola e Giuseppe Nitti portano in scena la corrispondenza lunga oltre 30 anni tra un ergastolano e il suo giudice. La storia di due mondi, due vite completamente diverse all’apparenza inconciliabili che, lettera dopo lettera, trovano un punto di unione. L’umano viene posto al centro, con i suoi limiti, le sue contraddizioni, con il suo desiderio di ricreare un punto zero.
L’opera, che scuote e commuove, si chiede come conciliare la domanda di sicurezza sociale e la detenzione a vita con il dettato costituzionale del valore riabilitativo della pena, senza dimenticare l’attenzione al percorso umano di qualsiasi condannato.
A dare ritmo al fine settimana non manca la danza. La Stagione Regionale Contemporanea prosegue a Trento con “Guerrilla” di El Conde de Torrefiel. Una conferenza, una lezione di Tai-Chi e una sessione di musica elettronica sono i tre monumentali movimenti che compongono questo spettacolo di teatro danza inserito nella programmazione realizzata in collaborazione tra il Centro Servizi Culturali S. Chiara e il Teatro Stabile di Bolzano. L’appuntamento è per venerdì alle 20:30 al Teatro Sociale di Trento con uno spettacolo in cui una sessantina, tra ragazze e ragazzi, danno vita sul palco a tre quadri viventi e dinamici che rispecchiamo scene di vita della contemporaneità. Quadri e azioni presentano l’universo interiore confuso e contraddittorio di un gruppo di persone che abitano lo stesso momento nel tempo, si muovono per le strade della stessa città, condividono la coscienza collettiva dello stesso continente: l’Europa. Persone che non sanno come affrontare un mondo che è cambiato troppo dall’inizio del XX secolo e che ha costantemente bisogno di nuove regole, simboli e strumenti per interpretarlo.
Nonostante il titolo, “Guerrilla” non porta in scena un conflitto in sé, ma rende evidente come la battaglia si sia spostata nella mente di ogni cittadino. Ad accompagnare le coreografie ci sono delle proiezioni basate su interviste realizzate a giovani italiani che rivelano quanto siano incendiarie le loro riflessioni.
Il musical di Gipo Gurrado è invece la proposta del Teatro SanbàPolis di Trento dove, sia sabato che domenica alle 20:30, viene presentato “Family” ovvero l’ultimo modern musical ideato, scritto e diretto da Gurrado. Un’opera che aggiunge un tassello al suo personale attraversamento in parole e musica delle nevrosi e disfunzionalità del mondo di oggi.
I riflettori sono puntati su una famiglia: una “family” come tante altre. L’intreccio scarno ed essenziale vira su un gruppo di persone che vive, cambia e invecchia sul filo di un legame unico e inesorabile. Fin qui nulla di nuovo, se non fosse per un inedito e insospettabile angolo d’osservazione, accogliente e morbido, che offre l’occasione per avere, almeno per una volta, uno sguardo libero, candido e disincantato sulla famiglia e sui suoi componenti.
Spazio dunque ad una drammaturgia che si sviluppa in una serie di canzoni, alcune corali e scritte per coinvolgere più personaggi, altre ideate come veri e propri monologhi cantati. Le scene sono costruite attraverso momenti coreografici, ideati in collaborazione con Maja Delak.
La musica è protagonista anche all’Auditorium Santa Chiara dove sabato, alle 21, e domenica, alle 17, c’è “Saranno famosi – Fame. Il musical”. Il leggendario ed intramontabile spettacolo della cultura pop vede protagonisti il duro lavoro, la competizione artistica, il sudore, la passione, gli amori, le sconfitte e i successi degli allievi e gli insegnanti della rinomata ed esclusiva scuola di Performing Arts di New York.
Un musical pieno di energia, intenso e coinvolgente che, oltre a proporre la famosissima canzone “Fame”, ha una colonna sonora con nuovi brani, orchestrazioni moderne, nuove coreografie in collaborazione con un team di straordinari talenti della tv e del teatro musicale italiano: un trionfo di canto, danza, musica, recitazione, in una narrazione dinamica e travolgente!
La scelta registica e l’adattamento di Luciano Cannito spostano l’azione dagli anni Ottanta ai nostri giorni, per rendere lo spettacolo più vicino alle nuove generazioni, e più facilmente identificabile nel pubblico di oggi.
Non mancano poi le proposte per i più piccoli e le loro famiglie in programma domenica. In doppia replica – alle 10:30 ed alle 16 – al Teatro Portland di Trento debutta “Ho perso il filo!”, il nuovo spettacolo di Arditodesìo e Teatro a Dondolo pensato anche per i piccoli a partire dai 4 anni. Una pièce che racconta la storia di amicizia – poetica e divertente – tra Berto, Rosa e un piccolo baco da seta, Bruno. I tre vivono insieme spassose avventure, momenti di incontro, scontro e confronto. Il loro è un percorso di crescita che li porta ad approfondire la conoscenza della storia dei bachi da seta, all’ombra del filatoio di una tremenda strega che, con l’inganno, cerca però di diventare l’unica produttrice del prezioso filo di seta…
Ci spostiamo poi nella Città della Quercia dove sul palco dell’Auditorium Melotti alle 16 arriva “Malèfici”: il musical per famiglie dedicato ai cattivi delle fiabe. Un’opera realizzata su un testo dell’umorista Dario Vergassola. Ad interpretare la proposta del comico, scrittore, attore e cantautore approdato per la prima volta al teatro ragazzi c’è il quartetto di performer I Muffins ovvero Stefano Colli, Maddalena Luppi, Giulia Mattarucco e Riccardo Sarti. Le musiche originali sono della pianista e compositrice Eleonora Beddini e le coreografie di Giuseppe Brancato.
Largo dunque ad uno spettacolo adatto a bambini da 5 anni in su, che non vuole giustificare i celebri antagonisti delle fiabe per le loro azioni, ma nemmeno darle per scontate. I protagonisti sono la Regina cattiva, il Gran visir, La strega del Mare e il Lupo delle fiabe. Tutti personaggi che si rifanno all’immaginario collettivo dei cattivi più celebri. La Regina cattiva è ossessionata dall’idea di essere bella: se un tempo c’era lo specchio a testimoniare la sua bellezza, oggi si fa direttamente i selfie con lo smartphone. Il Gran visir è il personaggio più antipatico e scorbutico di tutti, ma non c’è spigolo caratteriale che non possa essere smussato e accettato. La strega del Mare finalmente può fare a meno di avere una voce potente, perché oggi ci sono i microfoni a dare manforte. Approfittando della sua presenza, si riflette anche sull’inquinamento dei mari, deturpati dalla plastica e dai rifiuti. Infine c’è il Lupo delle fiabe, storicamente cattivo, che in realtà è vegano, ma si vergogna ad ammetterlo in pubblico. Ognuno racconta il suo disagio nel sentirsi cattivo o addirittura nel fingersi più cattivo di quello che è». I quattro anti-eroi si trovano nell’ascensore di un palazzo, senza sapere di essere diretti tutti nello stesso posto, ovvero dall’analista.