Gli appuntamenti
giovedì 27 Marzo, 2025
Dalla danza contemporanea all’operetta: nel fine settimana in Trentino Alto Adige la protagonista è la musica
di Jessica Pellegrino
A Bolzano prima nazionale di Assembly Hall, al Sociale di Trento riproposto il classico Cin Ci Là

C’è la musica a fare da “fil rouge” agli eventi pronti a scandire il finesettimana in Trentino Alto-Adige. Da brani che fanno da leitmotiv a grandi spettacoli di danza, alle note di musicisti e cantanti pronti a stupire ed emozionare il pubblico.
Partiamo da Bolzano dove, da giovedì a domenica, il Teatro Comunale ospita in prima nazionale, “Assembly Hall”: il nuovo lavoro della compagnia canadese di teatro-danza Kidd Pivot. Largo qui ad una pièce – creata dalla coreografa Crystal Pite e dall’attore Jonathon Young – che esplora il bisogno umano di comunità e appartenenza. Acclamato dalla critica e candidato agli Olivier Awards 2025 nella categoria “Best New Dance Production”, lo spettacolo viene presentato in lingua inglese con sopratitoli in italiano.
Dagli autori delle rivoluzionarie e pluripremiate produzioni di “Betroffenheit” e “Revisor”, ecco quindi l’ultima proposta: un ibrido di teatro danza che esplora il bisogno umano di comunità e appartenenza, tra movimento e linguaggio, umorismo e creatività. Un lavoro alimentato dal fascino della storia e dal ruolo del linguaggio come forza capace di animare.
La trama trasporta gli spettatori nell’assemblea annuale di un’associazione medievale che si riunisce nella sala del centro comunale. Spetta all’organo direttivo salvare la cosiddetta “Quest Fest”, dato che il numero di soci è in calo, i debiti aumentano e il centro comunale è fatiscente. Se non si interviene al più presto, l’associazione rischia di chiudere. Man mano che l’assemblea procede, il confine tra realtà e rievocazione si confonde, si risvegliano forze ancestrali e diventa ben presto evidente che in gioco c’è molto di più della rievocazione di un torneo medievale.
Lo spettacolo è in replica, da giovedì 3 a sabato 5 aprile, al Teatro Sociale di Trento.
Anche il sipario del Teatro di Meano è pronto ad aprirsi sulla danza ed in particolare sule coreografie interpretate dalla danzatrice trentina Stefania Menestrina. L’appuntamento è per sabato, alle 20:45 con “La luna sui nossi monti”: un progetto, vincitore del Premio TWAIN Direzioni Altre 2024, nato dalla volontà di indagare la tradizione canora dei cori di montagna.
La musica è il punto di partenza di questa performance. Il corpo viene guidato dalle suggestioni dei brani assumendo varie forme, giocando sui vari elementi e sensazioni che compongono la montagna, come in un paesaggio al chiaro di luna. Ibrido tra corpo umano e animale, prende vita una creatura che racconta sé stessa e il suo spazio lasciandosi trasportare dai suoi ricordi e dalla sua immaginazione, immergendo lo spettatore in un’atmosfera onirica e fantastica, estraniandolo in un luogo bucolico, un notturno, un rifugio interiore.
Lo spettacolo di e con Menestrina è promosso in collaborazione con il Coro Amizi de la Montagna di Meano e il Teatro di Meano, nonché grazie al sostegno di COD Compagnia Opus Ballet, Ariateatro e Centro Servizi Culturali S. Chiara.
C’è poi la musica che si accompagna al canto ed al teatro a ritmare la serata di giovedì al Teatro Sociale di Trento dove, alle 18, torna l’Operetta. La compagnia Teatro Musica Novecento porta nel capoluogo trentino “Cin Ci Là”, l’esilarante operetta in due atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, che proprio quest’anno festeggia i cento anni, esordì infatti nel 1925 al Teatro Dal Verme di Milano.
In scena ci sono gli artisti del Corpo di Ballo Novecento e i musicisti dell’Orchestra “Cantieri d’Arte” diretti da Stefano Giaroli, con la regia di Alessandro Brachetti.
Largo qui ad un prodotto atipico della lirica leggera italiana, creato nel “magico” laboratorio della premiata ditta Lombardo & Ranzato ovvero Virgilio Ranzato (già elegante compositore de “Il paese dei campanelli”) e Carlo Ranzato, librettista, sceneggiatore, editore e manager dell’operetta italiana anni venti.
Un’operetta atipica perché sul respiro formale della “piccola opera” prevale il meccanismo comico ricco di trasgressive malizie con una vena musicale spigliata e briosa che occhieggia al café-chantant e al nascente teatro di rivista.
“Cin-Ci-Là” può dirsi dunque un esempio perfetto del gusto dell’epoca in Italia: un gusto che avrebbe continuato a correre le ribalte, con le sue pagine delicate, i duetti e i numeri più brillanti, accompagnando a lungo il divertimento degli italiani nonostante i drammatici anni di guerra. Ne fa fede il successo clamoroso fin dalla “prima” milanese con pagine ed ensemble bissati a furor di popolo e subito dilaganti nel varietà, nelle strade, nelle case.
Anche le voci degli strumenti musicali sono pronte ad incantare il proprio pubblico. Venerdì alle 20:30, nella Sala Filarmonica di Rovereto, spazio ad un concerto eseguito dagli studenti della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” e del Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” in onore di Antonio Rosmini.
Sempre nella Città della Quercia, ma al Teatro Rosmini, sabato dalle 20:30, via libera al primo evento del ciclo Beethoveniano che vede esibirsi l’Orchestra Sinfonica delle Alpi diretta da Margherita Colombo. Ad introdurre i brani di Mozart e Beethoven c’è la musicologa Benedetta Saglietti.
“Parole di Faber – Il Grande Tributo a Fabrizio De André” è invece la proposta del Teatro Cristallo di Bolzano per domenica. Doppio appuntamento infatti – alle 16:30 e alle 20:30 – con i Notturni: un’esperienza che permette di rivivere l’essenza dei leggendari concerti del cantautore italiano e le sue collaborazioni indimenticabili.
Non può mancare un tuffo nel teatro. In questo weekend sono due le date da inserire in agenda per seguire il cartellone del Concorso “Sipario d’oro”. Si parte venerdì, alle 20:30, con “I persiani” di Eschilo messo in scena dall’Associazione Culturale Piccola Ribalta di Civitanova Marche.
Sul palco dello Zandonai di Rovereto approda l’opera teatrale più antica che ci è pervenuta nonché l’unica del teatro greco ad avere argomento non mitico, ma storico. Narra infatti della battaglia di Salamina (480 a.C.), tra Greci e Persiani, a cui l’autore stesso aveva partecipato. Eschilo parla qui, per la prima volta, dello scontro tra Asia e Europa, tra dittatura e democrazia, del mancato rispetto della natura e della potenza dell’intelletto che vince sulla forza bruta.
Sono tematiche drammaturgicamente dirompenti ed emozionanti che si presentano con sconcertante modernità.
“Uscita di emergenza” di Manlio Santanelli è in programma per sabato, al Teatro San Floriano di Lizzana. Alle 20:30 la Compagnia Ma chi m’ ’o ffa fa’ di Napoli condensa sul palco una complessa mescolanza di riso e di tristezza, di ira e di rassegnazione, di sogni impossibili e di schianto sulla realtà.
Cirillo e Pacebbene si sono rifugiati in un appartamento che il bradisismo dei Campi Flegrei ha reso pericolante. Messi a dura prova da un’esistenza che ha lasciato loro soltanto l’amaro sapore della memoria, i due vivono in stato di precarietà crescente che ad ogni sussulto del terreno allarga le crepe dei muri e della loro esistenza, rimescolata continuamente da brandelli di ricordi.
Minacce, sospetti reciproci, equivoci e travestimenti sono oramai il loro gioco quotidiano, un gioco ricorrente e ripetitivo che riempie il vuoto di una vita inesorabilmente imprigionata in un appartamento-tana-rifugio dal quale non riescono o non vogliono scappare.
Francesco Niccolini e Luigi D’Elia mettono in scena al Teatro Nuovo di Cembra, sabato alle 21, il terzo racconto biografico della loro produzione, allontanandosi dalla grande letteratura per sprofondare nella pittura più sublime e abissale, quella di Caravaggio.
Un lavoro realizzato insieme a Enzo Vetrano e Stefano Randisi, che per la prima volta si cimentano nella regia di un monologo. Tutti insieme provano ad attraversare l’epoca d’oro della cultura italiana ed europea, quel primo Seicento che ha visto sbocciare i capolavori e le rivoluzioni più grandi del pensiero, dell’arte e della scienza occidentale. Tutte menti sopraffine nate insieme. Nate e morte tutte negli stessi anni. Tutte mosse dallo stesso scandaloso ardore.
Protagonista in “Caravaggio: di chiaro e di scuro” è la vita di questo grande artista segnata dalla peste da bambino, che gli porta via padre e nonno. Ed ancora dalla fame e dalla povertà da giovane pittore apprendista fino al successo fulmineo e scapestrato. Poi ancora i litigi, le risse, i tentati omicidi, gli agguati in strada, le ferite ed un omicidio riuscito.
Poi le tele, dato che lui gli affreschi proprio non li sapeva fare: solo a olio, riusciva. I quattro modelli che poteva permettersi e a rotazione usava in tutti i quadri: prostitute per madonne, giovani compagni di letto per angeli, se stesso testimone in disparte e un vecchio per tutto il resto. Opere dimenticate fino al Novecento, spesso rimosse, rifiutate dai committenti. Ma soprattutto bisogna raccontare la sua mano, che con la stessa facilità impugnava il pennello e la spada, con la medesima violenza.
Infine, al Teatro Comunale di Pergine, domenica alle 20:45, c’è “Hokuspokus” prodotto da Familie Flöz.
Le tenebre qui sono diventate luce, il soffio divino è stato inspirato e i primi amanti si trovano nel giardino paradisiaco. Osano muovere i primi passi insieme come coppia, cercano riparo dalla natura e, grazie a Dio, trovano un appartamento a prezzi accessibili. Il destino trascina presto la giovane coppia sulle montagne russe della vita. Con ogni figlio, le forze centrifughe crescono e minacciano di distruggere la famiglia. Suonando musica, cantando, filmando, parlando o facendo rumori, Familie Flöz crea il mondo delle maschere davanti agli occhi del pubblico. Si alternano nel prestare i loro corpi alle figure e nel prendere in mano il loro destino. Creatore e creazione si incontrano finché la storia non si racconta da sol
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