l'evento
mercoledì 13 Marzo, 2024
di Redazione
Rifugi e bivacchi costituiscono presidi eccezionali della montagna: con la loro architettura e il loro servizio segnano il paesaggio, definendo luoghi di accoglienza e riparo. Per questa peculiarità la loro progettazione richiede cura e attenzione, ancor più in una prospettiva segnata da inequivocabili trasformazioni ambientali e da una frequentazione in costante cambiamento. Interni con vista, seconda edizione del ciclo di incontri Progettare in alta quota, promosso dall’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Trento, guarda ai rifugi a partire dall’interno, entrando nel loro cuore, per comprendere come il progetto possa interpretarne le molteplici sfaccettature.
Ieri presso la casa della SAT è stata inaugurata la mostra “Progettare in quota”, un viaggio fotografico tra i progetti del concorso di progettazione del rifugio Pedrotti alla Tosa, con gli approfondimenti di: Anna Facchini, presidente SAT (“Lo strumento del concorso di progettazione per la valorizzazione degli interventi SAT”) e degli ingegneri Roberto Bertoldi e Valentina Eccher, membri giuria concorso di progettazione (“Il concorso del rifugio T. Pedrotti alla Tosa”). A portare i saluti della Provincia, l’assessore PAT, Simone Marchiori. Presenti anche il presidente dell’ordine degli Architetti, Marco Piccolroaz, il vicepresidente dell’Ordine degli ingegneri Fabio Ferrario.
A seguire si è tenuto il primo appuntamento di Interni Con Vista, seconda edizione del ciclo di incontri Progettare in alta quota, dal titolo Abitare l’alta quota: temi di riflessione, con gli approfondimenti dell’architetto e presidente Cantieri d’Alta quota, Luca Gibello (“Interni con vista. Significati dell’abitare l’alta quota”) e dell’architetto, membro giuria concorso di progettazione, Simone Cola (“Da dentro. Appunti sul concorso per il Rifugio T. Pedrotti alla Tosa”).
«Nel 2022 – ha ricordato la presidente di SAT, Facchini – una procedura di bandi di concorso, fortemente voluta da SAT, con il coinvolgimento degli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri, ha portato al progetto che da quest’estate si occuperà del rifacimento dell’ultimo piano, interno ed esterno, e progettazione della nuova scala di emergenza del rifugio Pedrotti. Al bando hanno partecipato oltre 60 elaborati. Con questa modalità abbiamo aperto una nuova via per stimolare il confronto di idee e di esperienze, di innovazioni tecniche e tecnologiche. Un patrimonio straordinario di slancio a nuovi fermenti culturali, oggi diventato anche una mostra».
La mostra raccoglie i progetti segnalati dalla commissione giudicatrice (i vincitori e i 5 menzionati ulteriori per la rilevante qualità progettuale e le interessanti soluzioni architettoniche) costituita dall’ingegnere Roberto Bertoldi, membro designato da SAT, dall’ingegnera Valentina Eccher, membro designato dall’ Ordine degli ingegneri e dall’architetto Simone Cola, membro designato dall’ Ordine Architetti.
Ad aggiudicarsi il bando è stato il progetto presentato da Stefano Pasquali, Samantha Minozzi, Alberto Stangherlin, Andrea Moser.
Dall’incontro è emersa la valenza dei rifugi, cosi significa costruirli e mantenerli tra ostacoli e incognite. “Ogni aspetto va programmato nel dettaglio – è stato detto dagli esperti nei vari interventi – anche quelli comunemente più semplici come i trasporti (spesso obbligati dall’uso dell’elicottero per mancanza di strade) e la conseguente predisposizione dei carichi. La logistica è fondamentale affinché il materiale arrivi a destinazione correttamente e in sicurezza. Il tempo e il meteo sono protagonisti e condizionano i lavori, che sono limitati ad un massimo di 4-5 mesi l’anno. L’inizio del cantiere tiene conto anche delle norme che regolano l’inquinamento acustico nel rispetto della fauna. La ditta stessa inoltre deve spesso organizzarsi in maniera autonoma per la gestione del personale e della loro prolungata permanenza in quota. Un attento controllo all’utilizzo delle limitate risorse idriche è essenziale per la vita del rifugio e del cantiere stesso. La convivenza rifugio-cantiere evidenzia la differenza sostanziale con le strutture ricettive di bassa quota e valle. Un rifugio deve garantire l’apertura minima di una parte della struttura, per mantenere il suo ruolo di presidio montano e riparo d’emergenza”.
L’incontro Interni con vista, ha invece aperto la seconda edizione di Progettare in alta quota, che quest’anno ha come tema Abitare l’alta quota. A questo incontro seguiranno altri due appuntamenti che si terranno giovedì 11 aprile (Savioz Fabrizzi Architectes Progetti e realizzazioni nelle Alpi svizzere) e martedì 30 aprile nell’ambito del Trento Film Festival (Forme, funzionalità e valori del rifugio alpino).